“Il centrosinistra, la sinistra, certo insieme al mondo cattolico, hanno da sempre sostenuto il mondo del non profit, delle associazioni, delle cooperative sociali e del volontariato. Non è un caso che la riforma del Terzo settore, anche se ancora da completare, porti la firma del Partito democratico. Quindi che si sposti l’asse del ragionamento su presunte visioni vecchie o nuove della sinistra è, per quel che ci riguarda, qualcosa di non vero e forse alquanto pretestuoso. Sono i fatti a dimostrarlo: se c’è una forza politica che in questi anni si è occupata, di riformare, innovare e valorizzare il Terzo settore quella forza è il PD”. E’ questa la ferma presa di posizione della segretaria del Partito democratico della provincia di Como, Carla Gaiani che con una nota entra nel dibattito in corso sulla situazione degli asili nido in città.
“Entrando nel merito della questione comasca – chiarisce la segretaria dem – L’obiettivo dirimente per noi è quello di ragionare sul concetto di servizio pubblico alla persona che si intende offrire alla collettività; nel caso specifico occorre interrogarsi su come mantenere la qualità degli standard educativi dei nidi comunali di Como, sulla sensibilità nel leggere i bisogni degli utenti, sul rendere l’offerta inclusiva, sull’importanza di avere sistemi di valutazione e controllo affidabili e costanti da parte del Comune verso sé stesso o agli enti ai quali intende affidarne la gestione, sulle regole pedagogiche da far rispettare, sulla dignità del lavoro e la crescita professionale del personale”.
“Non basta generalizzare e dire semplicemente ‘esternalizziamo’, perché è necessario indicare in che modo, a chi, con quali obiettivi e garanzie lo si vuole fare. Esistono, infatti, diverse configurazioni tra gestione pubblica, privata e del no profit, non tutte però sono adatte, non tutte permettono di raggiungere gli obiettivi minimi che un servizio pubblico dovrebbe dare. A meno che non si pensi solamente a massimizzare l’efficienza e a ridurre i costi, rispondendo esclusivamente ad una razionalità di tipo economico, cosa che non funziona quando si ha a che fare con servizi così delicati e cruciali come possono esseri quelli rivolti ai più piccoli, ai deboli o ai fragili.”
“C’è però un punto fermo – precisa Gaiani -, sul quale essere molto chiari: il Terzo settore deve dare vita a quella sussidiarietà non di sostituzione al governo ma di co-governo. Molto spesso, invece, viene considerato come un elemento secondario, una sorta di settore in sostituzione alle responsabilità dello Stato, mentre dovrebbe rappresentare, proprio per gli ambiti delicati che tocca per la vita delle persone, come la sanità o i servizi educativi primari o la cura degli anziani, un attore centrale nella governance dei processi sociali. Questo è il fulcro da quale partire”.
“Per tornare a Como – chiude la segretaria comasca -, non si tratta di essere o meno dalla parte del Sindaco ma di capire quale politica a favore dell’educazione, dell’infanzia, dell’istruzione, delle esigenze e dei bisogni dei bambini, dei genitori, delle famiglie l’amministrazione della città di Como abbia in mente, perché francamente ancora non lo si comprende (o forse lo si comprende benissimo) e questo è un fatto grave per chi è chiamato a guidare una città”.