I Verdi di Como, con una nota diffusa da Elisabetta Patelli, accusa l’amministrazione Rapinese di far pagare la tassa rifiuti anche a chi non produce più rifiuti.
“Ricordiamo tutti la guerra dichiarata dal Sindaco Rapinese a quelli che lui ha definito i “furbetti” della spazzatura, con tanto di minacce e contromisure: 1) blocco dei servizi comunali: chi non è in regola con i pagamenti non ha accesso a servizi come mense scolastiche e asili nido; 2) linea dura sugli evasori: caccia agli evasori e tolleranza zero per chi non paga ; 3)restrizioni ai commercianti: chi non è in regola non può ottenere il permesso di collocare tavolini sul suolo pubblico – scrive Patelli – Rapinese ha dichiarato di voler non solo incrementare le entrate comunali, ma soprattutto garantire equità tra i cittadini attraverso regole che riscuotano da chi produce rifiuto e puniscano chi evade. Corretto e assolutamente condiviso”.
Da qui in poi, però, ecco le obiezioni: “Peccato però che il Regolamento tuttora in vigore (mai modificato) e che gli Uffici applicano produca il contrario perché il Comune di Como, diversamente da altri Comuni, applica un principio che alleggerisce il lavoro degli Uffici preposti, ma scarica sui cittadini grosse ingiustizie, penalizzando chi non deve pagare e favorendo l’evasione di chi invece dovrebbe”.
Patelli ricorda che “tale principio è ben scritto su ogni avviso di pagamento e recita ‘per le utenze domestiche, rilevano sia le superfici, sia il numero dei componenti il nucleo familiare, come risultante all’anagrafe dei residenti alla data del 1 gennaio di ogni anno’. Ciò a prescindere da documentate variazioni da parte degli utenti e nonostante i dati di anagrafici aggiornati siano automaticamente disponibili, in tempo reale, agli Uffici comunali stessi”.
Potrà servire ad alleggerire il lavoro degli uffici – rimarca l’ambientalista – “ma ciò avviene a scapito di una parte dei contribuenti: chi non produce più rifiuti ma paga per altri”
“La prima e più odiosa ingiustizia è che a pagare per tutto l’anno in corso sono anche coloro che muoiono dal 2 gennaio in avanti: le famiglie già gravate dal lutto si vedono recapitare avvisi di pagamento per tutto l’anno in corso per il numero dei componenti familiari compresi i morti che evidentemente non producono più rifiuti – aggiunge Patelli – Analogo trattamento per il componente di un nucleo familiare residente a Como che dal 2 gennaio sposta la residenza in altro Comune (ad esempio un figlio che va a vivere da solo), dove dal momento in cui si registra è ovviamente tenuto a pagare la locale tariffa rifiuti. Al contempo non cessa però l’obbligo stabilito dal Comune di pagare anche a Como fino a fine anno. In sostanza egli è costretti a pagare due volte la Tari, dove va a risiedere da quel momento e dove non risiede più”.
“Chi produce rifiuti ma non paga”
“Viceversa – conclude Patelli – si favorisce l’evasione della Tari da parte di tutti i nuovi nati dal 2 gennaio, se in una famiglia nascono tre gemelli il 2 gennaio, questi non pagano fino all’anno successivo, anche se producono moltissimi rifiuti e se per loro è stato attivato un servizio gratuito di smaltimento pannolini, a carico di tutti i contribuenti. Analogo favore a tutti i nuovi residenti che entrano in un nucleo familiare preesistente a Como: se arrivano da fuori 5 nuovi residenti in un nucleo familiare dal 2 gennaio di ogni anno, a essi non è richiesto alcun pagamento per tutto l’anno, nonostante l ‘ingente aumento di produzione rifiuti, In sintesi a Como la lotta dura per l’equità della tariffa rifiuti si riassume in poche righe: si ‘taglieggiano’ comaschi che muoiono o che spostano la residenza dal 2 gennaio di ogni anno e si favorisce l’evasione della tariffa per tutto l’anno da parte di alcuni residenti e dei nuovi nati dal 2 gennaio io poi”.