RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Politica

Ticosa, piscine, Politeama: pagellone dell’ex a Rapinese. “Noi massacrati, ora nessuno sa i nomi degli assessori”

Pierangelo Gervasoni, da dove vogliamo partire? “Io sono partito dalla Circoscrizione, nella Dc erano tanti anni fa, periferia: Garzola e Civiglio, ma centro a livello politico e da lì non mi sono mai spostato”. Sorride Pierangelo Gervasoni, 71 anni il 6 aprile, consigliere e assessore con il sindaco Botta, consigliere con Bruni, assessore con Landriscina. Negli ultimi due anni non ha in pratica rilasciato interviste, un paio di dichiarazioni, forse. Low profile, verrebbe dire. Perdonerete il “tu” e la confidenza, ma con Gervasoni siamo stati fianco a fianco nella giunta Landriscina per un annetto.

Ma il presidente Fontana come mai non ti ha chiamato per inaugurare il marciapiedi di piazza Cavour?
E’ vero, non mi ha chiamato nessuno, ma poco importa. Sono però contento che sia stato portato avanti il mio progetto per completare il lungolago, anche se rispetto a quanto avevamo fatto approvare in una delle ultime riunioni di giunta del mandato, gli arredi mi sembrano meno e il verde molto più spoglio.

Come giudichi l’attuale amministrazione?
Conosco bene le difficoltà che ci sono nel gestire la cosa pubblica. Rapinese per ora è il sindaco degli annunci. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più. Le cose maggiori si fanno all’inizio, invece il sindaco si avvicina ai primi due anni di governo. Io, con Landriscina, sono stato assessore alla fine del mandato, per meno di due anni. Mi è stata data fiducia e carta bianca su molti aspetti e credo di aver fatto qualcosa e di aver lasciato tanti progetti e cantieri da portare avanti.

Qualcuno è andato avanti e qualcuno meno.
Non comprendo la scelta che è stata fatta sulla piscina di Muggiò. Era tutto pronto. In questi giorni Rapinese l’avrebbe potuta inaugurare con un bel tuffo, magari, invece nulla. C’è ancora chiusa anche la Sinigaglia (la cui riapertura però è fissata al 15 maggio, 7 mesi dopo il termine originario ndr). Per non parlare di via Del Doss. Se fosse successo un simile ritardo con me assessore, l’opinione pubblica mi avrebbe massacrato. Finivo sui giornali per il traffico, per le buche, per ogni cantiere. Adesso in tanti neppure conoscono il nome dell’assessore ai Lavori pubblici. Anche i comaschi sembrano rassegnati.

L’accelerazione promessa sulle opere non c’è proprio stata.
E non ci sarà, perché è stato smembrato tutto l’apparato. Non ci sono più dirigenti e posizioni organizzative in Comune. La partenza dell’architetto Ruffo, ora, è un’altra perdita pesante. Se penso al mio settore, i Lavori Pubblici, sono andati via tutti, architetti, ingegneri… una P.o. (posizione organizzativa, Ndr) capace come la dottoressa Tiziana Di Matteo. Sono andati via loro, attenzione, nessuno li ha mandati via. Si trattava di professionisti che ho visto lavorare ben oltre l’orario di ufficio, il sabato e la domenica, quando c’erano le scadenze, appassionarsi per la cosa pubblica. Ma dove vogliamo andare? Senza l’apparato, la giunta non può fare nulla.

Restiamo al mondo dello sport, sullo stadio di serie A un progetto c’era già?
Appena nominato, ho voluto incontrare i vertici del Como con il sindaco. C’era stato l’avvicendamento tra Gandler e Wise. Ho avuto subito la certezza di avere difronte interlocutori seri. Dopo la promozione in serie B ci siamo impegnati insieme e si è potuta giocare in casa già la prima partita di campionato. Ora, per il nuovo stadio, va fatta presto una concessione lunga, anche di 99 anni. Noi avevamo studiato una soluzione tampone, per arrivare subito alla capienza minima per la serie A senza grandi stravolgimenti, ma il tempo adesso stringe.

Il progetto della Ticosa ti piace?
Progetto…è un parcheggio con dei pannelli solari, ovvero con tutta la superficie utile vincolata per anni. Credo che fosse lecito aspettarsi qualcosa di più. Era un’occasione anche per realizzare un nuovo quartiere, ora che nessuno vive più in centro, i prezzi sono alle stelle e tutti fanno affitti brevi e b&b. C’era anche il progetto per portare lì la Comodepur, interrando le vasche, poi il progetto di Ruffo… Un parcheggio è un po’ poco. Invece sono contento che sia stato acquistato il Politeama, però attenzione a comprare e basta, il Comune deve anche dismettere qualcosa.

Qui viene fuori l’agente immobiliare però: tu, ma pure Rapinese. Perché il Comune dovrebbe vendere i suoi immobili?
Perché non è in grado di mantenerli, è semplice. Como è una città di 85mila abitanti con proprietà da una città da 200mila. Ci sono più di 50 scuole, se contiamo gli uffici e anche i cimiteri, credo si arrivi a qualcosa come 260 immobili. Senza soldi e personale come si fa a mantenerli? In passato, con il patto di stabilità, è diventato impossibile fare fronte alle manutenzioni, meglio vendere. Pensa soltanto a quanti sono gli edifici comunali fronte lago? Dalla Darsena di Villa Geno a Villa Olmo.

C’è qualcosa che si potrebbe vendere subito?
Certo, l’ex casa albergo di via Volta, ad esempio.

Torniamo ai cantieri per lo sport.
Di nuovo è stata fatta una pista da skateboard all’Ippocastano, mi sembra un po’ pochino in effetti. Il resto sono progetti che avevamo già avviato noi: via Giulini, la piscina Sinigaglia, i campi sportivi… Sulla piscina di Muggiò ho già detto. Un amministratore dovrebbe sempre governare per il bene dei cittadini. Le ripicche verso questo o quell’altro non fanno bene a nessuno.

Il progetto del palaghiaccio?
Non l’ho visto, ma non mi convince il trasloco da Casate a Muggiò. Ho visto che Varese sta andando avanti anche con la politica nazionale, noi invece siamo fermi. La nostra giunta ha lasciato due progetti finanziati con il Pnrr sul Belvedere e sul campo Coni. Sono contento che Rapinese non li abbia fermati, ma di cantieri veramente nuovi non se ne vedono.

Quindi per ora non salvi nulla di questo mandato?

No, non ho detto questo. Rapinese si è solo reso conto che forse era più facile fare l’opposizione e le mozioni di sfiducia. Se avesse riaperto la piscina di Muggiò entro i sei mesi come promesso in campagna elettorale, io però l’avrei votato alle prossime elezioni.

Como però è ancora bella e piena di turisti.
Si ma non dobbiamo vivere sugli allori. Il fenomeno del turismo a Como è stato costruito negli anni sulla base di grandi eventi da offrire, come le mostre di Sergio Gaddi o la Città dei Balocchi in inverno. Se continuiamo a cancellare tutti gli eventi avremo soltanto una città intasata lo stesso da chi viene ma senza offrire altro che pizze e gelati.

La chiudiamo così o vuoi dire ancora qualcosa?
Per adesso sì, c’è un’altra questione di cui si potrebbe parlare, ma sarà per un’altra volta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

5 Commenti

  1. Visto che viene nominato Civiglio dove presso il cimitero una discarica ben visibile da molti anni fa bella mostra di se’ insieme al degrado scendendo fino al bivio dove in mezzo al verde incolto rifiuti e persino un vecchio tv da molti anni e’ li’ ben visibile quando con il freddo il verde si riduce fa specie sentire di politici che vi abitavano…………….inoltre la fermata al bivio usata come deposito della spazzatura che Rapinese ha risolto, almeno quello, onore al merito. Scendendo verso Como nessuno ci ha mai fatto caso ?????????

  2. Grande!!! Un nuovo quartiere in Ticosa per nuovi residenti o per transfughi dal centro storico per lasciarlo ai vacanzieri con affitti brevi.
    Vendere ai privati le strutture comunali sul lungo lago per introiti spendibili nel giro di pochi anni.
    E’ una soluzione per chi? Molto meglio ricontrattare i termini economici con le società esistenti chiedendo che si impegnino con iniziative per i residenti.
    Il patrimonio va gestito con una visione di lungo periodo senza esigere miracoli immediati. Non si deve svendere niente, stadio compreso.

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo