Scontro, durante la Commissione Lavori pubblici di oggi in Comune a Como, sull’ipotesi di un cambio nome del futuro stadio. Anzi, a dire il vero lo scontro è stato doppio perché, oltre all’ipotesi che l’impianto storicamente dedicato al campione di canottaggio ed eroe della Prima Guerra Mondiale Giuseppe Sinigaglia, possa assumere un’altra denominazione (magari legata a uno sponsor, come accade già sia in Italia che all’estero), gli animi si sono molto accesi anche sulla effettiva possibilità che il dossier da cui è stata tratta l’informazione fossero pubblicamente divulgabili oppure no.
Protagonisti dell’episodio sono stati da un lato il consigliere di opposizione Vittorio Nessi (Svolta Civica), il quale, da un documento in suo possesso, ha citato il passaggio con l’ipotesi del cambio nome dello stadio di Como; e, dall’altro lato, una triade della lista Rapinese Sindaco, ovvero il presidente di Commissione, Davide Niso, l’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Ciabattoni, e il presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo. Il sindaco Alessandro Rapinese, pochi istanti prima uscito dalla sala, era comunque sulle loro stesse posizioni e in precedenza aveva escluso qualsiasi cambio di nome.
Non convinto, Nessi – sulla base delle carte a disposizione – ha però testualmente citato un passaggio da cui ha dedotto che, nel caso in cui il nuovo stadio diventasse realtà e venisse dunque dato in concessione al Como 1907, il club si riserverebbe la possibilità di cambiare il nome dell’impianto. Ma sebbene in precedenza il primo cittadino avesse smentito che l’amministrazione abbia intenzione di procedere in questo senso, Niso, Ciabattoni e Anzaldo non soltanto hanno ribattuto sul punto (Niso) ma hanno intimato a Nessi di non andare avanti a citare estratti di quel documento perché coperto da assoluta riservatezza e non divulgabile. Qui è nata la contesa più forte.
Nessi – come si sente bene nel video qui sopra e in un crescendo generale dei toni – a dispetto delle ventilate conseguenze anche legali, ha invece proseguito nel suo discorso e si è detto pronto ad assumersi la responsabilità della sua scelta.
Tra le considerazioni espresse in merito, soprattutto quella secondo cui la procedura di riferimento prevede che la proposta di riqualificazione da parte della società sportiva non contempli una gara tra più offerenti e quindi non sussisterebbero ragioni di segretezza.