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La maledizione del palazzone in centro Como: deserta l’asta milionaria. “E niente soldi per Politeama e Santarella”

Niente, dev’esserci davvero una maledizione sul gigantesco edificio nel centro di Como tra le vie Grossi e Dante. Anche la seconda asta indetta dalla giunta Rapinese è andata deserta. A comunicarlo, una nota del Pd cittadino. Si tratta dell’ennesimo fallimento dei tentativi di alienare il palazzo valutato inizialmente 9,7 milioni (valutazione di vendita fatta anche da almeno altre 4 giunte, senza esito) e poi sceso a 8,2.

“Anche la seconda asta per la vendita dell’ex Orfanotrofio di via Tommaso Grossi è andata deserta. La notizia non ci rende di certo felici, perché vedere fabbricati inutilizzati e lasciati al degrado è sempre un dispiacere. A maggior ragione, però, ci preoccupa il fatto che, stando al piano triennale delle opere pubbliche, la maggior parte degli interventi previsti per l’anno in corso avrebbe dovuto essere finanziato grazie alla vendita di questo immobile”, denunciano i consiglieri comunali del Partito Democratico Stefano Legnani e Patrizia Lissi.

“Nonostante la base d’asta sia scesa del 15%, dai 9.7 milioni iniziali a 8.247 milioni, non è stata presentata alcuna offerta. Nelle casse del Comune, pertanto, non entrerà nemmeno una parte di quei 10 milioni di euro di investimenti previsti per riqualificare l’ex Santarella e il Politeama – proseguono i consiglieri comunali del Pd- Tuttavia, è bene ricordare che, anche qualora questi soldi ci fossero stati, in sede di approvazione del piano triennale delle opere pubbliche il sindaco aveva dichiarato di non avere ancora, non solo un progetto, ma nemmeno un’idea di cosa realizzare e di come sfruttare i due edifici dismessi. Insomma, numeri e immobili erano stati messi nel piano un po’ a caso, denunciando, e la seconda asta andata deserta ne è una riprova, incapacità nell’elaborare progetti, nell’attrarre investimenti, nell’avere una visione ampia e a lungo termine della nostra città”.

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30 Commenti

    1. I soldi per lo stadio li mettono i privati. O fra 10 anni avremo un altra asta deserta per un rudere in riva al lago

  1. Commenti contradditori, qualcuno dovrebbe prima approfondire contenendo la voglia di esprimere sentenze.

  2. L’acquisto del Politeama -nei fatti- è costato al Comune poco più di 200’000 euro (essendo Palazzo Cernezzi già in possesso di oltre l’80% della proprietà da più di 20 anni).
    Dal profilo economico sarebbe stato folle non comprarlo, specie a quel prezzo.
    Diverso è il discorso programmatico: su questo oltre a non avere le idee chiare in fase di proposte elettorali grida vendetta il fatto che in tutto questo tempo (2 anni) il Comune non abbia avanzato alcuna proposta o indetto alcun concorso di idee strutturato in modo serio e capace di aprirsi a chi le idee può portarle.
    Sulla base di quale spirito missionario un ente superiore (o un privato) dovrebbe voler investire dei soldi nello stabile?

    Quanto all’ex-orfanotrofio trovo deprimente che il Comune voglia liberarsene senza ripensare quegli spazi per un uso pubblico, ad esempio aulee studio, spazi conferenze, studentati, edilizia convenzionata, spazi per le associazioni, ostelli, luoghi per progetti sociali di comunità – tutte cose di cui Como ha bisogno per non morire asfissiata dalla sua stessa tristezza.
    Ritengo poi vergognoso che sulla base di un capitale così difficilmente liquidabile si realizzino previsioni di spesa per investimenti strutturalmente vitali per la città.
    La Politica dovrebbe essere questo, il resto è solo gestione (piccolo-borghese) da amministratori di condominio.

      1. 1.2 mln pagati ai vecchi proprietari.
        Il comune di como già possedeva l’82% della società proprietaria del cinema: quindi 984.000 euro (82% di 1.2 mln) sono tornati nelle casse comunali.
        La parte restante (214.000 euro) sono finiti agli altri soci.

      2. Potrebbero suggerire un progetto interessante: quello di lasciarlo marcire come hanno fatto negli ultimi 40 con la Ticosa sia il loro partito che gli altri che hanno governato la città.
        Oppure si rivolgano alla regione come fanno abitualmente per sopperire alle loro grandi capacità.

  3. Sì, però leggo tanti commenti che contestano a Superman l’acquisto del Politeama.
    Ebbene, il Politeama era nei programmi anche degli altri candidati sindaci, sostanzialmente si trattava di un iter partito anni prima in cui mancava solo la formalizzazione dal notaio.
    Quel che è giusto è giusto, l’acquisto del Politeama non è né colpa né merito di Superman.

    Il problema è cosa farne: gli
    altri candidati avrebbero aperto un tavolo di lavoro per rilanciarlo nel settore culturale.
    A Superman invece le discussioni piacciono poco, ed è andato subito sul pratico: la sua idea era di farne ripartire al più presto il lato “ristorazione”.

    Eh già, perchè a Como manca giusto giusto un ristorante ed un bar… mio Dio.

    Il destino del Politeama andrà invece valutato complessivamente: solo allora si potrà capire quale e quanto spazio lasciare alla eventuale ristorazione.

    Era stata pubblicata forse su queste pagine una interessante proposta (credo tesi di laurea) su come utilizzare lo stabile.

    Chissà se qualcuno le darà ascolto e la valuterà.

  4. I bilanci di previsione, diversi per ovvi motivi dai bilanci consuntivi, devono tenere conto delle previsioni d’entrata. Se si mette in vendita un immobile, e’ opportuno annotare l’entrata nel preventivo e l’eventuale utilizzo del ricavato. Sarà poi il consuntivo, o meglio la differenza tra preventivo e consuntivo, a svelare se l’amministrazione e’ stata previdente o se ha scritto un libro dei sogni.

  5. Buongiorno.
    Se la vendita dell’edificio in questione deve servire per pagare la ristrutturazione di Santarella e Politeama … lasciamo stare…
    Santarella è una rovina … abbattere ….
    Politeama abbattere e costruire un edificio polifunzionale moderno….
    L’edificio tra via Grossi e via Dante con i vincoli della Sovrintendenza risulterà invendibile…
    Forse se lo regalano…

  6. Rapinese Sindaco ha comprato il Politeama senza nessuna idea di cosa farne. Non si è fermato qui. Ha pensato di recuperare soldi per finanziare un progetto di ristrutturazione del Politeama che non esiste perché, per sua stessa ammissione, non ci sono idee di cosa fare del Politeama. Non contento, ha constatato che l’immobile che voleva vendere per finanziare un progetto di ristrutturazione di cui non si ha ancora idea, è invendibile. Insomma, cerchiamo di chiarire con qualche domanda questa situazione al limite del surreale. Rapinese Sindaco ha fatto comprare alla cittadinanza il Politeama senza avere né idee e né soldi per ristrutturarlo? Sembrerebbe di si! Rapinese Sindaco che in nome del risparmio, ha tra l’altro chiuso Asili nido e altro, ha investito un milione e trecentomila euro senza avere idea di cosa sarebbero serviti? Sembrerebbe di sì!

  7. Considerando le idee precise e/o di elevato spessore di Superman sulle destinazioni del ricavato, forse è meglio così. È brutto ragionare così, lo so, ma a questo punto cerchiamo almeno di limitare i danni per i prossimi tre anni.

  8. Mi permetto una provocazione: radiamolo al suolo e allarghiamo il primo tratto di via Grossi che è un imbuto pestilenziale

  9. Un Bilancio che fa affidamento su presunte Alienazioni del patrimonio immobiliare per finanziare altre presunte opere è un Bilancio che non rispecchia la realtà

  10. Ora aspettiamo anche il buco nell’acqua dello stadio per vedere a chi darà la colpa questa volta. Grande rapi, almeno mi rallegri le giornate

  11. È un immobile da ristrutturare da parte del Comune e da assegnare alle associazioni di Como , alle associazioni giovanili , per una Casa della memoria.
    Venderlo è praticamente impossibile.

  12. In passato il Sindaco Sceriffo si era sempre scagliato contro l’assessore di turno deridendolo, attaccandolo, denigrandolo, chiedendone le dimissioni per manifesta incapacità e dicendo che il bilancio comunale era falsato da questa ipotizzata vendita. Oggi chi ha la delega al Patrimonio? Proprio il Sindaco Sceriffo. Spicca anche su questo tema l’assordante silenzio dell’opposizione di centro destra.

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