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Como, Lega-FdI: trattativa finale su Stefano Molinari candidato sindaco (con qualche nube ancora)

Il centrodestra prova a chiudere sulla candidatura del segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, a sindaco di Como. La trattativa per il rush finale è alle ultime curve: l’esito positivo sembra possibile, ma non ancora inciso nella pietra.

Un tentativo a livello regionale tra i vertici di Fratelli d’Italia e Lega è stato portato avanit per appianare le tensioni che dal novembre scorso, quando la candidatura di Molinari venne ufficializzata da FdI piuttosto a sorpresa, agitano i due partiti del centrodestra. Anche nell’ultimo faccia a faccia si è riproposto uno scenario ormai consueto: a grandi linee, nessuna obiezione sul coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, che a oggi resta l’unico vero nome sul piatto per il partito di Giorgia Meloni. Ma alla fine, spuntano sempre i distinguo della fetta minoritaria ma non trascurabile di Lega che ha maldigerito lo stop a un Mario Landriscina bis. A oggi, il fossato non sembra invalicabile, ma saranno le prossime ore a dire come, ed eventualmente con quali “armi diplomatiche”, sarà bypassato. Tra rumors e indiscrezioni, si oscilla tra “ufficializzazione a brevissimo” e “c’è ancora strada da fare”.

Poi c’è Forza Italia. A livello ufficiale, almeno a livello provinciale, nessuna voce contraria di principio alla candidatura di Molinari. Ma scendendo all’ufficioso, pare che qualche perplessità tra i forzisti (specie tra quelli a Palazzo Cernezzi) alberghi ancora. Anche qui: nulla di insuperabile, magari con una vigorosa trattativa su equilibri e rappresentanze nell’eventuale futura giunta. Ma poiché in qualche settore centrista ancora alberga la tentazione di provare comunque a inserire un proprio nome per la candidatura a sindaco, non si può ancora parlare di cielo completamente sgombro da nuvolette. Anche perché qualsiasi mosaico composto a febbraio potrebbe andare in cenere alla conta dei voti reali.

In questo quadro, se è assolutamente vero che la partita si gioca soprattutto a Milano (pur sempre con l’ombra di Roma che pesa), un passaggio tra le segreterie provinciali avverrà di sicuro prossimamente. Potrebbe essere la camera di compensazione finale di tensioni già sciolte a monte, ma sebbene Molinari rimanga sicuramente il nome più forte sul tavolo, un’altra variabile pesa sulle scelte per Como: la città di Erba. Qui, è noto, la coalizione di centrodestra – spaccata nel 2017 – da tempo è impegnata nella ricomposizione dell’alleanza storica.

Ma resta ancora il rebus su cosa farà l’attuale sindaco Veronica Airoldi (area Forza Italia): il bis oppure una pesante uscita di scena? Nel primo caso, non solo si sbloccherebbe l’impasse erbese, ma tutto sarebbe probabilmente più semplice anche per Como. Nel secondo caso, con Airoldi che decidesse di non ricandidarsi, le variabili su alleanze, coalizione e candidato tornerebbero di botto a essere moltissime, riflettendosi inevitabilmente anche sulla corsa per Palazzo Cernezzi.

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4 Commenti

  1. In effetti non credo che gli elettori della Lega si strapperanno le vesti per votare Molinari, anzi non lo voteranno proprio, ghiotta occasione per Rapinese, il quale se per una volta lascerà da parte i soliti toni aggressivi, potrebbe avere buone chances di farcela….

  2. Qualcuno rimpiange la vecchia politica ma nessuno rimpiange il vecchio modo di far politica. Perché scegliere a livello regionale uno dei Candidati Sindaci a Como? Perché l’onorevole Cecchetti che è di Rho dovrebbe discutere sulla candidatura di Molinari, con forse Maullu o con forse La Russa o con forse De Corato che sono milanesi? Mah… Molto probabilmente per la destra non è tanto importante avere a Como un buon Sindaco ma mantenere in equilibrio i centri di potere tra i componenti della coalizione: la Lega a Cantù, Forza Italia a Erba e un Molinari qualsiasi a Como e chissenefrega se, molto probabilmente e se mai sarà eletto, ci farà rimpiangere Landriscina. Quello che conta sono gli equilibri di potere. E poi il “buon” Sindaco lo rimpiangeranno soprattutto loro che non avranno un “capro espiatorio” che gli farà da paracadute.

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