Rischia di lasciare pesanti strascichi la frattura di maggioranza andata in scena ieri sera in consiglio comunale a Como sul nuovo Regolamento di polizia urbana. Come noto, il documento è stato approvato grazie a un’inedita alleanza tra uno spezzone di maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, civica Insieme) e il gruppo di opposizione “Rapinese Sindaco”. Forza Italia, da tempo in guerra con la giunta e il sindaco Mario Landriscina, ha votato contro. E oggi il capogruppo azzurro Enrico Cenetiempo usa toni minacciosi sul prosieguo del mandato Landriscina.
“Quello che è successo ieri è grave – dice il capogruppo di Forza Italia – Ho già detto ieri sera in aula che si è formata una nuova maggioranza sul Regolamento di cui ha fatto parte a pieno titolo il gruppo di Rapinese. Conseguenze? Non so. Quello che posso dire è che se nella maggioranza qualcuno pensa che Forza Italia non abbia gli attributi per mandare a casa il sindaco, sbaglia di grosso”.
Parole pesantissime, dunque, che almeno in astratto (e forse non immediatamente) sembrano quasi preludere a una crisi definitiva del centrodestra a Palazzo Cernezzi con tanto di voto anticipato.
“L’umiliazione politica ci è stata inflitta 9 mesi fa, quando abbiamo ritirato i nostri assessori dalla giunta – rimarca Cenetiempo – Da allora, aspettavano un cenno dal sindaco che non è mai arrivato. In altri tempi, con quello che è accaduto a novembre un gruppo avrebbe certamente presentato una mozione di sfiducia al primo cittadino. Ma siccome noi crediamo ancora che possa esistere qualche margine – chiude il capogruppo di Forza Italia – all’epoca non abbiamo fatto un gesto così dirompente. Ma, alla luce di quanto accaduto nei mesi successivi, forse è stato un errore”.
Sempre sull’approvazione del nuovo Regolamento di polizia urbana, i consiglieri di Svolta Civica Vittorio Nessi, Barbara Minghetti e Maurizio Traglio hanno diffuso un comunicato dai toni durissimi che, in 13 punti, demolisce il documento approvato ieri sera.
Alleghiamo di seguito, il comunicato diffuso da Svolta Civica.
1. Siamo favorevoli a un nuovo regolamento, una revisione era necessaria. Noi lo volevamo condividere, e abbiamo offerto un contributo propositivo, senza preconcetti e senza ricatti.
2. Alla luce dell’inadeguatezza della proposta di regolamento, abbiamo chiesto un breve rinvio per riflessione comune. Da due mesi discutiamo in maniera inadeguata su un testo scritto male, colmo di inesattezze ed errori e caratterizzato da idee poco chiare.
3. Non ci scandalizza il formarsi di maggioranze diverse. Chi si somiglia si piglia. Chi non si piace più, si lascia. Sorprende invece la disinvoltura con la quale vengono dimenticati i pesanti attacchi personali rivolti a molti esponenti della maggioranza. Ognuno ha la propria dignità.
4. È stato lasciato al Consiglio il compito di chiarire termini troppo generici che hanno costretto a una sterile attività di precisazione, in una sede evidentemente non adeguata.
5. Si è raggiunto il massimo dell’improvvisazione dilettantesca con l’approvazione dell’emendamento relativo all’esercizio dell’arte di strada: si è stabilito che dovrà essere approvato un nuovo regolamento sull’argomento (sic!), che una commissione di “intellettuali” debba dare il parere sull’esercizio di un’arte povera fatta di mangiafuochi, zampognari e madonnari neanche fosse la partecipazione a un festival. Con l’effetto che, nel frattempo, ogni decisione sarà affidata al parere di una sola persona che deciderà a insindacabile giudizio (chissà se preferirà la musica classica o i madonnari).
6. Ma, ancor più, stupisce che mentre stiamo votando questa assurda normativa, al prossimo ordine del giorno è iscritto un altro regolamento proposto dalla giunta, quello sull’occupazione di suolo pubblico, che, in palese contraddizione con questo mostro normativo, prevede tempi e modi di professione dell’arte di strada. Insomma, nemmeno la giunta, che tanto vuole forzare la mano, ha la minima idea di cosa stia facendo. Questa è la verità.
7. Stupisce che qualcuno abbia definito come un momento alto della democrazia il confuso lavoro fatto con la discussione degli emendamenti. Predisporre un testo è un esercizio delicatissimo. Ogni parola va soppesata, ogni eliminazione di un concetto non meditata crea lacune, come ad esempio la grave dimenticanza di un energico richiamo al gioco d’azzardo.
8. Stupisce che la maggioranza non abbia preso in seria considerazione le critiche mosse dalla consigliera Mantovani, secondo cui il decreto Minniti non autorizza la creazione di condotte presuntivamente impeditive all’accessibilità e alla fruizione delle aree, come invece previsto all’art. 10, n. 5 della bozza di regolamento. È facile prevedere la pratica disapplicazione del regolamento sul punto anche con riferimento all’art.16 della Costituzione.
9. Stupisce la pessima formulazione dell’art. 1, in cui manca la definizione di sicurezza urbana, che rappresenta invece la premessa necessaria del testo, Definizione che era invece compresa nell’emendamento da noi presentato e che è stato sacrificato, a riprova di un evidente pregiudizio e di un disinteresse alla qualità del regolamento che si va ad approvare.
10. Manca nel testo qualsiasi riferimento alla grave marginalità che era invece presente nel nostro emendamento. E non è certo il richiamo all’art. 5 del Decreto Minniti che può rimediare alla lacuna, perché i patti per l’attuazione della sicurezza urbana ivi menzionati si riferiscono ad accordi che al momento non esistono e non si sa se vedranno mai attuazione. La pervicace volontà di non voler parlare esplicitamente di grave marginalità nel regolamento di polizia urbana produce il risultato di non differenziare le fragilità dalla delinquenza.
11. Spiace aver sperimentato l’arroganza gratuita di un assessore che nel motivare la scelta fra due emendamenti ha risposto, testualmente, che la decisione dipendesse dal fatto che uno le piaceva di più.
12. Attenzione a non fomentare illusioni. Mendicanti, oziosi, nullafacenti esisteranno sempre. Gli eccessi molesti di queste figure vanno senz’altro contenuti e contrastati. Ma, come per ogni regola, l’esito dell’attuazione di questo regolamento dipende fortemente dallo spirito che accompagnerà ogni sua applicazione concreta. E se ciò che abbiamo visto è lo spirito con il quale il testo viene approvato, poche speranze nutriamo sulle modalità con le quali verrà fatto rispettare.
13. Qualcuno pretende che questo regolamento possa trasformare come per magia Como in una città più pulita e ordinata. In realtà si tratta di un testo confuso e incoerente anche rispetto a proposte della stessa maggioranza. È un vestito pieno di toppe, di pregiudizi, votato sulla base di un accordo imposto con arroganza da una parte marginalissima del Consiglio e subito con incomprensibile sudditanza dalla maggioranza. Con l’approvazione di questo regolamento la città non diventerà né più sicura e né più pulita.
Noi avremmo votato a favore di un nuovo regolamento di polizia locale, in cui la sicurezza, il decoro, il rispetto e il buon senso trovassero il giusto equilibrio nelle nuove regole.
Ma non è certamente questo.
2 Commenti
Più che tranquillo direi “Stai sereno Mario” !
Che commedia. Cenetiempo non rinuncerebbe mai al cadreghino. Se no sulla base di cosa si darebbe un tono?
Tranquillo Mario. Sei in una botte di ferro