Le premesse erano state posate da due eventi dal senso chiarissimo: ieri, la serie di opposti voti sulla Tav in Parlamento; poi oggi la nota ufficiale della Lega in cui si parlava apertamente di urne anticipate. E alla fine, le avvisaglia si sono trasformate da tuoni e lampi in tempesta: salvo governi tecnici o del Presidente, si tornerà a votare in autunno, probabilmente ottobre.
A sancirlo (quasi) definitivamente, l’annuncio del leader della Lega Matteo Salvini, al termine della girandola di incontro romani, primo tra tutti quello di oltre un’ora con il premier Giuseppe Conte.
“Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza – ha affermato Salvini – come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”.
Voto anticipato, dunque, che significherebbe per il nutrito drappello di parlamentari comaschi cimentarsi di nuovo con il responso delle urne.
Si tratta dei leghisti Alessandra Locatelli ministro alle Disabilità e alla Famiglia, del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e dei parlamentari Eugenio Zoffili, Erika Rivolta e Claudio Borghi; a loro si aggiungono il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti e i deputati Giovanni Currò dei Cinque Stelle e Chiara Braga del Pd.
In teoria, eletti a Como – benché poi mai visti e non comaschi d’origine – anche i tre parlamentari di Forza Italia Licia Ronzulli, Adriano Galliani, Laura Ravetto.