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Como, Anpi e sinistra comasca: “Si vieti la parata fascista per Ramelli, oltraggio inammissibile”

Un gruppo di partiti, movimenti e associazioni della sinistra comasca ha firmato una nota congiunta per chiedere che venga proibita la manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli, lo studente di 19 anni militante del Fronte della Gioventù aggredito a Milano il 13 marzo 1975 da un gruppo di militanti di Avanguardia operaia e morto il 29 aprile per la gravità delle ferite riportate.

Come noto, al giovane missino è dedicato un tratto di passeggiata ai giardini di viale Geno, dove è posizionata una targa (spesso anche vandalizzata) e ogni anno la destra lariana ricorda gli eventi del 1975 con una manifestazione e il classico “Presente”.

 

Di seguito, l’appello contro l’iniziativa in programma stasera e i firmatari.

Sabato 30 aprile si terrà anche a Como l’ennesima parata organizzata dall’estrema destra per Sergio Ramelli. Strumentalizzando questo tragico episodio in cui ha perso la vita un giovane ragazzo, con tutta probabilità assisteremo ancora una volta ad una parata inquadrata militarmente a ritmo di tamburo, il rito del “presente”, l’utilizzo e l’esaltazione di simboli e slogan che si richiamano al fascismo, saluti romani compresi.

Non è ammissibile che Como città Messaggera di pace e sede del Monumento alla Resistenza europea debba subire questi oltraggi. Commemorare Sergio Ramelli è umanamente legittimo. Altra cosa è utilizzare questo triste evento per trasformarlo in parata apologetica del regime fascista, che nulla ha a che fare con la pietà umana.

Facciamo appello alle Autorità competenti, affinché impediscano un tale scempio a pochi giorni dalla giornata della Liberazione, richiamando al preciso ruolo che loro è assegnato da una Costituzione profondamente e nettamente antifascista: la democrazia deve essere difesa e garantita, prima di tutto e soprattutto da parte delle Istituzioni, applicando le leggi che impediscono il riemergere di movimenti pericolosi e antidemocratici.

Ricordiamo che chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche deve essere perseguito per il reato di apologia di fascismo. Non lo diciamo solo noi. Lo dice chiaramente e nettamente la Legge 645 del 1952, cosiddetta Legge Scelba

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