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Locatelli contro Nessi. Lissi esplode: “Dov’era ieri, vicesindaco? Basta bugie, non siamo tutti cretini”

Una furia incontenibile quella di Patrizia Lissi. Il 25 aprile segna due fazioni opposte, non conciliabili.

Prima la cerimonia:

VIDEO 25 Aprile, Nessi: “Una via di Como per Michele Moretti, partigiano che uccise il Duce” 

Poi la presa di posizione del vicesindaco e deputato, Alessandra Locatelli:

25 Aprile, la furia di Locatelli su Nessi: “Discorso imbarazzante e vergognoso”

Figlia di Erminio Lissi, partigiano di Rebbio scomparso nel 2018 che ha combattuto con la Brigata Garibaldi della Val Maira e nipote di Alfonso Lissi, partigiano del Partito Comunista Italiano e combattente della 52ª Brigata Garibaldi “Luigi Clerici”, Lissi siede nei banchi di Palazzo Cernezzi come consigliera d’opposizione del Partito Democratico.

Patrizia furiosa, dunque, Dopo l’intervento Fb di Locatelli è intervenuta con un post in replica, lo pubblichiamo integralmente:

 

Che una rappresentante della lega commenti, criticando pesantemente il discorso di Luigi Nessi lo trovo inaccettabile. Dov’ era ieri vicensindaco, assessore, parlamentare Locatelli?

È la prima volta che un ministro, il suo ministro, decide di non partecipare alla manifestazione del 25 Aprile. Vergognoso! Chi dovrebbe unire questo paese? Chi è razzista? Chi si fa forte con i deboli? Chi caccia dalle mense i bambini perché non sono state pagate le rette? Chi ha deciso di dividere le città in zone dove si può o non si può passare a secondo del colore della pelle? Chi lascia i poveri per strada? Chi si fa fotografare con il mitra in mano? Chi continua a dire BUGIE? Chi “taglia” i verbali delle commissioni?

Chi chiude i centri di accoglienza? Chi ha fatto della propria campagna elettorale l’ odio verso un immaginario nemico? Chi esce dall’aula consigliare quando si canta l’ inno d’ Italia?

Chi sta sempre zitto davanti alle provocazioni fasciste? Chi dice ai tanti operatori sociali che in questi anni hanno lavorato duramente e molto bene per aiutare tante persone in difficoltà, “È finita la pacchia” ?

Chi, con queste scuse, licenzia circa 18 mila professionisti fra assistenti sociali, psicologi… tutti italiani? Chi vorrebbe ricostruire la storia?

Rilegga bene quello che ha detto perché ha anche detto una grossa bugia, non siamo tutti cretini! Ci credo che non abbia mai partecipato alla manifestazione del 25 Aprile, i valori della resistenza non sono i suoi.

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4 Commenti

  1. Non sono sorpreso della presa di posizione del nostro ViceSindaco e non sono sorpreso della presa di posizione del Consigliere di opposizione.
    Il 25 aprile è la festa di chi ha sconfitto un regime che aveva abolito con le “Leggi fascistissime” gli altri partiti e movimenti politici e, tra le tante nefandezze, aveva promulgato le Leggi razziali che diedero legittimità alle deportazioni di “italiani di religione ebraica” nei campi di sterminio nazisti. Era un regime illiberale, iniquo, violento e perfino grottesco fino al ridicolo. E’ stato il peggior periodo che l’Italia abbia fino a oggi avuto e si è concluso tragicamente con una delle sconfitte militari più rovinose che la storia ricordi.
    Il 25 aprile è la festa di chi, invece, vuole un mondo in cui tutti abbiano le stesse possibilità di sviluppare il proprio talento e le proprie capacità indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalle idee politiche e dal censo. Chi allora si è battuto conto i nazi-fascisti e chi, come noi, ha beneficiato di quelle conquiste, non può oggi stare dalla parte dei “forti” contro i “deboli”. Chi sta con quelli del 25aprile vuole politiche di “integrazione” e non di “espulsione”; vuole che tutti, ma proprio tutti, possano vivere in una casa, nutrirsi, curarsi, creare imprese, lavorare, studiare,….in altri termini mettersi in gioco per migliorarsi e migliorare la società. Se poi provengono da paesi lontani o sono i nostri vicini di casa, che differenza c’è?
    Non sono sorpreso, quindi, che il nostro ViceSindaco non riesca a far propri questi valori che invece, evidentemente, fanno parte del patrimonio culturale di Patrizia Lissi e della sua famiglia. E’ un problema di educazione, di cultura e, mi si consenta, di signorilità. Troppo complesso per la nostra “balubetta”. Lasciamola alla sua dimensione: “megafono”, “distintivo”…..e nulla più!

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