Era inevitabile: l’analisi con annessi giudizi durissimi sul modello Riace di accoglienza migranti e sul sindaco Mimmo Lucano da parte dell’ex consigliere comunale Pd e ora esponente di Leu, Guido Rovi (qui l’intervista integrale) è piombata come un macigno sulla sinistra comasca. Con ogni probabilità, perché quelle parole venivano proprio da sinistra.
Stamane è il presidente dell’Arci di Como a rispondere tramite Ecoinformazioni con uno scritto durissimo (lo trovate integrale qui).
“La spinta all’omologazione è fortissima – attacca Rosso – In questi tempi bui di fascioleghismo al governo la tentazione all’abiura di valori di civiltà per essere, se non accolti nel salotto buono (e cattivo), almeno non contrastati duramente, è grandissima. È il caso di coloro che vanno a ingrossare le file maggioritarie dei “non sono razzista ma”. Cedere al conformismo in tempi di ronde fasciste è umanamente comprensibile. Voler essere a tutti i costi con la maggioranza silenziosa (e cattiva) è umano”.
Una premesse generica che prosegue con un “e quindi non giudicheremo umanamente Guido Rovi che, dopo aver giustamente detto: Bisognerebbe provare a documentarsi», esprime [su Comozero.it] fantasiosi e grossolani giudizi sul sindaco di Riace, vittima, ma per Rovi forse sacrificabile perché altrimenti avremo i fascisti per 20 anni e con applausi”.
“Politicamente, però – aggiunge Rosso – bisognerà fornire a Rovi gli strumenti per capire che c’è differenza tra legalità e legge, che la giustizia non è la semplice applicazione delle norme, che esse hanno una gerarchia nella quale la Costituzione primeggia, che, se trasportando un ferito in ospedale, non si suona il clacson per aprirsi la strada perché è vietato, non si è cittadini esemplari, ma imbecilli che stupidamente mettono a rischio la vita di una persona”.
Rispetto al sindaco di Riace , poi, il presidente dell’Arci definisce “l’operato di Domenico Lucano (oggi ingiustamente esiliato) un compito essenziale di chi rispetta la Costituzione e non vuole cedere alla barbarie dell’illegalità di governo. Per questo la Marcia Perugia – Assisi e Sabir hanno condiviso l’obiettivo del premio Nobel a Domenico Lucano”.
“Certo siamo una minoranza: con noi gli Enti locali per la Pace, le ong che salvano le perone in mare, i sacerdoti di frontiera come Giusto Della Valle e Alex Zanotelli, le associazioni di giuristi che hanno lottato per la Costituzione e ora vogliono applicarla, scuole, università, movimenti, sindacati, partiti – si conclude lo scritto di Rosso – Poca roba, sappiamo che la maggioranza nel paese, non solo nel Parlamento, è ancora pilotata da mafia, illegalità, corruzione, politica dell’arrivismo. Noi dell’Arci con Riace e Lucano resistiamo e contrastiamo violenza e cialtroneria insieme. Ci rifletta Guido Rovi, studi, legga i documenti, ascolti le storie, vada a Riace, prima che venga svuotato, confronti la “legalità” comasca con l’”illegalità” di Riace e, se ancora non riesce a capire, almeno taccia”.
Consiglio finale all’ex consigliere comunale: andare allo Spazio Gloria in via Varesina 72 a Como venerdì 19 alle 21 dove sarà presentato “Un paese di Calabria”.
2 Commenti
Non mi inserisco nella polemica, ma mi permetto comunque di dare a Rovi un suggerimento: si iscriva al Pd, che è il partito dei benestanti, e fighetti come lui.
Taccia? Chi non è ” allineato ” secondo lui dovrebbe tacere? La sinistra ( anche quella comasca) si interroghi sulle politiche disastrose pirtate6 avanti riguardo all’accoglienza. Pazzesco ! Rovi taccia?