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Sgombero San Francesco, Maesani: “Non tocchi alle forze dell’ordine il lavoro sporco”. Locatelli: “Niente forza”

Duello in consiglio comunale – con distensivo colloquio chiarificatore finale – tra la consigliera di Fratelli d’Italia, Patrizia Maesani, e il vicesindaco Alessandra Locatelli (Lega), sull’ormai prossimo sgombero dell’ex chiesa di San Francesco, da mesi ormai rifugio notturno di fortuna per una trentina di senzatetto e di migranti.

Preso atto – come già annunciato con questa intervista dalla stessa Locatelli – che i giacigli di fortuna sotto il portico hanno ormai le ore contate, Maesani ha rivolto una sorta di appello destinato ad andare oltre le porte di Palazzo Cernezzi.

“Prendo atto che è imminente lo sgombero dell’area – ha affermato – Da cittadina ho due ordini di preoccupazioni: innanzitutto quale può essere la soluzione della questione, anche rispetto al dopo. E poi non vorrei che le forze dell’ordine fossero costrette a fare il lavoro sporco. Qualora non ci fossero soluzioni alternative allo sgombero, non vorrei che i nostri carabinieri e le nostre forze di polizia si trovassero ad agire in situazioni di forza e di resistenza”.

Un’invocazione, insomma, affinché si trovi una soluzione politica, pacifica e concordata così che il trasferimento ad altri punti di accoglienza delle persone che ora dormono a San Francesco avvenga nel modo migliore e meno traumatico possibile.

Un punto su cui il vicesindaco ha dato ampie rassicurazioni.
“Noi non continueremo a tollerare situazioni simili, ma sono d’accordo sul fatto che la tensione sociale vada tenuta bassa – ha premesso Locatelli – Non caricheremo di forza il momento (dello sgombero, ndr) ma contiamo sulle scelte delle associazioni di volontariato, con cui abbiamo da tempo un dialogo”.
Una mano tesa, dunque, nella condivisione di un obiettivo: evitare che il momento dello sgombero possa tramutarsi in un evento oltremodo doloroso per le persone e di riflesso per la città intera.

Dove Locatelli non ha concesso un millimetro rispetto a posizioni di partenza ben più intransigenti è sull’orientamento generale rispetto alle migrazioni in città.

“Noi siamo per il totale scoraggiamento dell’immigrazione clandestina e anche soltanto di chi vuole transitare per la nostra città – ha affermato – Como ha già dato troppo e ora stiamo vedendo i frutti del cambiamento grazie al nuovo governo. Fino a un anno fa sembrava impossibile pensare di chiudere il centro di via Regina, ora invece è giusto che il governo lo faccia”.

“Tra l’altro gli arrivi in Italia si sono molto ridotti, gli sbarchi quasi finiti, nel campo stesso di via Regina sono presenti soltanto 60 persone. Anche in altre zone i numeri si stanno riducendo e mantenere in funzione strutture così grandi è un pericolo. Infine, vorrei rassicurare sul fatto che tutte le persone ora in via Regina saranno inserite nei Cas e proseguiranno il loro percorso giuridico”.

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3 Commenti

  1. Il problema non riescono proprio a risolverlo: sgomberare i portici di S.Francesco senza alternative significa disperdere questi poveracci per la città.
    Sono sempre più sorpreso nel sentire l’Assessore dire che il problema sarà risolto dalle Associazione dei volontari. Mi chiedo a cosa servano le Amministrazioni Pubbliche se i problemi sono risolti dalle persone di buona volontà. E’ facile amministrare una città limitandosi agli “slogan” e facendo lavorare gli altri….ma credo che sia la prassi, ormai, per chi sa solo fare promesse e campagne elettorali.

  2. Ma se non agiscono con la forza Carabinieri e Polizia, chi lo deve e può fare? Quando sgombrano un centro sociale o delle case occupate abusivamente, Polizia e Carabinieri vanno con il caffelatte in mano? Una comitiva di storditi…..

    1. Il fatto che Polizia e Carabinieri possano usare la forza, non significa auspicarsi di doverla usare davvero.

      Certo, a meno che non si sia invasati solo perchè si indossa una divisa..

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