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L’azzardato rilancio di Liberi e Uguali tra futuro e ‘900 (con boutade sulla Lega)

Liberi e Uguali guarda al futuro. Ma riparte dal 25 Aprile. Apparente contraddizione che però il partito di Bersani e D’Alema, nella sua declinazione comasca, spiega in una lunga nota ufficiale, nella quale – in tutta sincerità – non mancano passaggi azzardati.

“Vogliamo ripartire dal 25 aprile perché abbiamo capito che è da lì che si può e si deve ripartire – si legge nel comunicato – Le manifestazioni e le iniziative che si sono svolte a Dongo, a Como e in molte altre località della nostra provincia nei giorni scorsi hanno fornito l’immagine confortante della tenuta democratica delle istituzioni locali e di una rinnovata partecipazione popolare”.

Poi, con ricorso a eventi e terminologia con le radici saldamente nel primo quarto del ‘900 (l’Aventino in primis) Leu annuncia anche un rinnovamento del linguaggio per veicolare i messaggi politici, oltre ad affermare che il 4 marzo scorso con una percentuale alle politiche ferma al 3,39% il problema è stato fondamentalmente di intesa con gli elettori.

“La Sinistra che vuole collocarsi nella discussione e nelle dinamiche politiche senza cedere alla tentazione dell’Aventino sa di poter trovare nei valori della Costituzione l’alimento e le motivazioni di una rinnovata presenza politica. Ha compreso che dal voto del 4 marzo scorso non è venuto il rigetto delle proprie ragioni ma la certificazione dell’inadeguatezza di tutte le forze dell’area progressista a renderle attuali, ad aggiornarle e a proporle con un linguaggio convincente. Ha capito quanto sia stata devastante la lunga subalternità culturale e politica nei confronti del neo-liberismo e quanto sia oggi difficile per tutti superarne gli effetti”.

Da queste considerazioni, che annunciano la presenza di Leu alle prossime amministrative del 10 giugno, ecco la decisione di “riprendere il nostro cammino e di farlo in modo unitario anche a Como, ciascuno con le proprie specificità e con le proprie valutazioni sull’assetto futuro della sinistra europea e del campo riformatore e senza la pretesa di anticipare l’esito di un processo complesso e non del tutto prevedibile”.

“Per questo il prossimo 17 maggio riprenderemo l’impegno a cercare di delineare insieme un nuovo paradigma culturale, programmatico, politico e simbolico, con un’Assemblea aperta che intende dare un contributo alla discussione e porre le basi per rilanciare un confronto anche con altri soggetti interessati al cambiamento, a una maggiore giustizia sociale e all’espansione dei diritti e delle opportunità delle nuove generazioni”.

Poi si torna nuovamente alle celebrazioni del 25 Aprile che pongono Leu “ancora una volta di fronte alla necessità di rafforzare l’impegno a combattere i rigurgiti di una mentalità violenta, discriminatoria e prevaricatrice che storicamente si è manifestata nel fascismo e che oggi appartiene a una minoranza aggressiva che va contrastata con gli strumenti della legge, con la mobilitazione popolare e con l’unità delle forze democratiche”.

Un attacco alla Lega, prima di tutto, per cui però Leu sfida anche i numeri e le tendenze politiche affermando che il partito di Salvini non andrebbe considerato tra i vincitori delle scorse elezioni politiche.

“Qualsiasi soluzione verso la formazione del nuovo Governo, a nostro giudizio, dovrebbe mirare a scoraggiare la ripresa di queste posizioni, impedendo che possa essere associata a responsabilità di governo una forza come la Lega di Salvini – votata dal 17% degli elettori e impropriamente considerata tra “i vincitori” del 4 marzo – che si è rivelata, anche a Como, pericolosamente incline a sostenere posizioni violentemente xenofobe e che si qualifica per una proposta fiscale destinata ad aumentare, anziché a ridurre, come si dovrebbe fare, le disuguaglianze tra gli italiani”.

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