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Dote scuola in Lombardia, furia Butti: “Italiani fuori perché il ‘Ben Alì’ di turno è qui da qualche mese. Non è razzismo, è ingiusto”

A domanda diretta, sul senso dell’intervento, precisa: “A me i nomi interessano meno di zero. Ma non è possibile che migliaia di famiglie italiane non abbienti restino fuori graduatoria perché il signor Ben Ali (nome di fantasia) è in Italia d a qualche mese. Non è giusto”. Quindi, un po’, i nomi gli interessano.

Cosa succede? Succede che il deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, ha sfogliato le graduatorie lombarde per le famiglie che hanno chiesto la dote scuola, sostegno economico per l’acquisto di libri e materiale didattico per i figli.

Gli elenchi non sono piaciuti al fedelissimo meloniano: “Accade in Lombardia. Non stancatevi, vi prego e leggete con attenzione (documenti integrali sotto, Ndr). Oggi sono uscite le graduatorie per le famiglie che hanno richiesto in Regione Lombardia la dote scuole per l’acquisto dei libri. Una pratica sempre più diffusa nel ceto medio che negli scorsi anni però aveva consentito di accogliere buona parte delle richieste. Questo è l’elenco dei beneficiari. Vi prego di scorrerlo e poi ditemi se non è in corso una sorte di razzismo al contrario”.

Appunto si diceva, per quanto non gli interessino i nomi e i cognomi, Butti evidentemente ha trovato troppi, per usare le sue parole, “Ben Alì“.

Quindi la domanda diretta di cui sopra. “Onorevole, se hanno avuto il bonus è perché ne hanno diritto. Probabilmente sono residenti se non cittadini italiani. Sono regolari. Ci spiega?”.

Risposta integrale: “È ovvio che la legge lo consenta. È altrettanto ovvio che debbano essere riviste le regole. A me i nomi interessano meno di zero. Ma non è possibile che migliaia di famiglie italiane non abbienti restino fuori graduatoria perché il signor Ben Ali (nome di fantasia) è in Italia d a qualche mese, non è giusto”.

Prosegue poi Butti: “I contributi dei beneficiari di Dote Scuola Materiale Didattico, indicati nell’Allegato A (sempre sotto, Ndr), sono già finanziati, in ordine crescente di valore Isee e sono 23975. Le domande risultate ammissibili, indicate nell’Allegato B, verranno successivamente finanziate in base alla disponibilità delle risorse e in ordine crescente di valore Isee e sono in totale 59.989. Il nuovo portale bandi-online di Regione per la prima volta consente la consultazione delle graduatorie con tutta trasparenza. Per avere il contributo per l’acquisto dei libri occorrono due requisiti: tessera sanitaria e Isee”.

Quindi l’attacco al metodo di attribuzione: “Mi sfugge qualcosa sul funzionamento del nostro sistema di assistenza e tutela delle famiglie italiane che mutua peraltro criteri e regole dettate dalla legislazione nazionale. A voi la curiosità di scorrere la graduatoria”.

E in conclusione: “Mi domando, ma la politica, che spesso si abbandona a slogan inutili, non ha capito cosa sta succedendo? O forse ha capito, ma è troppo tardi per porvi rimedio? Dove sta il diritto di cittadinanza degli italiani, peraltro elettori? Dove stanno i diritti delle famiglie italiane? Va bene il declino demografico nazionale, ma al crollo delle nascite “italiane” occorre rispondere con una vera politica per la famiglia, che aiuti le giovani generazioni ad avere più fiducia nel futuro. Occorre investire nella e sulla famiglia. Subito. Altrimenti non lamentiamoci di questi risultati che state leggendo e che accadono in Lombardia, ma soprattutto: basta con ‘sta storia del razzismo! Siete ridicoli. Fratelli d’Italia s’impegna in ogni sede per rimediare a questa palese ingiustizia”.

QUI I DUE DOCUMENTI CHE HANNO FATTO INFURIARE BUTTI

ALLEGATO A AMMESSI E FINANZIATI ALLEGATO B AMMISSIBILI DA FINANZIARE

 

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Un commento

  1. Affermazione inutile e razzista del “Butti di turno”, altro che ingiustizia. Di questa graduatoria preoccupa la sperequazione nei redditi tra stranieri ed italiani, con i primi ad un tasso di povertà inaccettabile. Butti ricordi che il Consiglio di Stato ha appena respinto il regolamento lombardo di assegnazione case popolari laddove pone il requisito di 5 anni di residenza in regione, discriminanti gli stranieri. E risparmi le battute da ventennio (il Ben Alì di turno)

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