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Il Corsera svela il non detto: la sfida comasca di FdI alla Lega per il primato nel centrodestra

Il Corriere della Sera dedica oggi un lungo articolo a un tema che a Como è rimasto formalmente sottotraccia ma esiste eccome. E il titolo stesso del pezzo firmato Paola di Caro lo rende esplicito: “Fratelli d’Italia sfida la Lega in tutto il Nord: amministratori, volti nuovi ed ex azzurri”.

Inutile dire l’importanza in quest’ottica del voto amministrativo di domenica 12 giugno, che vede proprio il capoluogo lariano tra quelli osservati speciali in quadro nazionale. Secondo il quotidiano di via Solferino infatti – riportiamo testualmente – “se al voto di domenica avverrà il possibile sorpasso anche al Nord di FdI sulla Lega (temuto da Salvini, che comunque ha già annunciato che alle Politiche il partito che otterrà un voto in più «esprimerà il premier») è molto probabile che a contare saranno soprattutto fattori evidenti da tempo: la leadership di Giorgia Meloni, il posizionamento politico, la stessa crisi del Carroccio, in arretramento costante“.

E quindi ecco il mirino di Di Caro spostarsi sui territori, Como inclusa: “Ma la crescita di FdI si basa anche su una classe dirigente locale che ha lavorato a testa bassa e molto nell’anonimato dietro l’enorme visibilità della leader – scrive la cronista politica del Corsera – conquistando posizioni e strappando dirigenti locali soprattutto a Forza Italia ma anche alla Lega pure dove era inimmaginabile“.

E sul caso comasco: “A Verona e Como, fra i comuni capoluogo, si presentano sindaci di FdI e si giocano le sfide più importanti, anche in contrasto con una parte della coalizione come accade nel capoluogo scaligero dove il sindaco uscente Sboarina (che fu eletto come civico in quota FI) ha scelto la Meloni ed è sfidato da Tosi, sostenuto dagli azzurri. Un bel traino per la lista, come a Como dove Giordano Molteni (ex primario del Sant’Anna) porta il vessillo del partito su spinta dei big locali (come Alessio Butti) e spera di vincere, conquistando il primo capoluogo lombardo della storia del partito, magari con la lista al primo posto con un sorpasso sulla Lega imprevedibile fino a pochi mesi fa“.

Insomma, il più importante quotidiano nazionale infila la disfida comasca tra quelle chiave per il futuro degli equilibri interni del centrodestra, non soltanto a livello locale. Sul Lario il derby FdI-Lega è certamente il confronto più importante in questo senso (partendo dal divario netto delle comunali 2017, con i meloniani ancora fermi al 4.6% e i salviniani che arrivarono al 10, mentre Forza Italia prese l’11,2% e la civica di Landriscina un ottimo 8,9%). Quest’anno, il centrodestra non propone alcuna civica legata direttamente al candidato sindaco, una decisione legata con ogni probabilità alla volontà di FdI (che esprime Giordano Molteni) di non disperdere forze ma costruire una propria super-lista con l’obiettivo (non dichiarato ma evidente) di posizionarsi in testa rispetto agli altri alleati nella caccia alle preferenze. Basterà? E soprattutto, anche bastasse e la destra riuscisse a conquistare una storica vetta di coalizione, sarà sufficiente anche per confermare allo schieramento la fascia tricolore? Poche ore e i verdetti arriveranno.

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