La maggioranza della lista Rapinese Sindaco riesce a bocciare persino una mozione dell’opposizione per sostenere il rifacimento di un marciapiede chiesto – tramite la consigliera Pd Patrizia Lissi – da una coppia con marito ipovedente e moglie non vedente. Ma è ancora una volta sugli affondi verbali del sindaco Alessandro Rapinese e forse ancora più sulla gestione dell’aula da parte del presidente dell’assemblea cittadina, Fulvio Anzaldo, che scoppia la bagarre, con l’esponente di Forza Italia, Giordano Molteni, che addirittura si infuria.
Come detto, tutto nasce dal documento illustrato da Lissi (atto peraltro non vincolante) che chiedeva solo un impegno della giunta a mettere in sicurezza un marciapiede in via Al Bassone, nella zona della nuova Motorizzazione, dove le radici hanno divelto il camminamento. Intervento, peraltro, che gli uffici hanno informalmente garantito alla consigliera con una prima messa in sicurezza provvisoria a cui dovrebbe seguire un progetto definitivo (da finanziare).
Per la giunta – con l’indicazione di respingere la mozione – ha risposto il sindaco Alessandro Rapinese che però per gran parte dell’intervento ha attaccato l’ex sindaco Lucini e la giunta di centrosinistra, salvo poi paragonarsi al numero uno mondiale del tennis Yannik Sinner o al fenomeno di Barcellona e Argenina Lionel Messi per aver previsto interventi su 110mila metri quadrati di città tra asfalti e marciapiedi (con il consugliere di Fdi Lorenzo Cantaluppi che ha comunque ricordato che nel 2018, giunta Landriscina, furono 100mila, pochi di meno). Qui sotto, una sintesi dei passaggi del primo cittadino su Lucini, sui paralleli tra se stesso e i due fuoriclasse sportivi e anche la successiva riposta fortemente polemica di Lissi che ha ricordato i tempi del Rapinese d’opposizione parlando di un clima in aula “da bar”.
A questo punto, per replicare nuovamente a Lissi, Rapinese ha chiesto di intervenire pur non essendo previsto dal regolamento. Ed è in questo momento che il presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo – che inizialmente ha chiesto timidamente al sindaco “cosa intende dire?” ma poi gli ha concesso la parola con un “prego, prego” senza nemmeno attendere la risposta – è entrato prepotentemente nel clima surriscaldato della serata. Infatti, mentre Rapinese si rivolgeva di nuovo alla consigliera Pd chiedendole di portare prove per le accuse rivoltegli, sempre il sindaco ha citato anche il consigliere Vittorio Nessi. Ne è nato un brusio di protesta fuori microfono, ma sebbene Anzaldo abbia provato sempre piuttosto debolmente a far smettere il sindaco di parlare richiamandolo all’ordine, Rapinese ha proseguito sia intimandogli di lasciarlo finire, sia protendendo due volte il braccio davanti al presidente del consiglio comunale come a dargli un segnale anche fisico di non interromperlo. Subito dopo questa sequenza, è dunque intervenuto Vittorio Nessi, definendo “inammissibile” l’atteggiamento di Anzaldo. Di seguito, il video della sequenza.
E non era ancora finita lì.
Poco dopo, infatti, a contestare con toni altissimi la situazione che si era creata in aula è stato un infuriato Giordano Molteni, che ha approfittato dei minuti legati alla dichiarazione di voto sulla mozione originaria per sferrare un attacco frontale ad Anzaldo sulla gestione dell’aula. Qui sotto il video.
Pesantissime le accuse del consigliere di Forza Italia verso Anzaldo, che a sua volta in questa occasione è intervenuto subito e con tono perentorio. Cosa che ha ‘incendiato’ ulteriormente i toni di Molteni, che dapprima ha accusato il presidente del consiglio “di sostenere a spada tratta il sindaco” e poi è arrivato a dirgli di “chiamare le guardie, mi faccia portare via!”. E così è finita l’ennesima serata-rodeo nella massima assemblea di Como.
18 Commenti
Dobbiamo essere grati a chi gestisce città e consiglio in questa maniera. Si stanno impegnando vivamente a tornare da dove sono erraticamente venuti, e a non lasciare particolare traccia di loro stessi. Siamo già più fortunati dei cittadini di Terni in fondo.
Imbarazzante il comportamento del presidente del consiglio, tutto è concesso al sindaco, nulla ai consiglieri
Ma va bene il sindaco, va bene il suo fido presidente, ma tutti gli altri assessorie consiglieri? Ma si guardano allo specchio quando arrivano a casa? Riescono a girare per la città? Una spina dorsale ce l’hanno?
Rapinese con troppe pretese, è penoso nel suo ego
Suggerisco alle minoranze di prendere in seria considerazione l’ipotesi di abbandonare il Consiglio comunale.
Ottima idea! Funziona sempre bene…
In realtà esiste l’astensionismo politico che va dichiarato in consiglio e mette al riparo dalle surroghe. Così facendo la maggioranza (qualunque maggioranza) dovrà preoccuparsi ogni volta di garantire il numero legale. .
Anzaldo imbarazzante ….
Suggerisco alle opposizioni di fare scena muta nel consiglio comunale gestito dai due amici.
Farsi sentire solo fuori da quel posto che “uno” in evidente stato di alterazione psichica ritiene sia di sua proprietà.
L’hanno votato!
Questo purtroppo è il livello culturale della città di Como.
Il comportamento del Presidente del consiglio comunale si commenta da solo. Totalmente succube della personalità del sindaco.
Da Muggiò a d Albate è una periferia lasciata allo sbando
Sinner?
Più che al campione di tennis si potrebbe citare un vecchio singolo di Lene Marlin “Unforgivable Sinner”, sarà il leit motov della futura campagna elettorale del sindaco?
Anzaldo, basta la parola…
Certo che ce ne vuole per votare come Sindaco un personaggio del genere…
La maggioranza si commenta da sola.
Il fatto che siano stati disposti a opporsi a una mozione a favore di una coppia di non-vedenti è una chiara dimostrazione che non ci sono bassezze a cui non si possa arrivare. Altro che Superman, questa è la brutta copia di Cattivissimo Me e dei suoi minions. E poi il paragone con Sinner è fuori luogo. Sinner è il classico nice guy. E, last but not least, Anzaldo e il sindaco danno per l’ennesima volta un esempio concreto del loro concetto del ruolo del righthand man. Vabbè. Che dire, un sussulto di dignità personale dalla parte della lista Rapinese non guasterebbe. Qui non si governa, si regna ed in un modo assoluto e contro i cittadini più vulnerabili pur di andare contro l’opposizione. Dai, signor sindaco, cos’è successo al Rapinese conciliante dei giorni dopo aver vinto le elezioni?
“Nessuna rivincita, nessuna rivalsa. L’opposizione, per evidenti motivi, la stimo, la apprezzo ed è tutta la mia vita. Se fossi stato accolto in una maniera corretta questa città non sarebbe in queste condizioni. Quindi: massimo rispetto per le minoranze.
Lo ripeto: massima collaborazione, avrete notato i toni. Non ricordarsi il proprio passato sarebbe un errore fatale: solo dando retta alla minoranza ci sarà la possibilità di non fare gli stessi errori. Mi piacerebbe parlare dopo aver raggiunto un obiettivo e non prima.”
Imbarazzante la differenza di trattamento che Anzaldo ha riservato a Molteni e a Rapinese.
Inflessibile giudice che tiene al rispetto delle regole con il primo, subalterno senza con il secondo.
Imbarazzante paragonare il periodo Lucini, caratterizzato da forti limitazioni alla spesa, con il periodo attuale, che gode di fondi impensabili allora.
Imbarazzante l’ego di Rapinese; dovrebbe veramente affidarsi ad uno specialista perchè questo suo sentirsi invincibile e perfetto è una vera minaccia per la città di Como. Nessuno è perfetto e tutti necessitano di un confronto corale per poter prendere le decisioni migliori per la collettività. Lui si pensa onnipotente e prende le decisioni che secondo lui sono giuste, con buona pace dell’interesse comune.