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Ticosa, il no assoluto di Butti all’housing sociale (e il martellante Officina Como-slash-Cassa Depositi e Prestiti)

Due cose si sono capite chiaramente dall’intervento di ieri sera in consiglio comunale dell’assessore all’Urbanistica Marco Butti: il trasloco del Comune e delle sue articolazioni in uffici vari potrebbe finire in un cassetto; e poi che rispetto al progetto sostenuto dall’Officina Como capitanata dall’imprenditore Paolo De Santis e recentemente rilanciato a gran voce dal gruppo Svolta Civica, il no alla proposta di impiantare nell’area 200 appartamenti per l’housing sociale su 10mila metri quadrati (ossia case a canone agevolato) è assoluto. Categorico.

Meno intransingente, invece, si è detto Butti su un’altra quota del progetto Officina Como, ossia quello dell’hub creativo-culturale imperniato ad esempio sulle funzioni per l’appunto culturali dell’ex centrale termica Santarella. E infine, sì – ma questo è un tema pressoché trasversale – alla destinazione di una parte del comparto a parcheggio. Come e quando, però, a oggi è sostanzialmente un rebus.

“Stiamo valutando con attenzione il progetto per l’area Ticosa – ha detto l’assessore riferendosi al masterplan messo a punto nei mesi scorsi dagli uffici di Palazzo Cernezzi – Un progetto apprezzato da alcuni e criticato da altri, ma che comunque era stato selezionato dalla Regione per andare al Mipim di Cannes, poi annullato causa pandemia. Dobbiamo ragionare sui temi della rigenerazione urbana e dell’urbanistica con una nuova visione post Covid, come Milano, che si sta seriamente interrogando sullo sviluppo del futuro, e come tante altre città anche delle dimensioni di Como in Italia e in Europa”.

Butti nel suo intervento ha usato più volte la testuale espressione “progetto Officina Como-slash-Cassa Depositi e Prestiti”, con la chiara volontà di rimarcare che – al di là del cappello sulla proposta messo dall’associazione di De Santis – dietro alla proposta caldeggiata anche da Svolta Civica vi era Investire Sgr attraverso il Fondo Immobiliare Lombardia Comparto Uno, fondo immobiliare riservato a investitori qualificati quali Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e il Fondo Investimenti per l’Abitare, gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti unitamente all’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio (Acri) e all’Associazione Bancaria Italiana (Abi). Altri soggetti coinvolti erano ComoNext e Fondazione Volta.

“Del progetto di Officina Como/Cassa Depositi e Prestiti – ha sottolineato Butti – non tutto non era stato condiviso dalla giunta, ad esempio la parte dell’hub culturale era stata presa in considerazione e riteniamo debba essere perseguita, così come la parte relativa ai parcheggi”.

Infine, ecco l’ammissione dei dubbi sul fulcro del masterplan messo a punto a suo tempo dallo stesso Comune: il trasferimento del Municipio in Ticosa.

“Gli effetti della pandemia ci portano a fare una valutazione molto serena sul tema della parte direzionale – ha concluso l’assessore – Restiamo comunque contrari al punto dell’edilizia nel comparto (intesa come housing sociale, ndr). Potremo anche fare passi indietro sul masterplan, ma mantenendo l’ossatura che avevamo presentato qualche mese fa”.

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2 Commenti

  1. Di tutte le sciagure che possono accadere ad una città, finire in mano a personaggi come quello in foto credo sia la peggiore.
    Una mattina, mentre andavo a Milano in treno, me lo sono trovato a pochi posti di distanza.
    A parte il fatto che ha passato tutto il viaggio a parlare al cellulare disturbando gli altri passeggeri, il problema è che gli argomenti della discussione e il suo modo di esprmersi erano da mani nei capelli, soprattutto pensando che si tratta di un assessore e, comunque, di una persona che da anni siede in Consiglio Comunale.
    Ma qualcosa di un po’ meglio, davvero, non lo si trova, eh?

  2. Interessante. L’Assessore all’Urbanistica è assolutamente contrario alla destinazione a Social Housing di parte della volumetria del progetto patrocinato da OfficinaComo/CDP. A parte che lo “slash” CDP è una buona pubblicità per il progetto Officina Como, conoscendoli, sono tipi che investono sulle cose serie non sulle buffonate. Quello che non si comprende, invece, è questa antipatia che l’Assessore ha per la Social Housing, In fin dei conti, quando si parla di Housing sociale non si parla di dormitori e non si parla di edilizia economico popolare. Si parla di edilizia convenzionata, incentivata, di rent-to-buy. Si parla di soluzioni per il ceto medio. Per intendersi, si parla di appartamenti per coppie giovani che non sono in grado di sposarsi e far figli per mancanza di casa ma hanno bisogno dei finanziamenti agevolati per comprarsela; ma anche di abitazioni per famiglie che devono comprarsi casa e gli manca un aiutino. Ci sono soluzioni interessantissime di minialloggi per anziani autosufficienti con locazione agevolata che in questo modo riescono ad allontanare l’incontro con le case di riposo con grande risparmio per famiglie e Amministrazione.
    Insomma, l’Housing sociale può essere un’opportunità per tanti soprattutto adesso che si profila il rischio di una crisi economica, di piccole imprese sull’orlo del baratro, di sottoccupazione. Perché mai la Social Housing non potrebbe essere una possibile soluzione? Forse perché dà molto fastidio ai pochi che hanno tante case e che non vogliono interventi per i tanti che non hanno ancora casa?

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