Colpo di scena in consiglio comunale sulla questione della Commissione Sicurezza che sta spaccando la maggioranza. Soltanto ieri sera, Enrico Cenetiempo, capogruppo di Forza Italia, era stato nettissimo: “In merito alla Commissione speciale sulla sicurezza, la nostra posizione è rimasta sempre la stessa dalla firma della delibera a oggi. E la porteremo fino in fondo perché ci crediamo, la parola data per noi resta una sola” (qui la ricostruzione integrale).
Parole non secondarie, visto che Forza Italia è rimasto l’unico partito del centrodestra a sostenere la delibera a suo tempo presentata da Fratelli d’Italia ma dalla quale gli stessi Fratelli d’Italia hanno poi ritirato la firma accontentandosi semplicemente di inserire i temi di sicurezza e legalità tra quelli trattati da una commissione già esistente. Esattamente quanto voluto dalla Lega e dalla lista civica Insieme, che non hanno mai voluto la nascita di una nuova commissione speciale e hanno fatto le barricate contro la sola ipotesi che a presiederla potesse finire Sergio De Santis, eletto nel 2017 con la lista “Insieme per Landriscina” e poi passato a FdI.
In questo quadro, l’ex capogruppo di Forza Italia, Tony Tufano, ora nel gruppo misto, ha rivelato che in realtà il segretario provinciale dei forzisti, Mauro Caprani, qualche tempo fa – prima dell’addio del consigliere ai forzisti in seguito al “caso Pettignano” – gli chiese di togliere la firma dalla delibera difesa soltanto 24 ore fa con roboanti dichiarazioni (il già citato “la parola data per noi resta una sola” di Cenetiempo).
“In realtà – ha rivelato Tufano – il coordinatore provinciale di Forza Italia, Mauro Caprani, quando io ero ancora capogruppo del partito in Comune, mi disse chiaramente di togliere la firma dalla delibera presentata da Fratelli d’Italia. Forse gli altri consiglieri non lo sapevano, ma mi fa un po’ sorridere adesso sentire parlare di rispetto e fedeltà alla parola data. Non è andata così”.
Tufano non ha spiegato nel dettaglio perché Caprani avanzò quella proposta ma è facile intuire che la mossa fosse intesa come una delle tante ripicche tra (teorici) alleati.
Alla fine, in realtà, Forza Italia non ha ritirato l’appoggio politico al documento, a differenza di Fratelli d’Italia riappacificati con Lega e lista civica (mentre Tufano, uscito dal gruppo, lo ha poi fatto ndr). Ma di certo, alla luce delle affermazioni di Tufano, la coerenza alla parola data, così tanto sbandierata soltanto 24 prima dai forzisti, appare ora molto più simile a una delle tante mosse tattiche tra compagni litigiosi. Forse alimentata a maggior ragione dopo lo sgarbo dell’assessore Franco Pettignano che dopo aver lasciato Forza Italia è poi tornato in giunta proprio sotto le insegne di Fratelli d’Italia, suscitando lo sdegno – e a questo punto forse la “vendetta” – degli azzurri.