“La Segretaria provinciale del Partito Democratico della provincia di Como auspica che nelle prossime settimane non si parli più di un “Ddl Zan”, ma di una Legge Zan a tutti gli effetti. L’ostruzionismo ideologico e il calcolo politico hanno tenuto in ostaggio i diritti civili di migliaia di Italiani per troppo tempo. Il normale processo democratico in parlamento proceda il più speditamente possibile e il Ddl diventi legge” così il segretario provinciale del Partito Democratico, Federico Broggi, il giorno dopo la discussione in Commissione giustizia del Senato in cui si è deciso che il Ddl Zan sarà discusso “da solo”, nella forma approvata dalla Camera e disgiunto da altri provvedimenti.
Il ddl Zan porta il nome di Alessandro zan primo firmatario del disegno di legge contro l’omotransfobia, è un attivista dei diritti lgbt e ha promosso per primo il registro anagrafico delle coppie di fatto aperto a etero e omosessuali. Ha 48 anni ed è deputato dem.
Il disegno di legge ha l’obiettivo di combattere ogni forma di discriminazione partendo dall’omotransfobia ma anche: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. Quindi di parla anche di violenza di genere e discriminazione.
La Camera ha approvato in prima lettura il ddl lo scorso 4 novembre. Quindi la parola è andata alla commissione giustizia del Senato dove l’iter si è bloccato.
“Una legge contro l’omotransfobia – conclude Broggi – è necessaria e urgente. Anche sul nostro territorio non mancano episodi che ne sono prova. Il progresso di una democrazia si misura dalle protezioni che essa garantisce ai propri cittadini discriminati. Chi, a destra, strumentalizza il dibattito sul Ddl e ne ha bloccato finora la discussione in parlamento non solo ha scelto di privare i propri concittadini dei loro diritti civili, ma priva anche la nostra democrazia del progresso che merita”.