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Salvini a Como accolto da Landriscina. Ma il leader leghista: “La Ticosa non può restare in quelle condizioni”

Tappa a Como, oggi sabato 4 settembre, per il leader della Lega Matteo Salvini, accolto dai sostenitori al gazebo allestito a Porta Torre per la raccolta firma sui 6 referendum per la giustizia.

Presente anche lo stato maggiore istituzionale locale, a partire dal sindaco del capoluogo Mario Landriscina.

“Abbiamo molte cose da fare alcune sono andate molto bene, qualcuna la dobbiamo registrare, ma con l’aiuto di tutti ce la faremo – ha esordito Landriscina – Dovete avere pazienza, la fatica è tanta, la Lega mi ha sostenuto lealmente, mi è stata vicina, mi ha aiutato nei momenti difficili e insieme vogliamo portare Como agli antichi splendori pre-pandemia. Grazie per la fiducia e il sostegno che ci avete dato, poi per il futuro vediamo”, ha concluso il sindaco forse guardando alle elezioni comunali 2022.

Tra gli altri, presenti il sottosegretario Nicola Molteni (per il quale Salvini ha chiesto e ottenuto un applauso), i parlamentari Eugenio Zoffili, Erika Rivolta, Claudio Borghi, l’assessore regionale Alessandra Locatelli, il sottosegretario a Palazzo Lombardia Fabrizio Turba, il vicesindaco di Como, Adriano Caldara e l’assessore Alessandra Bonduri.

Arrivato attorno alle 19.30 – per un discorso di una decina di minuti – Salvini ha sfiorato il tema delle comunali per Palazzo Cernezzi, ma senza alcun accenno al bis per Landriscina: “L’anno prossimo si vota a Como, ne parleremo con i comaschi: intanto ora votano tanti comuni lombardi, prima vediamo di mandare a casa un po’ di sinistra, poi decideremo cosa fare su Como. Noi siamo al governo anche per sbloccare i problemi della Pedemontana, della Tangenziale. La Ticosa? Non può rimanere ancora in quelle condizioni a lungo. E chi può risvolere i problemi di Como? I comaschi, non i Salvini o i Molteni. Ringrazio anche Alessandra Locatelli”.

 

Il leader leghista ha rilanciato la battaglia per l’autonomia della Lombardia: “”Como è città di confine, non è possibile che gli stipendi di un muratore o un infermiere in Svizzera siano il doppio: l’autonomia era e rimane una nostra priorità, non sono possibili queste disparità”.

Accenno anche al green pass, come noto poco gradito alla Lega: “I comaschi sono ligi, ma non è possibile che si chiedano sacrifici agli italiani, il green pass agli italiani e poi si lascino sbarcare decine di persone senza controlli”.

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3 Commenti

  1. Veramente per togliere il pedaggio dalla Pedemontana bastava farlo in regione dove governate da vent’anni… Senza parlare poi del fatto che proprio la regione ha appena presentato il nuovo progetto senza neppure considerare il tratto comasco che è sparito… E anche qui Roma non centra proprio nulla!

  2. Il problema Ticosa è il più eclatante ma ci sono tante altre cose rimaste al “palo”, eccone alcune: l’ex Ospedale psichiatrico, la Caserma De Cristoforis, il vecchio Ospedale Sant’anna, l’incompiuta Pedemontana, il cinima Politeama oltre al fatto che ancora si si ha notizia di quando e come verrà terminato il lungo lago. Ometto per non infierire lo opere ordinarie di viabilità e parcheggi.

  3. Ha ragione, ma sono proclami a cui gli amministratori eletti dai comaschi sono sordi..
    La Pedemontana gratis? Promessa di maroni
    La ticosa? Promessa di chiunque.
    La tangenziale va fatta di concerto e in unità tra forze di comaschi, Butti Braga Guerra Locatelli Borghi…

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