Multe ai genitori che arriveranno per quattro volte in ritardo in un mese, fortissimo vantaggio per le iscrizioni concesso alle famiglie residenti a Como città rispetto a chi risiede fuori dal capoluogo, più punti a favore di genitori entrambi al lavoro rispetto a chi ha contratti part time (con nessun punto assegnato ai genitori disoccupati o comunque impiegati solo in casa). Sono questi i punti fondamentali del nuovo regolamento dei nove asili nido comunali in discussione questa sera in consiglio (voto ancora non avvenuto, sebbene approvazione sicura). Risolto almeno tecnicamente il punto sollevato dal Pd circa il servizio estivo (nel mese di luglio in particolare): da un lato il sindaco Alessandro Rapinese che ha affermato che “nessuno ha detto che non ci sarà, valuteremo in base alle effettive esigenze”: poi l’assessore alle Politiche educative, Nicoletta Roperto, ha specificato che “all’interno delle nuove iscrizioni non ci sarà più l’opzione di scegliere il nido estivo, ma perché non sarà una cosa in più, sarà già all’interno del servizio”. Sul fronte dei ritardi e delle multe, Roperto ha sottolineato che “parliamo di un ritardo alla settimana, quindi se diventa sistematico non mi pare una misura draconiana”.
Nel corso del consiglio comunale il sindaco è stato anche autore di un fuoriprogramma durante uno dei suoi interventi annunciando che “mi ricandiderò” e poi sottolineando che la sua vittoria elettorale nel 2022 da outsider è nata anche con questa motivazione: “Sono maledettamente democratico. La mia storia è l’opposizione e non disdegno di tornarci se il compromesso del governo è inseguire il consenso. Non sono io che inseguo il consenso, è il consenso che insegue me. E 100 volte mi avete riso alle spalle perché avevo atteggiamenti non convenzionali: “Guardate il matto“, additato come quello che nessuno si sarebbe filato. E invece sono qui proprio perché non sono convenzionale, non inseguo il consenso e non dico le cose che dite voi, ma le cose le faccio”.
Sul tema che tante polemiche ha sollevato, ossia quello delle multe da 50 euro per chi porterà i figli al nido in ritardo per 4 volte in un mese, è emerso che il provvedimento in vigore col precedente regolamento, che prevedeva il non ingresso del bambino in caso di ritardo, non è mai stato applicato. Così come non sono stati comunicati dati specifici sul fenomeno generale dei ritardi ai nidi, come invece chiesto espressamente dalla consigliera Patrizia Lissi (Pd) per avere almeno l’entità del fenomeno.
“Si è detto che a causa dei ritardi e per giustificare le multe, gli asili non possono lavorare, le maestre non possono lavorare, che è una cosa drammatica – ha commentato il consigliere Vittorio Nessi di Svolta Civica – Pensavo che l’assessore sarebbe venuta a spiegare con i dati che così non riesce a lavorare e invece i dati non ci sono, il che vuol dire che non esistono. Prima, oltre a una certa ora, il bambino non veniva poi fatto entrare, ma la misura non è mai stata applicata: ma allora di cosa stiamo parlando?”.
Lissi ha poi nuovamente bocciato la multa da 50 euro: “La domanda da porsi è che città vogliamo: per famiglie o una Como da cui le famiglie scappano? La multa ostacola una relazione positiva basata sulla reciproca responsabilità tra chi fornisce il servizio e chi ne usufruisce, mentre ora è tutto declassato a mero scambio economico. Inoltre ci sono studi che dimostrano che la multa punisce chi è in difficoltà economica e invece non chi può pagare e può trasgredire. Ma questo rispecchia la logica aziendalistica dell’amministrazione attuale”.
Critiche al nuovo regolamento anche da Giordano Molteni (FdI), che ha accusato soprattutto la maggioranza della lista Rapinese Sindaco di non avere una prospettiva politica sulla città, e poi da Antonio Tufano (anch’egli FdI) che sulle multe ha parlato di “misura inutile, mentre l’amministrazione dovrebbe andare incontro alle famiglie con un minimo di tolleranza”.
E’ poi intervenuto il capogruppo di Svolta Civica, Gianfranco Rossetti: “Questo regolamento rientra in una visione molto chiara, quella che vuole riportare Como a essere una città normale e ben amministrata con attenzione a tutti i lavoratori, ossia i clienti dei nidi ma anche gli operatori e le operatrici che vogliono sapere a che ora possono uscire dal lavoro e magari andare a prendere i loro figli a scuola. Poi se noi siamo in maggioranza è perché voi non siete stati premiati dai cittadini”.
Sempre per la lista Rapinese Sindaco, la consigliera Camilla Veronelli ha duramente attaccato il precedente intervento di Molteni: “Noi non siamo un gruppo che ragiona come pecore. Questo modo di descriverci come senza testa o come una sola testa mi ha stufato. Su questo regolamento ci abbiamo messo davvero la testa affinché fosse più preciso e puntuale possibile”. Molteni poi ha precisato a Veronelli che non ha mai inteso offendere nessuno ma che il suo rilievo era soltanto sulla visione politica della maggioranza.
Dal canto suo, il sindaco Alessandro Rapinese ha rivendicato che “noi andiamo incontro alle esigenze del nostro programma elettorale”. Poi sul vantaggio in termini di punteggio assicurato alle famiglie residenti per le iscrizioni ai nidi, il sindaco ha detto che “questo regolamento farà sì che quando ci sono due lavoratori in famiglia, non si venga penalizzati come è accaduto proprio a me. Per fortuna avevamo la nonna, perché lavorare entrambi era una colpa. Inoltre si tenga conto che ancora nel 2021 l’amministrazione spendeva netti 3.5 milioni netti per i nidi, dunque non vedo perché i cittadini comaschi debbano essere penalizzati favorendo qualche non comasco”.
Sul tema multe, Rapinese ha poi sottolineato nuovamente che “prima, se si arrivava in ritardo, il figlio non potevi nemmeno lasciarlo al nido: e cosa dovevano fare i genitori, lasciarlo nel piazzale? Rinunciare ad andare a lavorare?”. Sulle accuse di voler “aziendalizzare” i servizi del Comune, il sindaco ha ribattuto che “la verità è che un sistema veterocomunista come quello di Como non ce l’ha nessuno. Cosa vogliamo le carrozzerie e i ristoranti pubblici?”.
22 Commenti
Faccio notare al signor sindaco “maledettamente democratico” che, ai sensi del sistema sanzionatorio amministrativo vigente, le sanzioni non saranno applicabili.
Ancora non ha fatto nulla e già si ricandida! Complimenti! Del resto la carica di re di Como è ereditaria, e lui la trasmette a sé stesso. Vabbè, non c’è molto da aggiungere. Tuttavia, consiglierei al Sindaco di comprarsi un paio d’occhiali, giacché se vede a Como una gestione veterocomunista significa che ha seri, serissimi problemi oculari.
3 – 6 mesi
Adamo aveva il pomo di Rapinese
Como veterocomunista?mah…detto questo:d’accordo sulle multe ai ritardatari cronici,anche se qualche dato sarebbe stato meglio averlo;un po’ presto per ricandidarsi,in piu’ il consenso non fu PER Rapinese ma CONTRO la sinistra(veterocomunista?mah…);devo infine notare che sembra mancare,ancora e come da decenni,una visione sul futuro della citta’.
Non chiedetevi cosa Rapinese possa fare per voi, ma cosa voi potete fare per IL RAPI !
ao’ Rapi, sei mejo de Kennedy!
Il sindaco ha detto che “questo regolamento farà sì che quando ci sono due lavoratori in famiglia, non si venga penalizzati come è accaduto proprio a me.”
Ah ma quindi è solo ripicca perchè è capitato a lui, davvero un’ottima motivazione!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA lo splendore si vede nel quotidiano delle promesse del Sindaco, no traffico, lavori, co cabina di regia e coordinamento, impianti sportivi aperti e norma, pulizia, scuole sistemate e a norma…..già uno splendore!!Massì tra 3-6 mesi forse si vedrà qualcosa….
IO procedo, il consenso mi segue ( forse segue con i forconi)
Non c’è nulla di strano che Rapinese Sindaco auspichi di essere rieletto. Quello che invece è un po’ più strano è l’assoluta mancanza di dati a supporto della scelta di multare, perché di multa si tratta, i ritardatari dell’Asilo Nido. Cosa significa? L’Assessore ha raccolto i “mal di pancia” degli operatori e i “gossip” dei genitori puntuali senza avere nessuno straccio di numeri al riguardo? E Sindaco e Giunta hanno preso questa scelta sul sentito dire? Mah…. Altra stranezza è la sortita del Consigliere Comunale della Lista Rapinese Sindaco, Camilla Veronelli, ai più fino a oggi sconosciuta, che si è azzardata a intervenire direttamente e non per interposta persona come sono solito fare i Consiglieri di maggioranza. Si è ribellata all’ “obbligo del silenzio” che caratterizza gli eletti al seguito di Rapinese? Mah… Tuttavia, con la sua “excusatio non petita, accusatio manifesta”, ha finito per dare ragione a chi li accusa di alzare la mano a comando. A ben guardare, sarebbe stato meglio che fosse rimasta in silenzio e sconosciuta ai più.
Uno che governa chiudendo tutto e tutti!!!
Complimenti così è facile fare il Sindaco….tienitelo ben stretto e auguri
Per quanto riguarda gli asili nido è solo una forma di rispetto delle regole e delle persone che lavorano per noi nell’accudimento dei nostri figli. Ci sono degli orari e vanno rispettati, può capitare l’imprevisto, ma 4 in un mese non sono imprevisti, ma consuetudini.
Sindaco continua per la tua strada per il bene di Como
Ma voi e Rapi cosa vi calate per essere così?
Flebo di prosopopea?
Sindaco, continua così che finalmente Como tornerà a splendere.
Il consenso insegue me, veterocomunista… Siamo al delirio
Questo signore è dotato di furbizia, di quella furbizia terra terra, poco elaborata a livello intellettuale, ma molto pratica, sicuramente coltivata nel suo lavoro di agente immobiliare.
Ogni 4, 5 giorni fa filtrare una sua qualche dichiarazione o intenzione ad effetto. In modo che tutti ne parlino. Che ne parlino male o bene poco importa, l’importante è che ne parlino. D’altronde non c’è migliore pubblicità della cattiva pubblicità. Quindi mentre il suo “marchio” acquisisce valore, nessuno gli rende conto del nulla che ha fatto fino ad ora. L’opposizione, a parte qualche eccezione è imbarazzante, non hanno quella cattiveria necessaria per stanarlo.
Intanto la città va a rotoli.
Magari sarà inseguito ma con i bastoni. Condannato alla damnatio memoriae.
Peggio di Silvio. È ossessionato dal comunismo. Che poi magari l’Italia fosse stata una Repubblica Socialista. Ahimè è stata una repubblica sociale.
Intanto é diventato sindaco quindi muti signori.
Perchè muti!!! Il divino Rapinese non si può criticare?
Solo lui poteva fare opposizione urlata e offensiva?
FABIO va a ciapà i ratt!
Santo subito
IL CONSENSO INSEGUE ME
un caso clinico il Rapinese