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Terremoto giunta, tensioni, resistenze e paletti. Forti dubbi sull’ingresso Cioffi-Gervasoni, nervi tesissimi in Forza Italia

Parrebbe una corsa a ostacoli, secondo alcuni scientificamente piazzati sul percorso, il rientro di Forza Italia nella giunta Landriscina. Lunedì anticipavamo i nomi infilati in busta e consegnati al sindaco dagli azzurri: Livia Cioffi e Pierangelo Gervasoni.

Livia Cioffi e Pierangelo Gervasoni verso la giunta Landriscina: ecco gli assessori di Forza Italia 

Oggi è giovedì ed è quantomeno curioso che in quattro giorni non vi sia stata alcuna indicazione. Forza Italia ha un Comunicato Stampa in saccoccia da tempo e attende nervosamente (più che nervosamente) un’indicazione dal primo cittadino.

Il punto è che nel sottobosco si starebbe costruendo una trama precisa. Se il nome di Gervasoni non ha causato problemi quello di Cioffi avrebbe scatenato l’opposizione di almeno due assessori (pesanti) dell’esecutivo. La presidentessa di Csu (sindaco di Veleso, vicesegretario in Comune a Brunate, fedelissima dei leader forzisti comaschi Alessandro Fermi e Mauro Caprani) è nota per essere tizia tosta, pronta a guerreggiare per le proprie convinzioni e sufficientemente attrezzata per farlo.

Non l’agnellino che qualcuno sperava veder arrivare.

Così da giorni nei corridoi di Palazzo l’assoluto silenzio intorno alle nomine viene giustificato con un “stiamo verificando la compatibilità di Cioffi prima dell’ingresso”. Cioè, in caso di investitura dovrà certamente lasciare la guida della Csu meno certo l’eventuale conflitto con gli altri incarichi.

Secondo diversi beninformati (siamo sempre al puro retroscena e descriviamo l’istante in attesa di sviluppi) si starebbero muovendo mari e monti per trovare (forzare?) un’interpretazione legislativa che impedisca di aprire le porte alla forzista.

Avvenisse, la posizione dei berlusconiani è chiara: ritiro anche di Gervasoni, nessuna possibilità che vengano presentati altri nomi e guerra aperta con il sindaco. Uno scenario che aprirebbe uno stato di crisi totale dove non sarebbe davvero possibile escludere una fine anticipata del mandato.

Quello che possiamo dire con assoluta certezza è che in casa azzurra la rabbia (in alcuni casi furia cieca) sta montando di minuto in minuto, si sta accarezzando concretamente l’ipotesi non aspettare pareri ufficiali e di ritirarsi prima.

Tutto in fieri, naturalmente. Ma la posizione dei carri armati intorno e dentro il Cernezzi al momento è questa.

 

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