Lo scenario che avevamo ampiamente anticipato un mese fa su queste pagine si è concretizzato nel corso di queste settimane e oggi è arrivato al punto di svolta. Simona Rossotti (deleghe al Turismo e alla Cultura) lascia la giunta del sindaco Landriscina.
L’ANTICIPAZIONE DI COMOZERO SETTIMANALE
“Se continua così, me ne vado”. Lo sfogo (segreto) di Simona Rossotti, triste e delusa
Il nodo finale è stato affrontato nel tardo pomeriggio di oggi in un vertice tra l’assessore e il primo cittadino. Entrambi, nonostante le tensioni che in questi mesi hanno portato Rossotti a un progressivo allontanamento, stanno ragionando su un’uscita dolce senza (troppi) strappi.
Dolce ma non discutibile, le dimissioni sono cosa fatta e arriveranno tra pochissimi giorni: subito prima (assai plausibilimente) o subito dopo la conferenza stampa di presentazione della tappa comasca del Giro d’Italia in progamma per mercoledì 6 marzo.
La decisione, certamente sofferta, è maturata lentamente. La giornalista (nonché Ad di Olos Group, ex addetta stampa della Regione Piemonte, ed ex sindaco del piccolo comune cuneese di Perlo, ex assessore provinciale) è entrata come un fuoco pirotecnico nell’esecutivo del Cernezzi attirando empatie, simpatie e fatalmente scavando piccoli solchi diventati nel tempo fossati non sormontabili.
Sono due le ere Rossotti e possono essere marcate distintamente. C’è un prima che parte dalla nomina e arriva all’estate 2017 quando dopo il “rimpastino” di Giunta alla mora cuneese venne affidata oltre al Turismo la delega, pesantissima, alla Cultura. In questo prima l’assessore ha passato la rivoluzione della raccolta rifiuti al collega Galli, ma ne ha sempre e fortemente difeso i cardini e in qualche modo, nel tempo, ha dimostrato di aver gettato le basi di un progetto che funzikna incassando un successo indiretto.
Nel contempo ha ricostruito, con ottimi risultati e nonostante le perplessità generali (anche di molti colleghi di Giunta) la fiera di Sant’Abbondio trasformandola da evento del “dai facciamoci una cutizza” a un festival diffuso, culturale che ha coinvolto, svecchiandosi, ampi pezzi di città.
E’ scivolata, Simona, e malamente sul progetto Info-Point turistico. Trasferire, inspiegabilmente, la struttura dal Broletto a piazza Gobetti è stata una decisione tutt’altro che felice. Ma a tirare una riga, e al netto dei bonus/malus, non è certo una pagella fallimentare quella del quasi-ormai ex assessore. C’è chi ha fatto peggio oggi come in passato.
Eppure qualcosa è cambiato. Da settembre in poi i super-sorrisi che tanto hanno alimentato i fasti degli esordi sono andati eclissandosi.
C’è un dopo: Rossotti ha abbassato i toni, è andata in anticlimax, ha lasciato palco e ribalta. Eppure proprio sul viale del tramonto ha portato a casa i due risultati più importanti: la tappa comasca del Giro d’Italia e un’eccellente riorganizzazione (certo da ultimare) del sistema Museale (grazie anche, deve essere riconosciuto, a uno staff di fuori classe quale è l’Ufficio Cultura del Comune).
Pensavamo a una nuova strategia della comunicatrice Rossotti: da prima ballerina a donna faber e silenziosa. Invece no. Le tensioni di giunta, relazioni tutt’altro che eccellenti con il duo d’acciaio (le zarine: Negretti-Locatelli), i rapporti ibernati con Forza Italia (partito di riferimento nonostante la si sia sempre, quantomeno formalmente, data in “quota sindaco”) hanno visto il rosso sorriso della piccola piemontese scolorire sempre più. Fino alla foto-simbolo che abbiamo pubblicato qualche tempo fa:
Un’istantanea non casuale e perfetta (incarnato della solitudine) che pareva dire: “Cari cronisti, se avete domande, se avete LA domanda, ecco: questa è LA risposta”. Quel giorno fu tutto chiaro. Il resto solo una cronaca da scrivere nel momento in cui si fosse realizzata.
Siamo a oggi, come anticipavamo Rossotti ha i bagagli pronti, molto rammarico e la sensazione di aver pagato più di quanto, in circostanze normali, paghi un assessore. C’è la dignità del gesto che significa: non vado bene? Non piaccio? Addio e amici come prima. Prima non erano amici, non lo saranno domani.
Nessuna apologia di Super-Simo (Rossotti non deve molto a chi l’ha inchiodata a un soprannome boomerang), sia chiaro, solo il riconoscimento di un percorso iniziato tentennando, come molti, riassestato non malaccio ma non portato alla verifica finale: la chiusura di un mandato. Troppo presto per bocciare o promuovere. E troppi nemici intorno per accettare Rossotti come unico agnello sacrificale sull’altare del fallimento delle politiche culturali.
Perché è cosi: Como ha un gigantesco e gravissimo problema culturale, se è vero che l’assessore ha preso competenza in materia solo nel luglio scorso (la delega è rimasta immobile nelle landrisciniane saccocce per più di un anno) è altrettanto vero che a oggi non ha ancora pubblicato, nonostante le promesse, il Bando Cultura 2019 (e del gemello, Bando Eventi, nemmeno si parla) e non ha mai veramente affrontato il tema Villa Olmo-Grandi Mostre.
Ma di questi temi ci occuperemo ampiamente domani sul nuovo numero di ComoZero Settimanale (in distribuzione QUI), dove non mancano le sorprese.
2 Commenti
IN CRESCITA LE DELEGHE A NEGRETTI CHE COME EX DIPENDENTE DEL 118 SEMBRA CHE NEL BREVE PERIODO ABBIA ACQUISTO LA SCIENZA INFUSA ED E’ PRONTA PER ALTRE DELEGHE. NEANCHE QUELLE CHE HA FUNZIONASSERO.
SE NE VA ROSSOTTI E RIMANGONO NEGRETTI (APPENA USCITA DA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA) E PITTIGNANO CHE CONTINUA A NON FARE NULLA.
GIOCHI DI PALAZZO IN FERMENTO, MA E’ L’UNICA COSA CHE SI MUOVE. PER TUTTO IL RESTO UN IMMOBILISMO COSI’ NON SI ERA MAI VISTO. E VISTE LE NOVITA’ SI PUO’ SOLO ASPETTARSI CHE LE COSE PEGGIORINO.
Vai, Mario. Continua così che non non riuscite ad arrivare nemmeno alle Europee.