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Como, i Cinque Stelle esplodono. Undici consiglieri regionali contro Currò: le alleanze le decidono attivisti e territori

Non che dopo la nota del deputato Giovanni Currò ci fossero ancora dubbi sull’esplosione del Movimento Cinque Stelle a Como, in vista delle elezioni. Ma ora, dopo la nota appena diffusa dai consiglieri regionali che smentiscono seccamente il parlamentare lariano su chi deve stabilire colloqui e decisioni verso le amministrative di primavera, la frattura appare in maniera devastante.

Di fatto, ben 11 consiglieri regionali pentastellati rivendicano l’azione del capogruppo di Palazzo Cernezzi, Fabio Aleotti, e dello stesso esponente comasco al Pirellone, Raffaele Erba, e dunque la facoltà loro di decidere in sede locale sul candidato sindaco e sulle alleanze relative (che, come noto, secondo Aleotti e Erba non prevedono l’intesa col centrosinistra e con Barbara Minghetti ma semmai un’intesa alternativa con Civitas). Un passo che segna l’abisso con la posizione di Currò, che invece aveva stroncato le trattative condotte dal duo comasco appena citato con la lista di Bruno Magatti ed è sempre sembrato più favorevole al dialogo con Minghetti e il resto del centrosinistra.

Cinque Stelle, Currò scomunica Aleotti, Erba e la trattativa con Civitas: “Illegittimi e non riconosciuti”

Di seguito, la nota dei consiglieri regionali pentastellati.

Il Movimento 5 Stelle fonda le proprie radici nella partecipazione attiva e nella democrazia dal basso. Riteniamo che la scelta libera e consapevole dei territori debba essere sempre salvaguardata, quando orientata verso progetti in linea con il nostro programma. Come Gruppo Regionale pensiamo siano pericolose le azioni di chi cerca di delegittimare un lavoro svolto dalla base di concerto con i Portavoce. Soprattutto quando rischiano di dare l’impressione di essere operate in funzione di possibili convenienze politiche.

Pertanto, le decisioni dei gruppi avvenute democraticamente a seguito di incontri con gli attivisti e rappresentanti nelle istituzioni non possono essere messe in discussione da singoli che parlano a titolo personale.

Lo spiacevole episodio di Como è la dimostrazione di come sia improrogabile la definizione di una organizzazione che possa ridare il giusto peso ai territori e a chi promuove con passione il nostro progetto politico nelle diverse province della Lombardia.

In molte città lombarde si sta procedendo ad accordi, perché in realtà non esistono veti ufficiali da Roma in attesa della pronuncia del Tribunale di Napoli. Infatti, tali vicende nulla hanno a che vedere con le alleanze elettorali locali.

Nicola Di Marco
Andrea Fiasconaro
Ferdinando Alberti
Raffaele Erba
Dario Violi
Massimo De Rosa
Marco Fumagalli
Marco Degli Angeli
Simone Verni
Roberto Cenci
Gregorio Mammì

© RIPRODUZIONE RISERVATA

5 Commenti

  1. Alla data di oggi,
    collegandosi a: http://www.lombardia5stelle.it, basta aprire la pagina intitolata “Chi siamo” e poi la sottopagina “Portavoce regionali” per ritrovarsi in elenco i nomi di Piccirillo e della Forte.

    Bisognerà, allora, aggiornare il sito…

  2. Se avesse avuto un briciolo di onestà, Curro avrebbe semplicemente dovuto dire “volevo andare col PD; la coalizione con Civitas mi fa schifo”.

    Invece ha deciso di inventatarsi fantomatiche “volontà del Movimento 5 Stelle sia nazionale che locale”. Mah…

  3. Come mai mancano le firme di due dei tredici portavoce regionali, cioè quelle di Luigi Piccirillo e di Monica Forte?
    Non sembra quindi esserci l’unanimità neanche tra i delegati M5S regionali…

    1. Entrambi non sono più esponenti del Movimento 5 Stelle essondo transitati da tempo nel gruppo misto …….a yellow informarsi prima di scrivere

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