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Dopo la condanna Lucini rompe il silenzio: “Senti morire dentro ogni ideale e passione”

Checché legittimamente ciascuno ne pensi, Mario Lucini ha il raro dono della dignità. Composta, pudica, spesso (eccessivamente) silenziosa e mai un millimetro fuori posto.

Con la stessa attenzione (tanto delicata quanto timidamente passionale) che ha segnato il suo quinquennio da sindaco, pochi minuti fa ha pubblicato un post su Facebook. Una riflessione profonda (e, pensiamo, unica) che segue la condanna arrivata qualche giorno fa per il caso Paratie:

Processo paratie: un anno e mezzo a Lucini. Il Pd: “Tutto il partito gli è vicino”

Riportiamo integralmente un intervento che vede Lucini per la prima volta da quando lo conosciamo (è una frequentazione giornalistica di antichissima data) parlare di qualcosa di intimo, personale. Non nasconde dolore, vertigine del fallimento, impotenza. C’è il coraggio dell’umano (tremendamente umano) nelle parole dell’ex sindaco che pure continuerà il proprio percorso con la giustizia (gli altri gradi) ma oggi mostra la forza (dignitosissima, appunto) dei miti. Ci limitiamo a questo, parliamo dell’uomo e del politico che abbiamo frequentato per moltissimi anni.

Di carte e processi parleranno meglio altri, altrove.

Ecco:

Voglio ringraziare di cuore le tante persone che in questi giorni hanno voluto manifestarmi la loro vicinanza.
Ci ho messo un po’ di tempo, lo so, e me ne scuso con voi, ma ho sempre pensato che nei momenti difficili si debba evitare di lasciar guidare i propri pensieri e le proprie parole dalla delusione o, peggio ancora, dalla rabbia. E io sentivo il bisogno di qualche giorno di “decompressione”.


Spesso la vita ci pone davanti prove dolorose e impensate. Mai però avrei immaginato di poter essere un giorno considerato “controparte” dalla Repubblica Italiana, il mio Paese; un Paese che amo e di cui rispetto le Istituzioni.
E’ un colpo duro, difficile da metabolizzare.


Gli ideali, le passioni, i sogni che ti hanno accompagnato nella vita, te li senti morire dentro, ed è davvero brutto.
Ma al di là dell’amarezza, penso che nessuno possa permettersi di lasciar morire i propri ideali, le proprie passioni e i propri sogni. Con umiltà e coraggio vanno rivitalizzati e rinnovati ogni giorno.


Anche perché c’è un’altra cosa in cui ho sempre creduto ed alla quale non intendo rinunciare adesso: l’affermazione della verità.
E anche perché oltre al rispetto per le Istituzioni del mio Paese, che ho sempre avuto e non rinnego ora, penso, anzi sono certo, di dovere rispetto anche a me stesso, al cammino che ho sin qui percorso, alle persone che in questo cammino ho incontrato.
Nella mia vita ho ricevuto molto da molte persone e ho sempre cercato di dare quello che le mie capacità e i miei difetti mi consentivano, con impegno, serietà, correttezza e com-passione.
E so di dover continuare a farlo. Ci sto provando.

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6 Commenti

  1. Credo che le scelte DISCUTIBILISSIME che hanno penalizzato la città siano state anzitutto quelle della giunta Bruni ( che invece se la cava con la prescrizione.. E se ne compiace..). Forse sarebbe lui ( Bruni) il giusto obiettivo del sarcasmo e della critica senza sconti.

  2. Complimenti consigliere Rapinese per il generoso senso di umanità, per cui chiama ” piagnucolare ” l ‘ espressione dei sentimenti di un collega in un momento particolarmente difficile. ” Se l ‘ è cercata..” frase tipicamente andreottiana ( vedi caso Ambrosoli).
    Aspettiamo per contro di vedere le magnifiche sorti e progressive che sicuramente vivrà Como sotto la Sua futura sindacatura, che prima o poi batterà come l ‘ ora segnata dal destino nei cieli della patria.(Scusi l ‘ ironia, non ce l’avevo con Lei, qualche Suo blitz l ‘ ho apprezzato)

  3. Ricordo bene la faccia di Lucini quando disse che “l’Anac non è la Bibbia”. Decine di campanelli hanno cercato di metterlo in guardia, ora si goda i frutti delle sue azioni. Se l’è cercata. Invece di piagnucolare si scusi coi comaschi. Ci ha fatto perdere un sacco di tempo e soldi…

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