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Il battibecco in pubblico, poi il confronto tesissimo fuori dalla sala: Orsenigo-Braga, due mondi lontani nel Pd

E’ sempre un “piacere” scoprire – anche se con un filo di ritardo – il vero animo delle riunioni politiche, questa addirittura nemmeno a porte chiuse ma aperta al pubblico eppure ben “coperta” finora.

Bisogna tornare indietro di qualche giorno, allo scorso weekend. Venerdì sera, per l’esattezza. Centro Civico di Camerlata. Pd schierato in bello stile per una analisi-confronto sulla situazione politica con focus sulle prossime elezioni comunali a Como città e dunque sul possibile candidato sindaco (o candidata, naturalmente, come suggeriva la presenza di Adria Bartolich).

Ebbene, in realtà su quel fronte la circospezione delle varie correnti interne ai dem e anche la tipologia di riunione ha sostanzialmente cucito le bocche dei presenti. Eppure c’era pressoché tutto lo stato maggiore schierato: dalla parlamentare Chiara Braga al consigliere regionale Angelo Orsenigo, passando per i segretari cittadino e provinciale Tommaso Legnani e Federico Broggi, per il capogruppo a Palazzo Cernezzi, Stefano Fanetti, e per il presidente di circolo, Vito De Feudis.

A parte un socialistissimo Sergio Simone che – tra serio e faceto (più la prima, però) – ha evocato la pasionaria dem Patrizia Lissi come soluzione ideale per portare i quartieri e il popolo in senso lato alle urne nella primavera 2022, con un ardito parallelo con la Parigi-Dakar, la riunione è scivolata via senza grandi colpi di scena. Almeno fino a quando è andato in onda – davanti a una platea decisamente sorpresa – il primo atto di uno scontro frontale tra Braga e Orsenigo.

Il consigliere regionale, senza mezzi termini, ha espresso delusione e rammarico per il percorso politico del Pd in città, segnalando in particolare una eccessiva distanza del partito dal mondo delle associazioni e dei gruppi radicati in città nei quattro anni di opposizione post vittoria di Mario Landriscina. Inutile dire che il pensiero di molti, cercando di interpretare le parole di Orsenigo, è andato subito al primo riferimento possibile: ossia Officina Como, galassia guidata guarda caso da quel Paolo De Santis che proprio Orsenigo (con il supporto tutt’altro che indifferente di Giuseppe Guzzetti) ha più di tutti sostenuto nei mesi in cui l’imprenditore pareva vicino alla discesa in campo. Era il famoso tentativo di allargare la coalizione di centrosinistra verso il centro, anche a settori civici e imprenditoriali di Como non immediatamente sovrapponibili al partito-Pd.

Si ricorderà, però, che quando emerse il nome di Paolo De Santis, le reazioni a caldo di alcuni significativi spezzoni dem oscillarono tra il gelido e l’artico, cosa che pare abbia inciso e non poco nel ritiro finale dell’imprenditore alberghiero ed ex presidente della Camera di Commercio.

Ma appena terminato l’intervento di Orsenigo, Chiara Braga ha immediatamente alzato un argine alle critiche del collega di partito, prendendo le distanze e le difese del lavoro del partito, invitandolo a chiudere lì l’affondo ingeneroso e a evitare di lavare in pubblico eventuali panni sporchi (che peraltro, secondo Braga, sono molto più puliti e stirati di quanto non li veda il consigliere regionale).

E’ emersa insomma la grande spaccatura del Pd comasco, con Orsenigo che da tempo ha occupato la zona moderata del partito che guarda anche oltre gli steccati del centrosinistra “da manuale”, e Braga che invece incarna sempre più l’ala sinistra (oltre che essere la prima sostenitrice di Adria Bartolich, mentre scarsissimo fu l’entusiasmo per l’ipotesi De Santis).

Ma se venerdì sera, in pubblico, tutto sommato il confronto a distanza Braga-Orsenigo si è tenuto sul gelido ma istituzionale, molti hanno notato che il duello è proseguito su toni decisamente più accalorati e meno ingessati fuori dalla sala di Camerlata, dove i due hanno animosamente discusso delle rispettive divergenze politiche in maniera decisamente più secca e meno paludata.

Un “fuorionda” molto realistico circa la lontanaza tra i due big dei dem lariani: due mondi lontani, in un unico contenitore.

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3 Commenti

  1. Forse perché le riunioni di partito non sono mai divertenti, forse perché la comunicazione unidirezionale sta stancando, forse perché ci si conosce tutti, forse perché argomenti ce ne sono pochi e i pochi sono sempre i soliti, è stato assai noioso se non per l’intervento di Angelo Orsenigo. Giustamente fa notare l’articolo che l’intervento è stato insolitamente duro e forse decontestualizzato ma sicuramente efficace e pertinente. Ha fatto capire a tutti, anche a quelli che si erano appisolati, che le due anime del Partito Democratico comasco, che da molto tempo condizionano il centrosinistra, non hanno ancora trovato un’intesa. Ed è questa la vera spaccatura del centrosinistra, non le discussioni su Bartolich, i renziani, Traglio ecc.ecc. Se all’interno del PD non si riesce a trovare un’intesa programmatica, come è possibile trovare un accordo tra Articolo 1, Civitas, Azione, Italia Viva, +Europa, Europa Verde e tutti gli altri*? Tra l’altro, e la cosa mi ha fatto sorridere, non lontano dal banchetto di Agenda 2030 sabato mattina in piazza Volta, ho visto chiacchierare amabilmente l’ex-Sindaco Simone, Gisella Introzzi e alcuni esponenti di Italia Viva. Mi sembravano assolutamente sereni, forse si stavano confrontando sull’idea di città che ognuno di loro ha e sicuramente stavano parlando di politica. My God, non sarà mica il PD il fattore divisivo di una futura coalizione di centrosinistra?
    *escluso il M5S per rispetto a chi esiste.

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