Un paio di settimane fa, quando ha deciso di rilasciare quella che sarebbe diventata la più clamorosa intervista della sua carriera, il deputato Alessio Butti non aveva davvero calcolato tutte le conseguenze. Strano per un vecchio e astutissimo lupo della politica.
“Ho appena rassegnato le dimissioni, irrevocabili, dal ruolo di capogruppo“.
Una domenica mattina, sul presto, mentre sorseggia caffè e accende la prima sigaretta, Patrizia Maesani prende la decisione. E’ vero, non perde la consueta eleganza della leonessa di Palazzo ma è una furia. Mai toccare i figli a un felino: “Nessuno, nessuno può chiedermi di tradire i miei princìpi“.
Ancora una volta è la doppia questione Centro Migranti-senzatetto a far da metronomo al dibattito cittadino.
In estrema sintesi: Butti in un’intervista al quotidiano La Provincia era stato più che lapidario: “Chiudere il centro di via Regina può avere delle conseguenze non positive. Lo dico senza alcuna polemica. Sta arrivando l’inverno, non vedo perché si debbano montare le tende quando a Como esiste già questa struttura, decentrata, gestita bene dalla Croce Rossa, con medici e volontari che vanno ringraziati”.
Ne è seguito un confronto feroce (qui tutte le tappe, oramai parecchie) culminato in quattro passaggi fondamentali. La mozione delle opposizioni a Palazzo che perfida e grondante furbizia ricalca quasi alla lettera il Butti-ragionamento e di fatto costringe il centrodestra a schierarsi (qui), il coming-out del capogruppo di Forza Italia, Tony Tufano, che pur non (ancora?) annunciando il voto al documento si schiera con l’onorevole (qui), l’attacco del sottosegretario leghista Nicola Molteni (primo attore della chiusura) al collega Butti (qui) e infine il consigliere Fdi, Sergio De Santis che ieri non l’ha toccata piano: “Spacciare la chiusura di un centro di accoglienza come una cosa intelligente, prima ancora di aver risolto definitivamente il problema della presenza di migranti irregolari e definito quella dei regolari, è come chiudere un ospedale, cacciare i malati in strada e dire di aver sconfitto una malattia” (qui).
E’ stato l’ultimo tassello a scatenare Maesani. Si tratta di una decisione che, in realtà, stava maturando da qualche giorno. Il silenzio stampa imposto dal partito sul tema nell’ultima settimana l’ha imbrigliata, infastidita, certo umiliata. Così la leonessa in gabbia è esplosa. “Mi dimetto, è irrevocabile. Tra poco avviserò sindaco e presidente del Consiglio”.
Perché?
Perché mentre altri consiglieri possono parlare (e sia chiaro, condivido ogni parola di De Santis) da capogruppo devo istituzionalmente rispettare le direttive del partito. Mi dispiace la coerenza coi miei principi e la mia storia mi obbliga a non tacere di fronte a un tema in cui credo completamente
Quale?
La dignità dell’uomo, a prescindere da dove è nato
Parliamo di migranti e senza tetto. Dell’ex chiesa di San Francesco e della chiusura di Via Regina
Sotto San Francesco non ci sono sacchi dell’immondizia ma persone che stanno perdendo la dignità, quando è in gioco la dignità tutto il resto va in secondo piano. Sposo interamente quanto dichiarato da Alessio Butti
Ma allora non è chiaro. Se siete d’accordo perché il silenzio stampa?
Sono strategie di partito ma prima del partito ci sono i miei valori. Da capogruppo, ribadisco, avrei dovuto tacere. I consiglieri possono parlare liberamente, io voglio dire la mia. Sono in totale dissenso col silenzio stampa
Le causerà dei problemi
Sono un’insubordinata liberale di destra e me ne vanto, pronta a pagare le conseguenze ma i miei valori superano tutto
Quindi voterà la mozione del centrosinistra contro la chiusura di via Regina
Sì e la emenderò
Come?
Se il problema è come dice il sottosegretario Molteni sono i costi ci sono soluzioni: si mettano a disposizione immobili del Comune attualmente vuoti. Penso al collegio universitario attualmente chiuso in piazza Santa Teresa ma ci sono molti immobili pubblici a disposizone. Non si può parlare di reddito di cittadinanza per dare dignità agli italiani quando ci sono altri italiani che dormono addiaccio in San Francesco. Non mi ritengo perditempo come dice il deputato Zoffilli, perché abbiamo sempre fatto proposte concrete. Mi hanno impedito di portare avanti cose come i lavori socialmente utili poi parlano di reddito di cittadinanza. Chi fa assistenzialismo alla fine?
Momento catastrofico per il partito. Prima l’addio di Bulgheroni, poi la minaccia di Dotti, adesso lei
Perché catastrofico? C’è un fermento che dimostra sano confronto tra anime diverse. E’ un partito con la testa che non vive di ragionamenti unici. Quando mi sono candidata tutti conoscevano le mie opinioni sui temi etici e umani
Molto vicine alla sinistra
I miei valori sono sempre stati noti a tutti, io non ciancio, metto faccia e mani. Sono e resto di destra l’immigrazione delle porte aperte è pelosa, buonista, ipocrita. Il governo Renzi ha aumentato gli sbarchi barattando la flessibilità dei bilanci nazionali, non condivido per nulla la politica migratoria del centrosinistra. Ciò detto quando queste persone sono qui per me sono persone, non ghaneani, siriani o etiopi. L’uomo che rischia la vita, che vive senza dignità è un uomo, punto. Ma parlare del mio partito adesso è l’ultimo dei problemi, parliamo della dignità dell’uomo e di quanto accade a Como
Politiche del suo alleato, la Lega
La Lega mi dica se sgombrando San Francesco queste persone svaporeranno. E’ una presa in giro
E’ una battaglia del vicesindaco Locatelli
Nulla di personale ma misuriamoci coi risultati. Ieri sera c’erano 20 persone a San Francesco, altrettante nel Gb Grassi (padiglione dell’ex ospedale Sant’Anna), 3 in San Fedele, 4 al broletto, una a Sant’Eusebio
E molti invisibili di cui nemmeno i volontari sanno
Esattamente. Se chiuderanno il centro le persone non spariranno
E arriva l’inverno, Emergenza Freddo aprirà il 3 dicembre
Sono stata la prima a chiedere l’apertura della stazione San Giovanni per i senzatetto, prima della sinistra, prima di chiunque. Mi sono beccata palate di fango anche dal mio partito. Lo sapevo ma va bene così
Resta consigliere?
Sì
Nel gruppo?
Se non piaccio mi caccino
“Che fai, mi cacci?”, già visto
(Sorride)
4 Commenti
Sicuramente l’aspetto “sociale” dei partiti e dei movimenti dai quali FdI trae le proprie origini è una delle ragioni per questa presa di posizione.
Tuttavia un politico intelligente valuta, anche e soprattutto, gli effetti delle scelte nel medio periodo. Un numero non facilmente prevedibile di senza tetto, profughi e disperati vagherebbe in giro per il centro città in condizioni non dignitose e igienicamente precarie. Gli esigentissimi cittadini comaschi se ne lagnerebbero. Questo creerebbe un problema all’Amministrazione che sarebbe costretta a tornare sui propri passi riaprendo il Centro di via Regina o strutture simili altrove. Non si risparmierebbero critiche e ironia. Il rischio di questo scenario è evidente.
Solo un “baluba” non riesce a comprenderlo.
Non condivido quasi nulla delle idee politiche dell’Avvocato Maesani però apprezzo molto le ragioni che ha espresso nell’intervista. Non tanto per la visione liberale, anche se “di destra”, quanto per l’acume di chi comprende che una scelta sbagliata è sbagliata a prescindere dalla convinzione ideologica che la sostiene.
Intelligenza, etica e coerenza.
Un applauso a Maesani, figura di spicco nello squallido centrodestra comasco.
Chapeau!
Una persona seria. La ammiro
e vai……un’altra partenza da quel partito,tra poco se la cantano e se la suonano in pochi forse è meglio che si sciolgano, se aveva quei principi doveva andare in un altro partito