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Como, il flop scuole di Rapinese porta a galla il rumor politico: “Allora non devo candidarmi sindaco…”

Il secondo clamoroso rovescio in Tribunale subito dal Comune di Como sulle scuole da chiudere (e che, stando ai giudici del Tar, non dovranno farlo) ha scatenato le reazioni politiche. Ma tra quelle definibili, per così dire, di prammatica, ce n’è una un po’ più a sorpresa: quella dell’ex assessore all’Urbanistica della giunta Lucini, Lorenzo Spallino, che peraltro qualche robusto rumor cittadino indica come già sondato informalmente per una eventuale candidatura (a sindaco?) nel 2027. Ma andiamo con ordine.

Primi a commentare la sentenza che ha “riaperto” l’asilo Carluccio – dopo che ieri identico destino era toccato alla primaria di via Perti – è stato il Pd.

“Dopo la prima sentenza del Tar, che ha dato ragione alle famiglie della scuola primaria di via Perti, una seconda sentenza annulla anche il provvedimento di chiusura della scuola materna di Via Volta. Questo è il risultato di un sindaco sordo alle necessità delle famiglie e che ha escluso ogni forma di dialogo – si legge nella nota di Daniele Valsecchi, Segretario Cittadino PD, e Francesco Finizio, Referente scuola- Non si è voluto ascoltare la voce di chi chiedeva un percorso condiviso, si è voluti andare muro contro muro, e l’amministrazione comunale né è uscita nuovamente sconfitta. La politica delle chiusure è perdente”.

“E’ ora urgente garantire la piena funzionalità delle due scuole – proseguono i consiglieri comunali Patrizia Lissi e Stefano Legnani – Apprendiamo che mentre le classi dalla seconda alla quinta resteranno in Via Perti, la prima classe nel prossimo anno scolastico sarà in ogni caso presso il plesso di Via Corridoni. Riteniamo tale scelta sbagliata, penalizzante per le famiglie e per la stessa scuola di Via Perti dove deve essere garantita la continuità educativa per i prossimi anni. Chiediamo quindi l’intervento del Provveditore perché non solo la prima classe resti in Via Perti ma anche perché vengano riaperte le iscrizioni per consentire alle famiglie, che avrebbero scelto per i propri figli questa scuola, ma che non lo hanno potuto fare a seguito del provvedimento del Comune, possano farlo ora. Anche per la scuola materna di Via Volta deve essere garantita la piena apertura e funzionalità a settembre per tutte le classi. Il problema richiede una soluzione tempestiva: ci sono da salvaguardare le necessità delle famiglie, considerata l’importanza dell’educazione e della formazione dei bambini, che sono il futuro della nostra città”.

In ordine cronologico, sono poi giunte le parole di Alessandro Nardone (segretario cittadino) e Stefano Molinari (presidente provinciale) per Fratelli d’Italia.

“Ancora una sconfitta per Alessandro Rapinese. Il Tar lo ha smentito, di nuovo. L’asilo Carluccio non doveva chiudere. Avevano ragione i genitori. E adesso, dopo l’ennesima figuraccia, è chiaro a tutti: il suo modo di governare è fallito – si legge nella nota – Rapinese ha messo in ginocchio Como. Ha chiuso scuole, ha ignorato famiglie, ha litigato con tutti. Zero ascolto, zero visione, zero risultati. E adesso la città paga il conto. Fratelli d’Italia dice basta. Siamo pronti a guidare il cambiamento. A partire da subito. Basta arroganza. Basta improvvisazione. Basta isolamento. È il momento in cui ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

Ma, come si diceva, qualche curiosità in più l’ha suscitata l’intervento dell’ex assessore e avvocato Lorenzo Spallino, che peraltro andò a scuola proprio in via Perti e infatti lo scorso inverno appoggiò apertamente alcune iniziative per salvare la scuola dalla chiusura.

Ebbene, oggi, dopo le due sentenze su via Perti e sull’asilo Carluccio, Spallino ha pubblicato su Instagram la foto di ciò che scrisse sul libro scolastico aperto per raccogliere sostegno proprio ai tempi delle mobilitazioni. Il messaggio era questo: “Se diventassi sindaco, per prima cosa riaprirei via Volta e via Perti”.

Oggi, visto quanto stabilito dai giudici su entrambe le scuole, l’ex assessore ha pubblicato: “Ma tu pensa le fortune della vita, non devo nemmeno candidarmi…”. Ironia e basta, forse. E comunque di sicuro l’interpretazione del diretto interessato andrebbe in quella direzione. Eppure, la sensazione (forte, si potrebbe dire fondata) che qualche tentativo di coinvolgere direttamente l’avvocato comasco nella contesa elettorale del 2027 sia in corso o comunque sia stato compiuto – in ipotesi anche come candidato primo cittadino – resta piuttosto marcata.

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