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Giorgio Gori, addio alla Regione. Orsenigo attacca Fontana: “Nessun cenno a Como”

L’esperienza sara stata anche “straordinaria sotto il profilo umano e politico”, eppure ieri l’ex candidato alla presidenza della Regione per il Pd, Giorgio Gori, ha fatto la sua scelta: si è dimesso dal Pirellone per rimanere sindaco di Bergamo. Questione di incompatibilità, ovviamente. Ma anche politica: nella città orobica il mandato scadrà nella primavera 2019, in consiglio regionale Gori era finito all’opposizione dopo la sonora scoppola rimediata contro Attilio Fontana (al leghista il 49,75%, al dem il 29,09%).

«Ho preso la mia decisione – ha detto ieri in aula il sindaco di Bergamo – Scelgo di stare dove credo di essere più utile. Ho assunto un impegno con i cittadini di Bergamo, che sento di dover onorare. Diverso sarebbe stato se fossi stato eletto alla Presidenza della Regione, ove avrei potuto concretamente agire anche nell’interesse dei miei concittadini. Sono un uomo di gestione e ritengo che ci siano persone migliori di me per l’importante lavoro dell’opposizione”.

Ieri è stato anche il giorno del discorso programmatico del presidente Attilio Fontana, che ha puntato soprattutto sulla questione dell’Autonomia per promuovere tutto ciò che è lombardo, sulla limitazione dei rifiuti provenienti da altre regioni, sui voucher mobilità, sulla lotta all’illegalità.

E se inevitabili sono stati gli applausi dei consiglieri del centrodestra, molto critico è stato invece l’esponente comasco del Pd, Angelo Orsenigo.

“Nel discorso introduttivo del presidente Fontana non si è fatto nessun cenno ai temi comaschi – ha affermato – Incredibile che nel suo programma non venga mai nemmeno citata la Pedemontana. E soprattutto le argomentazioni portate dai tanti interventi dei consiglieri leghisti ci hanno lasciati esterrefatti”.
“Abbiamo dovuto sentire dai nuovi colleghi ancora la vecchia tiritera del Governo Renzi che ha tagliato i fondi, mentre, invece, semmai è vero il contrario – ha aggiunto Orsenigo – Fontana, dal canto suo, a proposito di trasporto pubblico locale, ha parlato di istituzione di voucher di mobilità per i pendolari autostradali e ferroviari. E il ruolo di Trenord? Noi proponiamo una gara pubblica per una migliore gestione, investimenti e tempi certi, mentre dal neo presidente neanche una parola sui ritardi, sulla pessima qualità del trasporto ferroviario, nessun accenno agli investimenti, a Trenord e ai problemi di sicurezza”.

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