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Italia Viva, Azione e +Europa hanno scelto: Barbara Minghetti. “Profilo giusto per rilanciare Como”

Italia Viva, Azione e +Europa – ora sotto il nome comune di Agenda Como 2030 – hanno scelto: la loro candidata a sindaco è Barbara Minghetti. O almeno, è decisamente più Barbara Minghetti di Adria Bartolich, come noto sostenuta più da Civitas e dalle correnti più a sinistra dello schieramento.

“Agenda Como 2030 saluta favorevolmente la disponibilità di Barbara Minghetti a costruire una candidatura condivisa a Sindaca di Como – si legge nella presa di posizione – Un’iniziativa coraggiosa e importante, che ci vede in sintonia e in linea di massima favorevoli”.

Parole diplomatiche che però si “aprono” decisamente di più nel seguito: “Il profilo della candidatura corrisponderebbe infatti a quello che Agenda Como 2030 ha già tracciato da alcuni mesi in parallelo all’elaborazione del suo programma e che è stato sempre proposto nel corso degli incontri con i potenziali alleati del centrosinistra. Barbara Minghetti, per professionalità, competenze e personalità ci sembra la figura in grado di costruire attorno ad un progetto condiviso una coalizione in grado di governare Como per la prossima consiliatura restituendo alla Città il ruolo e l’importanza che le spetta”.

Un caloroso sostegno che culmina nel finale, già proiettato sulla campagna elettorale: “Noi sosterremo il suo sforzo di coinvolgere quanti più cittadini e forze possibili per lavorare a un radicale miglioramento della città, dei suoi servizi e del benessere dei comaschi. Per questo è necessario costruire reti ed alleanze atti a contrastare ogni deriva sovranista o populista. Ci dichiariamo sin da ora disponibili ad incontrare Barbara Minghetti per illustrarle e confrontare con lei i rispettivi programmi e la visione di coalizione che la dovrà sostenere nel lungo percorso della campagna elettorale prima, e del governo di Como poi”.

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5 Commenti

  1. Non mi è chiaro se la definizione “ambiziosa donna-in-carriera” sia utilizzato in senso dispregiativo, ma temo di sì.
    Faccio fatica a capire come non si possa apprezzare la disponibilità di una persona che ha già ampiamente dimostrato le proprie capacità di manager nel settore di competenza e che è già stata candidata ed eletta in una lista della coalizione di centrosinistra.
    Mi sembra che il PD stia lavorando per costruire una coalizione ampia che possa vincere le prossime elezioni e Barbara Minghetti sulla carta è una candidata in grado di raccogliere un ampio consenso, forse più ampio di quello che (sempre sulla carta, almeno a mio parere), potrebbe raccogliere Adria Bartolich , che spero possa comunque portare il suo importante contributo.

  2. Perfetto. Apprendiamo che per renziani, calendiani e boniniani la candidata perfetta è l’ambiziosa donna-in-carriera. E ciò dovrebbe contribuire a rendere sufficientemente chiaro – per chi non lo avesse ancora compreso – il suo profilo. Ma il Pd come si pone? Il suo assordante silenzio è la misura dello spessore politico e umano dei propri rappresentanti locali. Posso dirlo? Davvero rivoltante. Eppure non sarebbe difficile, invece di accodarsi a scelte altrui, come prevedibilmente sarà costretto a fare, sparigliare le carte e provare (dico: almeno provare) a giocare una delle sue (sì, perché sono pochissime, ma incredibilmente le ha). Un esempio? Dato che si gioca a fiori, potrebbe calare sul tappeto la vicesegretario del partito, Andrée Cesareo. Che oltre a essere persona sobria, non è esageratamente rampante o ruspante come i nomi ingombranti che sono già stati spesi da altri e che al momento appaiono più che altro divisivi. Perché purtroppo il luogo comune secondo cui il nome “grosso” è la condizione per ottenere il buongoverno di una città o di un Paese è ancora drammaticamente vivo. E tra l’altro basato su considerazioni prive di fondamento.

    1. Appena ho letto il suo bel commento, mi sono chiesto se i suoi dubbi nascano dal fatto che sia “donna”, che sia “in carriera” o che sia “donna in carriera”. Poi, dopo che si è riferito all’Avvocato Andrée Cesareo sono arrivato alla conclusione che i suoi dubbi non sono sul profilo di “donna in carriera” o solo “donna” o solo “in carriera”, anche l’Avvocato Cesareo è una professionista molto brillante; i suoi dubbi nascono dal fatto che il PD non è riuscito a proporre, come suo solito, un suo candidato. Non c’è nulla di strano. In un Partito in cui convivono due/tre anime politiche avere due/tre candidati equivale a non averne nessuno. Il candidato dell’uno non sarà mai gradito agli altri. Non è colpa di Minghetti, non è colpa di Traglio, non fu colpa di Lucini e non è colpa né dei renziani, né dei calendiani, e non ci crederà, neppure dei boniniani. In ogni modo ha ragione: il PD dietro al carro nun se po’ vede’.

    2. Gentile Fabio, cosa le dà fastidio? Che sia ambiziosa, che sia donna o che sia in carriera? Forse la pericolosa combinazione delle tre cose insieme, temo.

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