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Como Acqua, il sigillo di Palma: “Con l’operazione di prima, problemi e liti infinite”

“Se avessimo approvato l’operazione com’era prima? Si sarebbero creati problemi dopo, ne sarebbero nati litigi a non finire. Alcuni non avevano capito in maniera macroscopica, altri meno…”. Parole – ma forse sarebbe meglio dire sentenze, vista l’autorevolezza della fonte – del professor Angelo Palma, il supercommercialista che assieme al collega Silvio Cerruti ha sostanzialmente ribaltato completamente gli esiti della prima perizia sulle 12 società che confluiranno entro il primo ottobre in Como Acqua, il nuovo soggetto territoriale che gestirà il servizio idrico in provincia.

A porre la domanda su cosa sarebbe accaduto nel caso in cui i consigli comunali – a partire da quello di Como, che un anno fa bloccò la fusione – avessero approvato l’operazione nella sua forma originaria, era stato il consigliere comunale Alessandro Rapinese che poi ha votato contro nella commissione comunale di oggi (operazione-bis comunque approvata a maggioranza; unico astenuto Vittorio Nessi di Svolta Civica, mercoledì palla al consiglio comunale, il 27 settembre assemblea dei soci).

Si ricorderà che la relazione presentata nell’aprile scorso da Palma e Cerruti e illustrata dall’assessore Adriano Caldara portò alla luce una discrepanza di valutazioni enorme: il valore economico delle società secondo le precedenti perizie infatti era pari a 86.460.259 euro, mentre il valore economico secondo le nuove perizie salì a 56.819.069 euro. Con i precedenti valori Como Acqua avrebbe avuto un aumento di capitale di 2.336.194 euro, mentre l’aumento di capitale risultante dalle nuove perizie è di 1.523.801 euro, con la differenza di 812.393 euro.

Tornando alla commissione di oggi, sono emersi altri due dati interessanti. Il primo è il peso dei singoli Comuni che hanno aderito a Como Acqua in caso di votazioni: fatto 10mila il totale, Palazzo Cernezzi peserà 1.031 e sarà il socio con la quota maggiore rispetto a tutti gli altri. Per quanto riguarda la quota di partecipazione al capitale sociale, in questo caso il Comune di Como vale il 2,09% per un equivalente di poco superiore ai 500mila euro.

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