In consiglio comunale a Como scoppia un giallo sul superdirigente delle Opere pubbliche Luca Noseda, fortemente voluto dal sindaco di Como Alessandro Rapinese e letteralmente strappato – dopo lunga trattativa e non poche tensioni – al Comune di Cantù dove era precedentemente approdato proprio lasciando Palazzo Cernezzi. Noseda arrivò, anzi tornò nel capoluogo ufficialmente a partire dal 1° luglio 2023 dopo essere stato dirigente nella Città del Mobile, guidata dal sindaco leghista Alice Galbiati, dal novembre 2020 appunto al luglio di 3 anni dopo.
Proprio il fatto di essere rimasto in servizio meno di 5 anni, come alcune fattispecie contrattuali e legislative prevedono (e che nel caso non siano rispettate prevedono provvedimenti anche severi), fece nascere il lungo braccio di ferro tra Como e Cantù, alla fine risolto a favore dell’amministrazione Rapinese. Il caso, però, fece discutere a lungo, tanto che nel novembre 2023 al caso fu dedicata una seduta di consiglio comunale a porte chiuse, su richiesta di chiarimenti fatta dal consigliere di Svolta Civica, Vittorio Nessi.
Questa sera, dopo un lungo silenzio, la vicenda è tornata in aula a Palazzo Cernezzi, portata da esplicite domande poste a Rapinese dall’esponente di Fratelli d’Italia, Antonio Tufano.
Il ruolo di Noseda, d’altronde, è cruciale per tutte le più importanti partite avviate dall’amministrazione Rapinese, dallo stadio alla cittadella dello sport di Muggiò, fino al recupero della Ticosa.
“Premesso che lo stadio Sinigaglia rappresenta un’infrastruttura strategica per la città di Como e per il suo sviluppo sportivo ed economico, e premesso che l’investimento del Calcio Como 1907 è di rilevante importanza per la città e per la sua crescita – ha esordito Tufano in consiglio comunale – Vengo a conoscenza di una situazione di stallo determinata da presunte irregolarità nella passaggio da Cantù a Como dell’architetto Noseda. Il quale, in caso estremo e tutto da confermare ovviamente, potrebbe lasciare il Comune privo del dirigente di settore, quindi del principale referente per il progetto”. Nessuna affermazione, dunque, ma la richiesta di chiarimenti su indiscrezioni ufficiose in effetti insistenti negli ultimi giorni tra i corridoi del Comune (anzi, dei Comuni: anche a Cantù).
“Tutto ciò, sempre che vi fossero conferme – ha proseguito Tufano – potrebbe rallentare e compromettere l’iter di realizzazione del progetto e ritengo che trasparenza e informazione nei confronti degli attori coinvolti (proprietà Calcio Como 1907 e cittadini) siano elementi essenziali per garantire il buon esito dell’operazione”.
Dunque la domanda diretta al primo cittadino: “Chiedo a lei, sindaco, se abbia conferme o smentite da dare in tal senso; se, nel caso, abbia già informato la proprietà in merito, se abbia mai pensato di informare sullo stato dei fatti la cittadinanza e gli stakeholder interessati, e quali azioni amministrative intenda intraprendere per garantire che il progetto dello Stadio Sinigaglia proceda senza ulteriori ritardi o incertezze. Inoltre chiedo soprattutto quali siano state le misure adottate o da adottare, in caso di eventuali problemi, per individuare un nuovo referente che possa garantire la continuità operativa del comune su questo progetto e sugli altri dossier. In ultimo chiedo se l’amministrazione ritenga opportuno creare una commissione consiliare per esaminare e discutere il progetto”.
Un caso per ora solo potenziale, dunque, a dispetto delle disparate voci che si rincorrono da qualche giorno e portate in aula da Tufano questa sera. Al consigliere, però, il sindaco ha opposto un sostanziale no comment nella sua replica, poiché trattasi di informazioni specifiche di natura anche personale riguardanti un singolo dirigente, criteri per cui – come già accaduto per la seduta del novembre 2023 svolta a porte chiuse – Rapinese ha opposto la questione di riservatezza. Nelle prossime ore, però, inevitabilmente se ne saprà di più.