Fratelli d’Italia ha proposto l’istituzione di un presidio fisso della Polizia locale alla stazione ferroviaria di Como Borghi.
A illustrare la proposta, in accordo con il capogruppo Matteo Ferretti e sulla scorta anche delle segnalazioni sulla zona del collega di partito Lorenzo Cantaluppi, è stato il consigliere Sergio De Santis.
“Chiediamo l’istituzione di un presidio polizia locale all’interno della stazione di Como Borghi – ha esordito De Santis – perché al posto di aspettare che accada qualcosa, meglio prevenire eventi spiacevoli come spesso è accaduto in quella parte della città. Questo è il compito della politica, che non deve seguire affannosamente gli accadamenti ma deve anticiparli e agire prima”.
“Degrado e insicurezza sono una costante delle stazioni ferroviarie di tutte le città e Como non è da meno – ha aggiunto il consigliere – basti poensare al vandalismo di marzo alla stazione di Como Lago e al fatto che a Erba il centrodestra ha votato una mozione per istituire un presidio di polizia locale nella locale stazione ferroviaria”.
“Molti cittadini esasperati si sono rivolti a noi consiglieri poiché hanno il timore che la situazione di decoro e sicurezza per la zona della stazione di Como Borghi, di piazzale Gerbetto e dell’area Ippocastano possa sfuggire di mano – ha concluso De Santis -proponiamo dunque l’istituzione di un presidio di Polizia locale. Valuti l’assessore alla Sicurezza, assieme a Trenord e al Comitato per la sicurezza pubblica, la possibilità magari di condividere l’iniziativa con le altre forze dell’ordine e con i militari dell’operazione Strade Sicure”.
In termini pratici, Fratelli d’Italia propone la creazione di “un ufficio nella stazione, con insegna luminosa ben visibile e un’area per la sosta dei mezzi che ne accentui la presenza. Ne guadagnerebbe in sicurezza e decoro tutta l’area, a beneficio dei cittadini e dei viaggiatori”.
4 Commenti
Condivido tutto. Gioiele cosa sa… chiacchiera dal pc.
Serve un presidio fisso.
Un presidio fisso alla stazione di Como Borghi ha un costo. Non si può spendere soldi sulla base di sensazioni e timori raccontati da qualcuno di cui non si conosce il nome al bar sotto casa. È necessario basarsi su dati e statistiche. Le ultime prima del lockdown parlavano di una riduzione dei reati in città ad eccezione di quelli commessi nelle mura di casa contro le donne. L’unico timore per la sicurezza è la recrudescenza della violenza politica. Le immagini di Roma non sono sensazioni sono immagini reali. Quindi l’unica violenza di cui c’è da preoccuparci è quella di chi ci vuole impedire di farci discutere con quattro chiacchiere da PC con la scusa di proteggerci dalle nostre paure.
A Camerlata metteteci direttamente il Col Moschin…
Le espressioni “molti cittadini esasperati”, “presidio fisso per prevenire eventi spiacevoli” (che forse potrebbero accadere se non militarizziamo il mondo) fanno parte della dialettica di chi individua pericoli non ben definiti e gente in pericolo non ben definita e quantificata ovunque faccia loro comodo escludendo dal novero dei pericoli e della gente in pericolo altre evidenze. Dopo l’attacco di una squadraccia fascista alla sede della CGIL a Roma c’è da chiedersi se i presidi fissi non debbano essere collocati presso le sedi sindacali o le sedi di associazioni umanitarie che devono essere protette dalla recrudescenza della violenza politica. Dalle immagini che abbiamo noi tutti visto in televisione il pericolo oggi è quello. Sorprende che Fratelli d’Italia non legga il contesto oppure, cosa assai più probabile, non ritengono pericolose, per loro evidentemente, le frange estreme della loro ideologia politica. Il desiderio di sicurezza è anche di chi vuole essere libero di svolgere attività sindacale e politica. Purtroppo anche tra i Fratelli d’Italia c’è chi perde il pelo ma non il vizio.