Dopo il manifesto condiviso da associazioni di categorie e sindacati con un sì nettissimo alla Tav e altre grandi infrastrutture (qui il resoconto), si accende uno scontro politico a distanza e tutto comasco tra il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia) e il consigliere regionale di opposizione, Raffaele Erba (Cinque Stelle).
Fermi è stato il primo a schierarsi. E lo ha fatto totalmente dalla parte degli imprenditori.
“Una iniziativa sicuramente significativa e apprezzabile – ha detto rispetto al convegno della mattina nella sede Ance – che ha accomunato le parti datoriali e sindacali del nostro territorio. Non posso che condividere la forte preoccupazione espressa dai rappresentanti delle associazioni di categoria sulle scelte del Governo che stanno già impattando pesantemente sull’economia e sull’occupazione comasca”.
Poi l’affondo politico vero e proprio, con il Movimento Cinque Stelle contrarissimo alla Tav nel mirino.
“La manovra di dicembre non ha considerato il tema degli investimenti pubblici, predisponendo risorse pressoché nulle – ha proseguito il Presidente Fermi – Il territorio lariano non può aspettare ancora: opere già finanziate come la Tremezzina devono essere cantierizzate al più presto”.
“Misure come il reddito di cittadinanza sono sbagliate e inutili – continua Fermi – tanto più se poi le aziende non lavorano e non assumono, generando povertà sociale e facendo ristagnare ulteriormente un’economia già in crisi. Se a ciò si aggiungono la persistente incertezza e le differenti vedute su opere tra l’altro già finanziate è evidente che le ombre siano molto più forti delle luci”.
A stretto giro di comunicato, è arrivata la presa di posizione (opposta) del pentastellato Raffaele Erba.
“Oggi come oggi non abbiamo una visione d’insieme della mobilità soprattutto nel nostro territorio – ha dichiarato – La valutazione è fatta solo per opera singola ed è troppo sbilanciata verso un trasporto esclusivamente incentrato su gomma. Servirebbe una visione integrata dei mezzi alternativi altrimenti il rischio è grosso”.
Poi la demolizione della Tav. “La TAV è un trasporto su ferro che fa male all’ambiente – rilancia Erba – Le ragioni sono molteplici: durante la realizzazione dell’opera saranno emessi quantitativi di CO2 (anidride carbonica) maggiori rispetto i benefici effettivi. L’impatto di 10 anni di cantiere disperderà molti contaminanti nell’ambiente facendo pagare un prezzo altissimo a chi risiede nelle vicinanze. L’economia non riparte investendo solo nelle grandi opere, servono interventi di sistema”.
E poi altri missili rispetto all’opera invocata anche dall’economia comasca.
“La priorità è investire nella messa in sicurezza delle opere già esistenti , il ponte di Annone è un monito che deve farci riflettere – ha concluso il consigliere regionale comasco dei Cinque Stelle – Non è positivo avere la TAV ma morire per mancata manutenzione. Le risorse sono limitate e non è possibile investire simultaneamente costruendo nuove infrastrutture e mettendo in sicurezza quelle già esistenti”.
“L’obiettivo vero deve essere quello di creare lavoro per le piccole e medie imprese. Il rischio è che con le grandi opere rimangano solo le briciole per i lavoratori e le aziende del territorio. L’insostenibilità economica dell’opera è stata accertata – chiude Erba – Brebemi, il Mose, la TEEM così come anche le nostre paratie sono infrastrutture che devono farci riflettere. Questi soldi potevano essere impiegati per altro come la messa in sicurezza di scuole, ponti e edifici pubblici, le risorse rinnovabili, il sostegno alle PMI e gli sgravi per lavoratori e famiglie”.