Un grande ritorno (in giunta) alle porte? Nulla di certo ma anche nulla di impossibile. L’arrivo in città dell’europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia, Massimiliano Salini, sembra aver improvvisamente aperto un pertugio nel muro di incomunicabilità tra il sindaco Mario Landriscina e il gruppo forzista a Palazzo Cernezzi (e con esso il coordinatore provinciale Mauro Caprani).
Determinante, più ancora che il vertice di partito tra gli azzurri comaschi e Salini, è stata la cortesia istituzionale (reciproca) tra Salini e Landriscina, con il primo che ha voluto incontrare di persona il primo cittadino per conoscersi e ovviamente anche per scambiare qualche parola sulla situazione politica. Situazione che, peraltro, fino a ieri era nota: a Palazzo Cernezzi, Forza Italia – dopo il polemico addio alla giunta del novembre 2018 – da mesi è al confine tra la guerriglia aperta verso la giunta e altri periodi di nervosa stasi in trincea. Gli episodi più o meno gravi di rotture e polemiche, negli ultimi 12 mesi, non si contano.
Ieri, invece, ecco addolcirsi il clima. Salini infatti ha esplicitamente detto al sindaco che la sua posizione – che da coordinatore regionale ha un bel peso – è tutta indirizzata a una composizione delle fratture. Questo, ovviamente, contemplando anche la possibilità reale che l’intera coalizione possa avviare una trattiva per un eventuale rientro in giunta di una delegazione di Forza Italia. Due assessori, in pratica, come ai tempi del duo Pettignano-Locatelli.
Sempre in questo senso, il coordinatore regionale forzista, che ha trovato in Landriscina ampi spiragli per percorrere assieme questa via benché ancora soltanto come intenzione e senza nomi né tempi precisi, ha auspicato un incontro tra le segreterie politiche del centrodestra per provare a ritrovare un’unità politica e poi valutare il rientro nell’esecutivo degli azzurri. Date fissate, però, ancora nessuna. Nei prossimi giorni si vedrà.
Detto, quindi, che la fase è di disgelo ma ancora assolutamente preliminare, il totonomi eventuale è già partito. Il problema, a quanto si capisce, è che pressoché tutti i consiglieri comunali di Forza Italia vorrebbero evitare un loro diretto coinvolgimento nella giunta. Ma non tanto per la cosa in sé, quanto perché i consiglieri subentranti rispetto ai due che dovrebbero lasciare gli scranni (in questo caso il capogruppo Enrico Cenetiempo sarebbe in pole position) non sarebbero graditissimi negli equilibri interni.
Per designare i due nomi, dunque, Forza Italia dovrebbe pescare all’esterno, ma qui si apre un campo di totale incognita (un bis di Amelia Locatelli? Molto difficile, come disse lei stessa qui, giusto per dirne una).
Nei corridoi di Palazzo Cernezzi girano peraltro tesi tra il fantasioso, il creativo e il fantascientico (quest’ultimo, soprattutto). Ad esempio che potrebbero vestire d’un botto la casacca azzurra gli assessori Carola Gentilini (Turismo e Cultura, ma in quota al sindaco) e Marco Galli (eletto con la civica “Insieme con Landriscina” e non ostile ai forzisti). Ma in realtà si tratta di boatos senza alcun riscontro e forse pure un po’ maligni (e per di più con deleghe troppo leggere per i forzisti che hanno sempre puntato su Commercio e Urbanistica, ad esempio).
In ultimo, chicca finale: dopo le dimissioni da coordinatore cittadino di Stefano Vicari (qui l’articolo), il coordinatore provinciale forzista Mauro Caprani traghetterà come “reggente” il partito verso il prossimo congresso fissato per gennaio 2020.
2 Commenti
Sarà più facile veder passare un cammello per la cruna di un ago,che vedere a Como Forza Italia a congresso….
Mica solo a Como: è sempre stato un partito padronale, con gerarchie dettata dalla fedeltà al capo.
Inutile illudersi che possa cambiare la propria natura, sarebbe più saggio cambiare partito.