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Crisi, il comasco Currò (M5S) con Conte: “Da governo e Draghi ostacoli e risposte parziali”. I 9 punti

A poche ore dal momento decisivo per la crisi di governo in atto – appuntamento in Parlamento mercoledì – l’unico deputato comasco del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Currò, si schiera apertamente dalla parte dei “falchi” pentastellari. E lo fa schierandosi con il leader Giuseppe Conte e sostenendo i nove punti proposti al premier (dimissionario) Mario Draghi per poter continuare la legislatura assieme. Altrimenti, tutto fa presupporre che si andrà al voto anticipato forse già all’inizio di ottobre.

“Come Movimento 5 Stelle in questi anni di Governo non ci siamo sottratti alla responsabilità che nel 2018 i cittadini ci hanno conferito, abbiamo agito nel merito dei provvedimenti, consapevoli del contesto che sta affrontando il Paese – rivendica Currò in una nota – Il Dl aiuti, ho avuto l’onore di affrontarlo nella commissione che presiedo, un provvedimento importante per i cittadini, ma non sufficiente per rispondere compiutamente e tempestivamente alle difficoltà importanti del momento. A fronte di questo provvedimento in Commissione abbiamo dispiegato tutte le nostre energie affinché si cercasse di risolvere questi problemi importanti, uno su tutti la cessione del credito del superbonus 110%. Solo alle 4.30 della mattina abbiamo ottenuto, con non poche difficoltà causate dal governo, una risoluzione parziale del problema. A fronte di tutto ciò è importante aprire una riflessione sul metodo, ma soprattutto sul merito del prosieguo del Governo”.

“Il Presidente Conte ha posto al centro 9 punti programmatici per affrontare temi cruciali per la tenuta sociale del Paese – prosegue il deputato comasco dei pentastellati – e la replica del Premier Draghi è stata purtroppo parziale su un solo punto riguardante il salario minimo, annunciando nuovi aiuti senza entrare nel merito degli stessi. A questo punto è importante rivedere in quale direzione vuole proseguire il Premier per le opportune valutazioni perseguendo sempre l’interesse dei cittadini e delle imprese”.

Il documento di Conte e dei 5 stelle

Le premesse
I Cinque Stelle avevano parlato di “profondo disagio politico”, circa la partecipazione a questa maggioranza di governo. I 9 punti hanno esplicitato le ragioni di questo disagio. Il documento, come tradizione pentastellata, era stato reso pubblico sul sito del Movimento, e si rivolgeva al Presidente del Consiglio. In premessa, il movimento guidato da Conte ha specificato come si sia messo a disposizione del Governo Draghi per senso di responsabilità nazionale.

Il sottotesto probabilmente è più o meno il seguente: “nonostante la nascita a seguito della defenestrazione di Conte”, infatti nel testo si parla di “generosità politica”. Il Movimento – sempre nella premessa – rivendica di aver deciso di “non volgere le spalle al Paese”. Scelta saggia, dato che il ruolo di ogni parlamentare è servire questo Paese.

Il testo continua rafforzando il senso di generosità dato che, recita il testo: “Non si può nascondere che il processo politico e la collocazione nel governo hanno pesato sul nostro elettorato. Lo hanno sfibrato e anche eroso”. Fatte queste premesse, il documento chiede al Governo una certa azione di discontinuità, soprattutto nel rapporto tra Presidente e Consiglio dei Ministri, degradato al ruolo di ente certificatore di scelte già prese dal singolo uomo al comando.

I punti su reddito di cittadinanza e lavoro
Il primo punto della lista di priorità del Movimento è il reddito di cittadinanza. Una scelta in piena coerenza con quello che per anni è stato il cavallo di battaglia dei 5 Stelle. Negli ultimi mesi, l’opinione pubblica aveva iniziato a criticare più aspramente del passato il reddito di cittadinanza. Il motivo è congiunturale, siamo in estate e c’è carenza di lavoratori.

La critica – sicuramente ingenerosa – è che il reddito di cittadinanza consente alle persone di stare a casa anziché andare a lavorare. Sembra un dibattito surreale, considerato il divario tra gli stipendi reali (per quanto bassi, per quanto stagionali) e il reddito di cittadinanza. Eppure il clima attorno alla misura introdotta dal governo giallo-verde era tale da prefigurare l’ipotesi di una sua cancellazione in un futuro prossimo.

Nel loro punto, dunque, i contiani rivendicano l’indisponibilità a “considerare ulteriori restrizioni ancora più penalizzanti, preordinate a restringere la portata applicativa di questa riforma”.

I punti successivi parlano di salario minimo (secondo punto), da introdurre come priorità, insieme alla reintroduzione del “Decreto Dignità” (terzo punto), del Governo Conte II, temporaneamente sospeso.

Il “Decreto Dignità”, dal punto di vista dei 5 stelle è una misura capace di contrastare il precariato.

I punti sull’economia
Il quarto punto richiede un intervento straordinario per le famiglie e le imprese che si sostanzia in uno scostamento di bilancio e un importante taglio del cuneo fiscale per i lavoratori (in linea con quanto effettivamente fatto dal governo Conte II con il DL n.3 del 2020, strumento integrativo del vecchio “Bonus Renzi”).

Sempre nel rispetto dell’anima originaria del Movimento, il quinto punto parla di transizione ecologica, di prevedere una fine progressiva per l’estrazione e lo sfruttamento di energia fossile e di una contrarietà ad investire ulteriore denaro pubblico in favore di infrastrutture a gas.

Il sesto punto difende l’utilità e la necessità del Superbonus 110% per le ristrutturazioni e il recupero del patrimonio edilizio nazionale. Dal punto di vista del Movimento, le dichiarazioni di Draghi sul tema hanno creato un “clima di forte sfiducia” nei confronti del Superbonus. Conte chiede pertanto uno sblocco del meccanismo della cessione dei crediti. In effetti, la situazione per le imprese edilizie è decisamente critica, sicuramente anche a causa della situazione economica internazionale con le gravi ripercussioni sui livelli record dell’inflazione.

Infine, il settimo punto è dedicato al cashback (altra misura di epoca contiana, che incentivava l’utilizzo di metodi di pagamento elettronici); l’ottavo punto, focalizzato sulla rateizzazione delle cartelle esattoriali; ed, infine, l’ultimo punto sulla differenziazione dei ruoli tra Parlamento ed Esecutivo.

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