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Veni, vidi, litighi. Gervasoni-Cioffi, due no a Negretti sui dirigenti: i nomi. Con “fuga” sull’ex Scalo Merci

Veni, vidi, litighi.

Strapazzando antichi motti latini, non sembra che il rientro in giunta di Forza Italia con gli assessori Pierangelo Gervasoni (Mobiltà e Lavori pubblici) e Livia Cioffi (Turismo e Cultura) abbia del tutto disteso i nervi con il resto della giunta e della maggioranza di centrodestra. Effetto, forse, un po’ delle scorie accumulate nel lungo periodo dopo le dimissioni di Francesco Pettignano (poi rientrato subito con Fratelli d’Italia) e di Amelia Locatelli. Era il novembre 2018 e fino al luglio scorso i forzisti – pur senza mai abbandonare la coalizione in modo formale – hanno vissuto un rapporto fatto di tensioni e scintille con gli alleati.

Tutto finito e rasserenato con il ritorno di due mesi fa? No, come si diceva.

Due esempi.

Il primo riguarda il no secco opposto dai Gervasoni e Cioffi nientemeno che alla Zarina Maxima, ossia Elena Negretti, su una delibera piuttosto delicata: quella sul riassetto dell’organigramma comunale.

In particolare, a quanto risulta, i due azzurri (ma Gervasoni soprattutto, essendo toccato direttamente) avrebbero opposto un niet categorico al cambio in corsa del dirigente del settore Mobilità. Oggi è gestito da Giuseppe Ruffo (foto sotto), il superdirigente anche dell’Urbanistica.

La prospettiva del documento proposto da Negretti prevederebbe invece la titolarità del delicatissimo settore a Ciro Di Bartolo. Una staffetta sgradita agli azzurri, tanto che per ben due volte il tandem Gervasoni-Cioffi ha rispedito al mittente la delibera e ancora ieri è saltata una riunione dell’esecutivo che avrebbe dovuto affrontare il tema (che contempla, peraltro, anche la nomina dell’attuale comandante della Polizia locale, Donatello Ghezzo, quale Capo di Gabinetto).

Domani, nella seduta classica dell’esecutivo, se ne riparlerà. Ma la tensione è alta.

Come non bastasse, emerge ora un dettaglio significativo sul grado di elettricità che si respira tra i due assessori di Forza Italia e il resto della compagine. Come abbiamo riferito qualche giorno fa, la giunta ha approvato il piano avanzato da Nessi&Majocchi sull’area di proprietà accanto alla Stazione San Giovanni, l’ex Scalo Merci.

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Ebbene, i due forzisti al momento del voto hanno platealmente abbandonato la riunione contestando più ancora che il progetto in sé, le modalità a loro dire affrettate per la decisione, visto lo scarso tempo a disposizione per poter studiare meglio dettagli e impatto dell’intervento.

Due temi diversi, due fratture piuttosto nette. E all’orizzonte – tra cancello a San Francesco proposto dalla Lega e non condiviso dagli azzurri, progetto Ticosa, recupero aree ex Lechler e Albarelli – si profila già qualche altro lampo nel cielo sopra Palazzo Cernezzi.

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3 Commenti

  1. Con lo sfascio che c’è in Comune, l’incapacità di concludere nulla e la totale mancanza di idee e soluzioni, discutere sulle nomine e sui trasferimenti dei dirigenti, ci dà il peso della consapevolezza che i nostri Amministratori hanno dei risultati della loro gestione.
    Ma non solo. Se la giunta Lucini aveva peccato per un’eccessiva litigiosità delle forze politiche che formavano la maggioranza, possiamo dire che il centro-destra è altrettanto compatto, anzi a vederla bene, molto meno.

  2. Finalmente è arrivata gente che ha i cosiddetti per dire no alla “Comandante” del Comune di Como. E per quale motivo dovrebbero essere ampliati i poteri del neo Dirigente e dell’oramai ex comandante superdevoto?

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