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Politica

Sea Watch, Luigino Nessi: “Locatelli, resti umana. Una Legge ingiusta non è Legge”

Saranno i natali comaschi della portavoce italiana di Sea Watch, Giorgia Linardi. Saranno le speronate leghiste (come abbiamo ribadito diverse volte, partito che in terra lariana conta alcuni tra i big assoluti del salvinismo in chiave nazionale) e le controcannonate opposte.

Sarà il clima (molto sgradevolmente sintetizzato, pure e soprattutto in chiave giornalistica, nello slogan Capitano Vs Capitana). Sarà l’accelerazione iperdigital—> notizia/commentoveloce,

Saranno tante cose. Fatto sta che il dibattito su Sea Watch, l’arresto di Carola Rackete e tutte le rifrazioni politiche, sociali e civili del caso, stanno avendo una risonanza (quasi senza precedenti nel normale rapporto grande/piccolo) in chiave locale, comasca, nostra, quartierino.

Riassumendo, passaggio necessario alla comprensione del (legittimo) lettore in transito occasionale, per brevi tappe ecco quanto è accaduto:

1 – Sea Watch, il blocco forzato, Salvini Vs capitana Rackete. La comasca Linardi: “Carola è tutto quello in cui credo” 

2 –Sea Watch. Locatelli: “L’associazione Como senza vergogna e senza Frontiere con i criminali”. Licata: “Rackete tra i Giusti”

3 –Sea Watch, Patrizia Furiosa: “Locatelli, odio e bugie mi fanno schifo. Legalità? Mettiamo un badge per gli assessori”

4 – VIDEO “L’unico capitano: Carola” Due ragazze contestano Salvini alla Festa della Lega di Cantù

5 – Como, presidio per Seawatch e Carola Rackete. Don Giusto: “Arrestare chi ferma l’accoglienza”

E’ il punto 2 che, a cascata, ha generato quasi tutto il resto. Così alle parole del deputato e vicesindaco, Alessandra Locatelli, in queste ore fanno eco, ostinata e contraria, quelle di Luigino Nessi, ex consigliere comunale, Abbondino d’Oro e portavoce de La prossima Como.

Nessi interviene sull’attacco a Como Senza Frontiere e, fatalmente, allarga alla vicenda Sea Watch. Come nel caso di Locatelli, riportiamo integralmente l’intervento:

Vicesindaca, ritorni a essere e rimanga umana.

Capisco che in questi giorni caldi – sto parlando di situazione meteorologica – tutti possano avere colpi di sole e non riuscire ad essere razionali. Ma conosco la vicesindaca e purtroppo penso le sue parole (su Csf) non siano causate da colpi di calore, ma siano purtroppo, il suo pensiero.

Noi siamo nonviolenti, noi, tutte le organizzazioni che fanno parte della rete di Como senza frontiere tra le quali noi de La prossima Como siamo impegnati inseme (organizzazioni laiche e religiose, di promozione sociale, partiti, sindacati, singole persone) a limitare le situazioni di povertà, di solitudine, a favorire l’accoglienza e la crescita di tante persone che vivono la nostra città: stranieri, migranti e tanti Italiani.

Prima gli italiani, è lo slogan urlato per negare i Diritti umani, tanti stranieri e italiani vivono in povertà e in solitudine. Per loro la nostra vicesindaca, assessora ai Servizi sociali, che fa?

Quindi la inviterei a moderare le parole, anche perché Lei, che oltre ad essere vicesindaca, ha giurato da parlamentare sulla nostra Costituzione, mi permetta, questi suoi interventi non sono in linea con gli articoli della stessa. Invito la Vicesindaca a leggere e studiare gli articoli 2, 10, e 11. Magari capirà.

Penso che la nostra vicesindaca, dovrebbe non insultare ma ringraziare sempre Como senza frontiere per tutto quello che quotidianamente fanno per i più deboli.

E riflettendo sulla Sea Wacth, ci permettiamo di ricordarle, visto che il suo partito si dichiara tanto vicino al cristianesimo e ai Santi, quello che ha detto Sant’Agostino: “Una legge ingiusta non è legge”.

Se per salvare vite umane occorre sempre violare la legge, penso alla Turco-Napolitano, alla Bossi-Fini, al decreto Minniti e a quelli di Salvini e magari al decreto Gentiloni con gli accordi con la Libia, non converrebbe rivedere le leggi e riportarle in linea con quello che dice l’art. 2 della Costituzione che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. Vicesindaca, ritorni a essere e rimanga umana.

 Luigi Nessi, portavoce de La prossima Como

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Una legge ingiusta va applicata in quanto legge ma va anche trasgredita, come fatto dalla Sea Watch, se ne pagheranno le conseguenze, come promesso alla capitana, se ne parlerà e discuterà per cambiarla, come sta avvenendo, e se il caso il parlamento la cambierà, vedremo. Siamo stati ligi al percorso fino ad ora… ?!

  2. La Rakete è libera. Che figura! Dopo pochi giorni il decreto sicurezza bis ha già mostrato una falla. Ma questi che tuonano contro i migranti sono in grado o no di fare una legge ? Evidentemente i super efficienti nostri governanti non hanno previsto questi prevedibilissimi episodi, vedremo con il sicurezza ter…
    Intanto auguri alla Rakete.

  3. Questa volta non sono d’accordo con Luigi Nessi. Una Legge ingiusta è Legge. Esiste una differenza tra legalità e giustizia e non è purtroppo risibile. L’abbiamo vissuto con le Leggi razziali e con le Leggi fascistissime: leggi ingiuste che hanno portato al confino, in carcere e nei lager. E alla maggioranza della gente andava bene così.
    Quello che invece dobbiamo chiederci è come sia possibile questo collettivo e diffuso ripudio di valori morali che stiamo vivendo ora. È solo la rabbia contro i migranti? O il sentirsi traditi dall’Europa? O la paura della globalizzazione o del progresso tecnologico? O l’odio per gli intellettuali ricchi e “buonisti”? O la frustrazione del sentirsi più vecchi e più poveri di prima?
    Non saprei. Quello che invece emerge in ogni occasione, è una violenza verbale gretta e a volte brutale. Gente che invoca fuoco, sangue e annientamenti come se la storia umana sia diventata la sceneggiatura di un videogame. Il linguaggio da osteria non uccide nessuno ma rende il clima orribile.
    Le Leggi ingiuste non sono il problema. Il vero problema è la frustrazione e la rabbia violenta di chi le invoca, le promuove, le scrive e le approva. Per eliminare le Leggi ingiuste è necessario spegnere questa rabbia. Ci riusciremo?

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