Il 53.6% con circa 1.800 sezioni scrutinate in tutta la Regione (su 9.227) è bastato ad Attilio Fontana, il candidato leghista sostenuto da tutto il centrodestra, per parlare già da presidente della Regione Lombardia. Evidentemente ritenuto incolmabile il divario con il candidato Pd, Giorgio Gori, inchiodato a un 26.6% effettivamente disastroso e più basso di ogni aspettativa (in provincia di Como il dato è persino più clamoroso: Fontana al 57.4%, Gori al 24.5%, Violi del M5S al 15.1%)
“Penso si sia trattato di una buona vittoria – ha detto ai cronisti in via Bellerio – sicuramente le scelte politiche e l’impostazione data da Matteo Salvini a questa campagna elettorale hanno inciso. Io mi arrogo il piccolo merito di aver svolto una campagna in mezzo alla gente, spiegando qual è il progetto che ho in mente. Ora riprenderemo un cammino di continuità con gli ultimi 23 anni di governo del centrodestra, con l’autonomia raggiunta come punto di riferimento. La politica tanto bistrattata può essere ancora punto di riferimento per i cittadini e queste elezioni lo confermano”.
“Maroni? L’ho sentito anche 10 minuti fa: abbiamo in programma una serie di incontri per parlare delle cose che in questo momento sono sul tavolo. Il problema principale dei cittadini è sicuramente quello del lavoro – ha aggiunto Fontana – dobbiamo fare un punto della situazione, proseguire e implementare le scelte del mio predecessore. Cosa intendo fare per la razza bianca? Non intendo fare nulla per la razza bianca, come ho già detto su quell’espressione ho commesso un errore e mi riscuso. Un nome per la giunta? Ce l’ho preciso ma per ora non lo voglio fare”.
Fontana ha parlato anche dei temi comaschi: “Per le paratie, il programma sta andando avanti e tra non molto dovrebbero essere appaltati i lavori. Le paratie si faranno, non in un unico lotto per evitare rischio che non si veda il lago, ma in due lotti per garantire l’accessibilità e la vista. La Tangenziale? Si farà come Pedemontana”.