Il comizio di Matteo Salvini in piazza Duomo a Milano, sabato scorso, ha tenuto banco nelle dichiarazioni preliminari del consiglio comunale di Como. Due le questioni affrontate.
Da un lato il contestatissimo passaggio in cui il leader leghista ha affermato – baciando il rosario – che “ci affidiamo ai sei patroni di questa Europa: a San Benedetto da Norcia, a Santa Brigida di Svezia, a Santa Caterina da Siena, ai Santi Cirillo e Metodio, a Santa Teresa Benedetta della Croce. Ci affidiamo a loro. E affidiamo a loro il destino, il futuro, la pace e la prosperità dei nostri popoli […] Io personalmente affido l’Italia, la vita mia e la vostra al Cuore Immacolato di Maria”. Poi, come detto, il bacio del rosario da parte del leader della Lega davanti alla folla leghista.
La consigliera del Pd Patrizia Lissi ha duramente attaccato su questo Salvini. “Come cattolica non posso restare indifferente e zitta per l’uso strumentale del rosario, delle preghiere e dei fischi contro il Papa al comizio di Matteo Salvini e dei sovranisti a Milano”, ha esordito.
Poi due citazioni della consigliera dem. Dapprima le parole pronunciate da Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica: “Per il teologo una coscienza critica accompagnata da un sano discernimento dovrebbe aiutare a capire che non è un comizio politico il luogo per fare litanie in nome di valori che nulla hanno a che vedere con il Vangelo di Gesù. La coscienza cristiana dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita”.
Poi Lissi ha citato Famiglia Cristiana “che ha definito la manifestazione un tentativo di giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani”.
Di tutt’altro tenore l’intervento del capogruppo della Lega a Palazzo Cernezzi, Giampiero Ajani, presente a Milano.
“Era una piazza gremitissima, Salvini ha pronunciato un discorso veramente profondo e toccante, applaudito dalla marea di persone presenti, diretto verso l’Europa per cambiarla e costruire una coalizione operosa e proficua. Tengo a precisare – ha aggiunto Ajani – che erano presenti tutti i deputati e senatori comaschi oltre a un cospicuo numero di consiglieri e militati, per circa 400 persone”.
Poi l’affondo contro l’apparizione di Zorro da un balcone affacciato sul comizio, personaggio interpretato – per così dire – da Riccardo Germani, sindacalista USB.
“A 20 metri d’altezza abbiamo anche visto un certo Zorro – ha sottolineato il capogruppo leghista – Questo signore brandeggiava una spada di plastica e con l’altra mano un telefonino, sporto dal balcone. Gli fossero caduti la spada o il telefonino, sotto c’era tanta gente che poteva beccarsi in testa qualche cosa”.
6 Commenti
Le dichiarazioni premilinari in Consiglio Comunale a Como sono comunque di una palese inutilità e fanno perdere ulteriore tempo a un consiglio che con questa amministrazione è parecchio improduttivo.
Sarebbe il caso di eliminarle, dubito che altri Comuni abbiano un regolamento che consenta ai consiglieri di esprimersi su temi a piacere, anziché sui punti all’ordine del giorno.
Credo che il Capo Gruppo della Lega fosse nelle prime file e non ha visto dietro. La piazza era tutt’altro che gremita. La Digos parla di 20.000 persone, io, che non ho retto alla curiosità e sono andato a vedere, da sotto i portici ne ho stimate un 25/30.000. La piazza al massimo ne contiene ca 100.000. Non sembrava certo piena. La Celere ha impedito agli studenti della vicina Università Statale, ai Centri Sociali e ai gruppi antifascisti di unirsi ai festeggiamenti. Questi gruppi chiedevano a gran voce di partecipare alla festa e preparare con gli altri convitati “spezzatino d’orso” e “brasato d’asino”. Anche se fossero entrati, credo che i partecipanti sarebbero stati al massimo 50.000….prima di apparecchiare ovviamente.
A parte i dati contabili mi sono divertito molto. Sembrava di vedere uno spettacolo dei fratelli De Rege: il sovranista bulgaro che parlava come Ivan Drago, il pugile russo del film Rocky IV, era esilarante. La sceneggiata del “capitano” che arringava la folla con il rosario in mano era una via di mezzo tra il rituale dell’ampolla del dio Po di Bossi e la sfilata dei martiri “sfigati” in Brancaleone alle Crociate. Fantastico!
Mancava l’albero della cuccagna, il tiro alla fune e la corsa dei sacchi…poi si sarebbe raggiunta l’apoteosi. Zorro rispetto a tutto ciò ha avuto solo una comparsata e neppure tra le più divertenti.
Pardon, dimenticavo i contenuti: i soliti quattro slogan, qualche invettiva contro il mondo cattolico non allineato ai dotti teologi “baluba” e nulla più!
A proposito di spessore culturale la signora cornaggia prima di fare la maestrina consulti il dizionario.
“Gli fossero caduti la spada o il telefonino, sotto c’era tanta gente che poteva beccarsi in testa qualche cosa”.
Meno male che al consiglio comunale di Como viene riportato questo fatto di gravità inaudita che è accaduto a Milano..
Brandeggiava invece che brandiva mi sembra perfetto per valutare le spessore culturale del personaggio
Brancaleone da Norcia , ora et labora