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De Santis (FdI): “Per Giorgio Perlasca solo una stele anonima. Nato a Como, la città ne onori la memoria”

Il consigliere di Fratelli d’Italia, Sergio De Santis, chiede che il Comune di Como ricordi in maniera più adeguata e decorosa Giorgio Perlasca, il comasco capace di salvare migliaia di ebrei ungheresi dalle deportazioni naziste durante la Seconda Guerra Mondiale.

Secondo De Santis, infatti, “il cippo a ricordo di Giorgio Perlasca nella sua Como è una stele anonima e nessuna cerimonia per onorare dignitosamente la sua memoria”.

“Tutti conoscono la storia personale e cosa fece Giorgio Perlasca nell’inverno del 1944 – ha spiegato il consigliere di Fratelli d’Italia in consiglio comunale – quando grazie a un espediente (si finse il Console di Spagna a Budapest) riuscì a salvare dalla deportazione nazista oltre 5000 ebrei ungheresi, a rischio della propria vita. Non tutti sanno però che era nato a Como, e ancor meno sanno che esiste nella sua città, presso i Giardini a Lago, un cippo semi dimenticato, che lo ricorda molto genericamente. Perlasca è stato un eroe moderno, e l’attualità della sua figura la ritroviamo, con le dovute differenze, in quanti ancor oggi, in Afghanistan, sono disposti a rischiare la propria vita pur di portare in salvo uomini, donne e bambini, destinati altrimenti ad essere oppressi, violentati, se non addirittura uccisi”.

“Premesso ciò, sarebbe doveroso onorare ogni anno la memoria di Perlasca, cosa che non credo sia avvenuta, ricordando che il prossimo 15 agosto sarà il trentennale della sua morte (15 agosto 1992) – ha aggiunto De Santis – Chiedo altresì che al nostro concittadino, Medaglia d’Oro al Valor Civile, Giusto tra le Nazioni, onorato e conosciuto in tutto il mondo, sia dedicata una scuola della nostra città. E’ nelle scuole, anche nelle scuole, dove si forgiano i cittadini di domani, che la storia di Giorgio Perlasca dovrebbe essere insegnata, per far conoscere ai ragazzi da quale oscura Europa proveniamo, come siamo divenuti l’Europa libera e democratica di oggi, e perché dagli errori del passato si traggano gli insegnamenti per non ripeterli mai più”.

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