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Muro Gelmini, il tam tam forzista: “Non cerchi più voti a Como”. Lega, i ruoli di Turba e Martinelli

L’ultimo muro è stato eretto ancora ieri, in primis dalla coordinatrice regionale di Forza Italia (nonché possibile capogruppo del partito alla Camera) Mariastella Gelmini, di fronte alle numerose pressioni arrivate dai sostenitori lariani di Alessandro Fermi. Chi ha avuto la fortuna di ottenere una risposta tra messaggi e telefonate, ha visto cadere anche le ultime speranze: “Fermi non sarà assessore”, più o meno il tenore delle risposte dirette o indirete. E certo non ha aiutato ad alimentare le speranze l’intervista rilasciata oggi a “Repubblica” dal presidente della Regione, Attilio Fontana, che a esplicita domanda ha replicato così: “La giunta è fatta, la presenteremo subito dopo la mia proclamazione. Sarà composta da sedici assessori, tutti politici e nessun tecnico”. Con un’aggiunta significativa: “Le pressioni dei partiti? Alla fine non direi molte. Abbiamo avuto soltanto qualche difficoltà a rispettare l’equilibrio di genere (almeno il 40% di donne nell’esecutivo, ndr)”.

Insomma, a quanto pare, in virtù della cancellazione del nome di Fermi da parte di Mariastella Gelmini subito dopo l’esito delle elezioni – e nonostante le 8.600 preferenze e un vasto movimento a sostegno della sua nomina in giunta – il “nodo Como” non pare aver assillato particolarmente né Fontana né – come ovvio – i vertici lombardi del partito di Berlusconi. Non turbati, questi, dal tenore dei messaggi circolati tra il popolo forzista comasco in queste ore, a noi riassunti (a taccuini chiusi) così: “L’anno prossimo non ci chiedano i voti per le Europee”.
In questo senso, non è escluso che nelle prossime ore – sempre fatto salvo il miracolo finale (quasi impensabile) – una parte della Forza Italia comasca, quella che ha contribuito direttamente alle 8.600 preferenze di Fermi, si mobiliti per qualche iniziativa pubblica di protesta per lo schiaffo ricevuto.

A conti fatto, però, il risultato è che la provincia continuerà ad essere assente dalla giunta di Palazzo Lombardia anche per i prossimi 5 anni, dopo i 13 già trascorsi. Più vicini a toccare il “paradiso” saranno due comaschi, ma della Lega: l’attuale segretario provinciale della Lega, Fabrizio Turba, che ha ottime chances di diventare sottosegretario (come fu Fermi negli ultimi 3 anni con Maroni, dunque senza portafoglio) e poi Giulia Martinelli, ex compagna di Matteo Salvini, sorella dell’ex consigliere comunale comasco del Carroccio, Guido, ma comunque nella Lega sin dalle origini e destinata al vertice della segreteria di Fontana.
Per Fermi, a questo punto, soltanto due opzioni possibili: la presidenza del consiglio regionale (già rifiutata a inizio trattative, ma ipotesi sempre aperta e possibile) oppure un ruolo eminentemente politico come capogruppo in consiglio di Forza Italia. Oltre, quanto mancano poche ore dall’annuncio ufficiale della nuova giunta regionale, sembra impossibile andare.

 

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2 Commenti

  1. Anche con altri pesci in faccia li voteranno egualmente.c’erano già tutte le motivazioni per non votarli metri a pagamento,promessa gratuita ed ovviamente mai fatta.

  2. Sarebe una grave ingiustizia per tutto il territorio provinciale che ha posto la propria fiducia in Alessandro Fermi il quale si è affermato come il candidato con il maggior numero di voti preferenziali.Preoccupa questo schiaffo dato alla nostra Provincia in quanto non vorremmo che si proseguisse negli errori e nelle “mire”di Maroni,vale a dire dare poco o nulla a Como per privilegiare e rendere sempre più attrattivo il territorio Varesotto.

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