Dopo la cancellazione delle Consulte, il sindaco di Como Alessandro Rapinese punta anche all’abolizione delle Commissioni consiliari, organismi (non obbligatori e con ruolo consultivo e preparatorio sugli atti poi destinati al consiglio comunale) che praticamente da sempre fanno statutariamente parte dell’attività politico-amministrativa a Palazzo Cernezzi. Ne fanno parte, per la trattazione di diverse tematiche, rappresentanze ridotte di consiglieri sia della maggioranza sia delle minoranze.
Ad affermarlo, nella seduta di ieri sera, lo stesso primo cittadino che – ignorando il silenzio tombale dei suoi consiglieri durante le sedute di consiglio – ha accusato di silenzi a suo dire intollerabili gli esponenti delle minoranze.
“Le Commissioni sono un organo neanche necessario, non parliamo di qualcosa che il Tuel ha tutelato e previsto – ha affermato durante la discussione sulle contestate modifiche al regolamento del consiglio comunale – Una riflessione sulle Commissioni la farò e la faremo se continuiamo così, come fa lei Legnani capobanda (consigliere del Pd, ndr), che in Commissione non dice niente e poi un minuto dopo chiama i giornalisti e rilascia le dichiarazioni. Allora forse è più importante andare sul giornale a dire peste e corna”. Il riferimento è alle dure contestazioni mosse proprio alle modifiche del regolamento del consiglio comunale in discussione in aula.
“Forse la cosa giusta da fare, ci sto pensando stasera, è proprio eliminarle queste commissioni – ha aggiunto il sindaco – se servono a venire, non dire niente, costantemente niente, e poi andare sui giornali. Perché allora poi non potete venire qui a dire che sono importanti”.
“La ragione per cui vi inviterò a cancellare le Commissioni è perché di fatto non servono – ha concluso – perché vengono (i consiglieri di opposizione, ndr) non dicono niente, un minuto dopo chiamano la stampa come Legnani”.