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Via la pipa, ecco le bombe. Brenna: “Archivio del Moderno? Rubato. Bando eventi? Dipende dalla ragioneria”

L’occasione era di quelle ghiotte: la presentazione del programma 2019 dell’associazione culturale Made in Maarc (il Museo Virtuale Astrattismo e Architettura Razionalista Como di cui parleremo assai più dettagliatamente venerdì, nel prossimo numero di Comozero cartaceo).

Così, tra il progetto di una mostra dedicata al confronto tra Terragni e Golosov, convegni e concorsi fotografici, ecco levarsi inaspettata la voce del capogruppo-consigliere della civica “Insieme per Landriscina”, nonché presidente della Commissione Cultura, Franco Brenna. Con qualche sassolino-macigno da togliersi dalla scarpa.

Ebe Gianotti, a sx, durante la presentazione di questa sera

Perché lì, tra le pietre a vista di palazzo Albricci, servita su un piatto d’argento tra tartine e bicchieri di prosecco, Brenna si è ritrovato in un colpo solo un’associazione che aspetta (come tante altre) che si concluda la gestazione elefantiaca del bando cultura (”sarà pronto entro fine anno” “no scherzavamo, sarà pronto a inizio anno”. E’ marzo) e la presidente del Maarc, Ebe Gianotti.

Che, poche settimane fa, non aveva di certo risparmiato parole taglienti nei confronti dell’Amministrazione, rea di essersi lasciata sfuggire l’Archivio del Moderno di Mendrisio, finito a sorpresa in quel di Varese invece che alla ex-Uli, alle spalle della Casa del Fascio.

VARESE SCIPPA A COMO L’ARCHIVIO DEL MODERNO

Impossibile resistere. E così, finito di ascoltare i ringraziamenti di rito, Brenna prende la parola. E parte piano, con tono quasi sommesso, auspicando “che arrivi anche un grazie anche al Comune di Como che, pur navigando nelle difficoltà, è legato alla sua storia e deve sicuramente sostenere iniziative come queste”. Tutto bene, facciamo un brindisi? No. E’ tempo di levarsi il primo pietrisco in un j’accuse crescente che, a tratti, è suonato vagamente come il più classico “noi non abbiamo fatto niente, è colpa loro”.

Como Vittorio Sgarbi in Pinacoteca – Ph© Carlo Pozzoni FotoEditore

“Il Comune sta predisponendo un Bando che non è mai stato fatto nella storia dell’Amministrazione e ormai dovrebbe uscire”, ha spiegato Brenna. Dovrebbe? “Se la Ragioneria non approva il bando e tutto quello che ne consegue, questo non uscirà. O uscirà solo all’approvazione del bilancio” Cioè quando? “Non lo so. Entro l’estate, comunque. Possiamo solo aspettare”. Brusio generale di rassegnazione (o disperazione?).

Ci salutiamo? Eh no, manca ancora un altro bel sassolino covato da tempo, un piatto freddo al punto giusto per essere servito: l’affaire Archivio del Moderno. E qui i toni si scaldano e il brusio (non felicissimo, va detto) aumenta.

“Non ce lo siamo fatti scappare. Ce l’hanno rubato – ( E’sempre colpa degli altri, quindi?) – Avevano fretta e le procedure burocratiche per liberare l’ex-Uli erano troppo complesse”. Però Varese ci è riuscita e l’Archivio si trasferirà in una ex-caserma invece che a un passo dalla Casa del Fascio.

“Varese conta sul governatorato, su parlamentari e ministri. A Como non abbiamo nessuno”. Sì, ok, ma abbiamo giusto alcuni dei più importanti monumenti dell’architettura moderna. Non contano? E poi, volendo proprio giocare a chi ha gli amici più grossi, il progetto di trasformare la Casa del Fascio “insieme agli edifici adiacenti nel più grande museo di arte moderna, architettura e design del Nord Italia” è giusto nel programma di Governo di tale Matteo Salvini. Un progetto che si è allontanato un po’. Ma non per colpa nostra, eh.

 NELLA NOTTE UN PRIVE’. PER IL MUSEO ALLA CASA DEL FASCIO E IL RAZIONALISMO NELL’UNESCO

 

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2 Commenti

  1. Patetica rinuncia in partenza dettata da ignavia e in fondo da indifferenza congenita.
    Stesso atteggiamento da 30 anni per tutti i programmi che richiedono un po’di coraggio e di attributi, come Ticosa, Politecnico (ormai perduto anche quello), caserme, lungolago, San Martino, ecc. ….No way

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