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Minghetti lancia il Patto di collaborazione con i cittadini. E poi: “Sindaca o sindaco? Ognuno dica come si sente”

Tappa all’ex (malconcia, con numerosi pannelli del soffitto ancora mancanti e fili in bella vista) circoscrizione di Camerlata, oggi, per la candidata sindaco del centrosinistra Barbara Minghetti assieme a un nutrito gruppo di esponenti politici della coalizione (tra gli altri Stefano Fanetti, Luca Gaffuri, Vito De Feudis, Rosalba Benzoni, Vittorio Nessi).

L’occasione è stata la presentazione di “un nuovo patto di collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale attraverso il rilancio del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni”. Il modello preso ad esempio è quello di Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà (qui le info).

“So che la generosità non manca ai comaschi e ne ho la continua dimostrazione girando nei quartieri, dove ho avvertito l’oroglio e il senso di appartenenza – ha detto Minghetti – Questa volontà di lavorare per il bene di Como è un bene prezioso che va valorizzato e messo nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. Questo perché l’esempio che può arrivare dai volontari non sta soltanto nell’operato concreto ma anche nel messaggio che, con il loro modo di vivere la città, possono dare ad altri, in particolare alle giovani generazioni”.

“In ogni quartiere di Como ci sono tanti cittadini singoli che vogliono offrire una parte del loro tempo alla dedizione per la città, dal parco da curare al cancello da sistemare fino all’aula scolastica da ridipingere, per fare qualche esempio. Per questo serve un regolamento su cui si possa fondare il patto con il grande attivismo civico che va colto, supportato e aiutato senza che questo tolga naturalmente nulla ai compiti e alle responsabilità al Comune”.

“La forza di questa città – ha concluso Minghetti – sta nelle persone che la animano, che partecipano attivamente alla vita pubblica e che ogni giorno si impegnano per rendere Como più bella e vivibile. È giusto che i cittadini siano valorizzati e tutelati nella loro attività propositiva e, proprio per questo, sarà riattivato il rapporto con i gruppi di cittadini volontari che vorranno, in forma libera e in un’ottica di sussidiarietà e di civismo, collaborare nel prendersi cura del luogo in cui viviamo”.

A margine, una piccola nota su un tema fortemente simbolico che ha tenuto banco nei giorni scorsi sulla scia dell’azione del collettivo femminista comasco, che ha modificato i cartelloni elettorali di Minghetti “sindaco per lo sviluppo” in “sindaca per lo sviluppo”.

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“Io credo che uno debba dire come si sente, senza obblighi – ha commentato Minghetti – Se cambierò la comunicazione? Per adesso no, con la formula “candidata sindaco”. Ma non è detto che quella sia l’ultima e definitiva. Per me va molto a sentimento della persona, come ormai è giusto che sia”.

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2 Commenti

  1. Sindaco e Sindaca è poco importante. Nonostante i proclami sul valore delle donne comasche in politica, alla resa dei conti abbiamo, per ora, un candidato donna e due candidati uomini. E dire che in questi cinque anni, si sono distinte, anche nel male a dire il vero, quasi solo donne. Poco importante. Invece sta diventando importante il tema San Martino. Un suggerimento ai candidati Sindaci. Non si facciano suggestionare dagli amici di chi invade il terreno altrui. È importante che sul destino del parco San Martino decida la città di Como, il futuro Sindaco, la sua maggioranza e chi ha, anche per questo, intenzione di votarla. Su questo ci si gioca molto anzi, se si pensa agli interessi sull’area, moltissimo.

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