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Como laboratorio leghista? Tra migranti, dormitorio e soldati, intervista a Salvini: “Promuovo Landriscina”

Il lessico famigliare di Matteo Salvini declina tanto spesso la parola Como che vien da pensare di avere un ministro al Lario in seduta permanente. Comizio il primo aprile in città, poi domenica 28 a Cantù per la campagna elettorale (questa intervista è stata fatta qualche giorno prima).

Il capitano ha una conoscenza minuziosa del capoluogo. Tra militari in centro città, quella via Milano alta che “non è Italia”, il no incondizionato a un dormitorio stabile per senzatetto e la chiusura del Centro Migranti, pare quasi Salvini abbia eletto Como a officina leghista. MatteoLab: un centro sperimentale per il futuro del partito (e del Paese?).

Ph Congregalli (anche la foto di copertina)

Ministro, l’arrivo dei militari a Como ha fatalmente acceso il confronto. E’ davvero una città che ha bisogno di soldati in strada?
L’importanza strategica di Como non è diversa da quella di Lampedusa. Con caratteristiche evidentemente diverse, ma sono entrambi confini, da presidiare. Non a caso i quindici militari che saranno distaccati in città si occuperanno, oltre al pattugliamento dei giardini a lago e della città murata, soprattutto della stazione San Giovanni, dove negli scorsi anni abbiamo assistito a veri e propri accampamenti di immigrati che tramite la linea ferroviaria puntavano a raggiungere altri Paesi d’Europa, con il preoccupante intensificarsi del fenomeno dei trafficanti di esseri umani che avevano installato vere e proprie filiere logistiche a supporto del loro infame business. Lo so che oggi la situazione è sensibilmente migliorata, dopo la chiusura del Centro di via Regina e grazie alla politica dei porti chiusi che ha generato una drastica riduzione degli ingressi via mare, decimando così anche le presenze alla frontiera Nord, ma questo non vuol dire che si debba abbassare la guardia, anzi.

Non pensa, così facendo, di aver, in qualche modo, svilito l’operato delle altre forze dell’ordine?
Assolutamente no, perché i pattugliamenti saranno congiunti con le forze di polizia. Peraltro in questi mesi abbiamo messo in campo un piano di potenziamento di tutti i presidi delle forze dell’ordine sul territorio. A Como l’incremento sarà di circa 35 agenti, di cui 10 già operativi. Tutto ciò, oltre all’ingente campagna di controlli straordinari per la prevenzione allo spaccio di droga e contro i reati predatori che da settimane sta interessando con grande spiegamento di uomini e mezzi il vostro territorio.

Il numero di soldati è destinato a aumentare?
Al momento un raggruppamento di quindici unità sembra ben bilanciato per affiancare le forze dell’ordine nel territorio di Como, è lo stesso dispiegato in provincia di Monza per intenderci. Certamente seguiremo questa sperimentazione con un costante monitoraggio per verificare l’efficacia e nel caso intervenire per migliorare o aumentare uomini e dotazioni.

Per quanto rimarranno operativi?
Resteranno finché serviranno a garantire maggior sicurezza. E’ finita la stagione degli interventi a spot, con la data di scadenza incorporata. La sicurezza si deve fare seriamente, altrimenti tanto vale.

Como passanti in via Milano alta ph: Carlo Pozzoni

In occasione dell’ultima visita comasca ha detto: “Il mio sogno è andare in via Milano passeggiando in Italia. Ci stiamo lavorando”. I negozianti stranieri della zona hanno replicato: “Lavoriamo e paghiamo le tasse, siamo italiani” e le statistiche non evidenziano reati o episodi particolarmente significativi. Come pensate di intervenire e perché?
Allora mi spieghi perché sono decine i cittadini comaschi che mi scrivono ogni giorno lamentando schiamazzi, risse, piccoli grandi episodi di degrado e insicurezza. Io non voglio aspettare che ci sia un qualche grave fatto di cronaca per occuparmi di un problema che esige evidentemente una soluzione. Quale? Prima di tutto più presenza delle forze dell’ordine, a tutela di tutti, italiani e stranieri onesti. Dopodiché occorre accelerare sul piano di riqualificazione urbanistica a cui sta lavorando il Comune, creare un nuovo parcheggio per esempio potrebbe essere una delle carte giuste per far tornare appetibile una zona che la cosiddetta cultura del buonismo ha lasciato scivolare nella marginalità. Dire che voglio andare in via Milano passeggiando in Italia non significa che i titolari dei negozi si devono chiamare tutti Bianchi o Brambilla, ma nemmeno si deve lasciare che un’eccessiva densità degli insediamenti stranieri snaturi l’identità dei luoghi, altrimenti il risultato non è l’integrazione, ma i ghetti. E il passo successivo sono le Banlieue.

(Ph: Pozzoni)

Como ha un problema di lunga data con i senzatetto, italiani e stranieri. I servizi d’emergenza invernali hanno chiuso e, ancora una volta, decine di persone sono tornate in strada. Non avrebbe senso per la città un dormitorio annuale (7/7 h24) che risolva definitivamente la questione evitando accampamenti improvvisati (come l’ex Chiesa di San Francesco)?
Anche su questo punto mi dicono che i numeri si sono molto ridotti dopo la chiusura del centro di via Regina e lo strutturale calo degli arrivi via mare, però è altrettanto chiaro che la marginalità sociale non è una questione di numeri. Fosse anche una sola la persona costretta a dormire per strada, bisogna lavorare per dare a tutti un tetto. Su questo punto l’Amministrazione mi sembra molto attenta: ogni anno un milione di euro viene dedicato a interventi in favore della grave marginalità, sostegni all’affitto, emergenza freddo, bagni e docce pubbliche, inclusione lavorativa, tutela della post convalescenza, senza dimenticare la presenza a Como di un dormitorio comunale aperto 365 giorni (Ozanam, circa 60 posti, sicuramente non sufficienti, Ndr) all’anno, a dispetto di molte altre realtà che sono dotate solo di strutture stagionali. Detto ciò, purtroppo, bisogna anche aggiungere che quello della gravissima marginalità rappresenta spesso un mondo con dinamiche autonome e parzialmente incomprensibili secondo i canoni e le previsioni degli enti locali. Per esempio è molto diffuso il fenomeno di chi nonostante la presenza di progetti e strutture di accoglienza, preferisce ugualmente dormire in strada, soprattutto nei mesi più miti. Ripeto, si tratta di dinamiche complesse.

Giunta Landriscina

Il sindaco Landriscina, il Mario come lo chiamano le sue fedelissime Zarine Locatelli e Negretti, è stato fortemente appoggiato dalla Lega. Il vicesindaco è una sua fedelissima. Ritiene che i primi due anni di mandato abbiano soddisfatto le attese e rispettato le promesse elettorali? La giunta ha avuto diversi problemi, rimpasti, tensioni.
A me sembra che il Comune di Como stia lavorando molto bene nel difficile compito di armonizzare le esigenze di una città in cui devono convivere la forte anima commerciale e industriale, con la relativamente recente impennata turistica.  Non sempre è facile, quindi bene se si discute, anche vivacemente, ma alla fine credo che il grande merito di Landriscina, Locatelli e degli altri componenti della giunta sia la capacità di decidere. Di dire “si” quando è “sì” e “no” quando è “no”. Poi guardi, fortunatamente l’ultima parola non la dirà Salvini, ma i cittadini comaschi che decideranno se in stazione è meglio avere gli accampamenti improvvisati di qualche tempo fa, oppure i militari a garantire più sicurezza.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem

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Un commento

  1. Se ci sono decine di lettere di comaschi che si lamentano della scarsa sicurezza, è inimmaginabile quante gliene arrivano dal resto dell’Italia.
    Ma come fa a leggerle tutte? Non è che oltre a vestirsi da Poliziotto, Vigile del fuoco, Soldato e Bidello si trasforma come Jeeg robot d’acciaio e diventa un sofisticato scanner munito di OCR? Dove si inseriscono i fogli da scansire? Si può immaginare. E l’assistente che glieli inserisce? Pure. Lo scanner dov’è collocato? Non se ne ha idea. Le informazioni dove si archiviano? Questo è il vero mistero……. Per ora limitiamoci a goderci lo spettacolo del nostro mitico “capitano”.

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