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Politica

Como, il fondatore di Azione lascia Calenda: “Alcuni modi orribili, situazioni tristi, macerie”

Nei confronti di molti compagni degli anni di avventura, le parole sono state piene di riconoscenza e gratitudine, come potrete leggere nel testo integrale che alleghiamo più sotto. Ma allo stesso tempo, le sferzate politiche che Fulvio Martello, uno dei fondatori di Azione a Como nonché ex referente provinciale del partito di Carlo Calenda, lascia in eredità nell’annunciare il suo addio, sono pesantissime.

Una scelta, quella di Fulvio Martello, che comunque restituisce bene il momento generale di grave impasse di quest’area centrista nel suo complesso. Una terra politica ormai quasi più mitologica che reale, dove – digerita la sguaiata separazione tra Calenda e Renzi a livello nazionale – mentre Azione perde i pezzi ed è sostanzialmente invisibile sul territorio, una esangue Italia Viva ha almeno appena eletto Alberto Gaffuri coordinatore provinciale. Cosa e quante persone coordini il pur indomito e valoroso ex sindaco di Albese, non è però dato sapersi.

Tornando all’uscita da Azione Como da parte dell’ex referente provinciale, questi alcuni dei passaggi del suo annuncio:  “Nell’ultimo anno e mezzo ho assistito a molte trasformazioni all’interno del partito cui entusiasticamente ho aderito, tra cui la possibilità concreta di creare un forte Terzo Polo: in tempi non sospetti ho anche sottoscritto la tessera di Italia Viva Como, senza essere oggetto di “presunte campagne acquisti”, al fine di consolidare un sodalizio che a Como ha sempre lavorato bene. Qualcosa è cambiato e ho vissuto anche sulla mia pelle situazioni molto tristi, tra cui valide risorse messe da parte spesso in modo orribile e colpite sul personale, in varie province, personaggi divisivi che hanno logorato il partito, personalismi, dimissioni senza preavviso, comunicati stampa al vetriolo…”.

E ancora: “Uno scenario ben diverso dagli inizi e soprattutto tante domande senza risposta: non è quello in cui ho creduto e non mi riconosco nei modi spesso discutibili di come ora si stanno affrontando le questioni politiche”.

Riflessioni che fanno aggiungere all’autore che – sempre sul piano politico più che umano – “le cose sono cambiate, logorandosi nel tempo e infine spezzandosi, lasciando macerie. È stato giusto provarci fino all’ultimo, comunque”. Da qui il passaggio conclusivo dell’annuncio: “Sono stati anni splendidi, ma adesso è tempo di andare oltre”.

Di seguito il testo integrale di Fulvio Martello, in cui, come accennato, alle forti critiche politiche si affiancano passaggi di forte gratitudine per alcuni degli iscritti e militanti conosciuti in questi anni.

🟢🔵 Ciao Azione

Cosa rimane di questa avventura?

Ho fondato Azione Como: ho avviato le attività nel Settembre 2019, quando esisteva un movimento chiamato Siamo Europei e che due mesi dopo a Novembre è diventato il partito che oggi punta a raccogliere quell’elettorato che crede in una realtà riformista e in un futuro liberale per il Paese.

Grazie a questa esperienza ho conosciuto persone fantastiche in tutta Italia e non solo, ho coltivato amicizie profonde e ho radicato il mio legame con la città dove vivo, Como, che mi ha accolto 10 anni fa.

Non ho avuto particolari ambizioni politiche, se non quella di provare a cambiare le cose divertendomi il più possibile con le persone che ho legato. Nell’ultimo anno e mezzo ho assistito a molte trasformazioni all’interno del partito cui entusiasticamente ho accolto, tra cui la possibilità concreta di creare un forte Terzo Polo: in tempi non sospetti ho anche sottoscritto la tessera di Italia Viva Como, senza essere oggetto di “presunte campagne acquisti”, al fine di consolidare un sodalizio che a Como ha sempre lavorato bene.

Qualcosa è cambiato e ho vissuto anche sulla mia pelle situazioni molto tristi, tra cui valide risorse messe da parte spesso in modo orribile e colpite sul personale, in varie province, personaggi divisivi che hanno logorato il partito, personalismi, dimissioni senza preavviso, comunicati stampa al vetriolo… Uno scenario ben diverso dagli inizi e soprattutto tante domande senza risposta: non è quello in cui ho creduto e non mi riconosco nei modi spesso discutibili di come ora si stanno affrontando le questioni politiche.

Cosa rimane di questa avventura?

Ho scattato molte foto e girato moltissime sequenze, alcune immortalate in modo vivido, altre meno o leggermente sfocate. Rimangono più nitidi delle foto e dei video alcuni ricordi legati al lato umano, che mai dimenticherò e anche se sono ben lontani dalla politica, poco importa.

Ricorderò la sera successiva alla nascita di mia figlia, quando Andrea Luppi, mio mentore politico e futuro padrino della bimba e gli altri fondatori di Agenda Como 2030, mi portarono a cena, per allentare l’ansia da ospedale, o quando Anna Veronelli mi diede una mano in molte questioni famigliari. Ricordo le prime riunioni in pizzeria con Daniele Boga (presente alla primissima riunione al bar) e insieme a Giorgio Selis.

Ricorderò il pomeriggio in cui Hilda Ciceri ha portato il latte per mia figlia nata prematura ed io che dormivo stremato da una trasferta impossibile e quando Maurizio Cinti mi traduceva termini e procedimenti medici (perché si che ho un dottorato, ma non in medicina). Ricordo anche una divagazione sulla musica da film con Federica Andreoli e le serate ad attaccare manifesti con Gianluca Aliverti e Lorenzo Pedretti.

Ricorderò quando Giusy Versace a tarda notte mi chiamò per attestarmi la fiducia del partito e le conversazioni con Claudio Pedrazzini quando l’estate scorsa la situazione del partito era in bilico (già… perché anche se provenienti da Forza Italia, sono davvero ottime persone).

Ricordo le grafiche a tarda notte con Francesco Ogliaro, le chiacchierate a proposito del Lago di Pusiano con Piergiorgio Buccieri e le conversazioni organizzative con Luca Marchiori e Ciro Sicignano.

Ricorderò quando Luigi Maino mi spiegava come cullare meglio la mia bimba mentre mangiavo un gelato in piazza a Cantù e ricorderò di quando Mara Tamantini mi ha tenuto al telefono per dirmi di non mollare, perché alla fine ogni trambusto nel partito, sarebbe passato…

E forse è passato per davvero, perché le cose sono cambiate, logorandosi nel tempo e infine spezzandosi, lasciando macerie. È stato giusto provarci fino all’ultimo, comunque.

Un’altra cosa che ricorderò e che forse non mi renderà “popolare”, sono le tante chiacchierate a pranzo con Doha Zaghi, perché mistress o no, oltre ad essere una persona che è stata vicina alla mia compagna e alla mia bimba in grembo senza che glielo chiedessi, ha una grande intelligenza e dialettica ed il ruolo che le hanno affibbiato in questa storia, è assolutamente ingiusto.

Un in bocca al lupo alle persone buone che rimangono in Azione: sicuramente ci incontreremo ancora.

Sono stati anni splendidi, ma adesso è tempo di andare oltre.

“E ho guardato dentro un’emozione

E c’ho visto dentro tanto amore

Che ho capito perché non si comanda al cuore

E va bene così

Senza parole.” (cit. Vasco Rossi)

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Trovo ingeneroso e inappropriato l aggettivo esangue attribuito a Italia Viva . È invece un partito che sta un po’ alla volta trovando spazio nel consenso degli elettori,anche a Como, e che sta crescendo come numero di iscritti

  2. Spiace per quella che sembra una brava persona, ma chiunque dia fiducia al bulletto da cortile di scuola privata Carlos Raccomandados Callende, non poteva che rimanere deluso.

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