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VIDEO Acinque: quando ricerca, tecnologia e innovazione possono fare la differenza e garantire il futuro

Si è chiuso alla Camera di Commercio di Como il ciclo di incontri organizzato dalla multiutility

Il futuro è in parte già qui. O quantomeno ci sono già tutte le premesse per un’impostazione corretta e che faccia ben sperare. Questa è l’impressione che si è potuta ricavare dall’incontro “Tecnologia e ricerca: start-up protagoniste”, svoltosi lo scorso 13 dicembre presso la Camera di Commercio di Como. Ultimo di un ciclo di appuntamenti promosso dal gruppo Acinque, “Scenari per il futuro – Conoscere.Comprendere.Agire #incomune”, ha visto gli interventi di Lucia Visconti Parisio, professore ordinario di Scienza delle Finanze presso l’Università Bicocca di Milano e direttrice scientifica dell’Osservatorio O-FIRE, Sergio Campo Dall’Orto, referente Imprenditorialità e Design della Scuola di Design del Politecnico di Milano, l’astrofisico Stefano Covino dell’INAF/Osservatorio Astronomico di Brera e Alessandra D’Ettorre, innovation manager di Acinque. Introdotti dal presidente di Acinque, Marco Canzi, e moderati dal coordinatore del ciclo, il professor Pierangelo Marucco (design culturale del territorio), hanno preceduto la presentazione dei servizi offerti da ApiTech alle Piccole e medie imprese del territorio e, soprattutto, il racconto della storia di due start-up del territorio, una in fase di formazione, la Limenet (Stock CO2), e l’altra già strutturata e affermata con progetti in tutto il mondo, la Nuclear Instruments.

Il ruolo delle università e della ricerca

«La pandemia e la crisi energetica hanno cambiato il corso della storia e anche l’Università si sta chiedendo qual è il suo ruolo – ha esordito Lucia Visconti Parisio – e a quale modello di sviluppo, economico, tecnologico, ma anche sociale, si debba fare riferimento». E cosa è già chiaro? «Abbiamo capito quanto la ricerca sia fondamentale perché ha dato risposte a diversi problemi e perché solo da qui si ha sviluppo e innovazione». Altra priorità è il capitale umano. «Abbiamo la meglio gioventù – ha affermato la docente della Bicocca – Diamogli la migliore ricerca e la migliore didattica». Ha poi parlato del MUSA, il progetto di Bicocca, Politecnico, Bocconi e Statale, che vede la collaborazione di 24 soggetti pubblici e privati e che punta a trasformare l’area metropolitana di Milano in un ecosistema di innovazione per la rigenerazione urbana, «puntando sulla sostenibilità, coinvolgendo il territorio e dove le imprese e i singoli cittadini siano protagonisti».

Quanto conta la creatività

Le grandi innovazioni arrivano spesso da ricerca e nuove idee. A volte, però, un ruolo fondamentale lo gioca la creatività. E Sergio Campo Dall’Orto ha portato diversi esempi a proposito, a cominciare da James Dyson e il suo rivoluzionario aspirapolvere, nato perché non voleva più avere il sacchetto da cambiare; o da Mario Moretti Polegato e le sue Geox. «La creatività può far nascere imprese che hanno importanti ricadute sul territorio», ha assicurato. E ha sciorinato una serie di storie di start-up che proprio con la creatività stanno facendo la differenza, dalla inChange coi loro cavetti colorati al robot Goliath, una fresa portatile e autonoma ideata da uno studente di Design & Engineering al Politecnico di Milano che nel 2017 ha raccolto un milione di dollari sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter; fino alla stampante in 3D poi venduta a Zucchetti o alla This Unique di Lisa Iannello che ha dato vita ad assorbenti ecologici in scatole personalizzate e ha appena ottenuto 700 milioni per sviluppare la sua impresa.

Gli investimenti in ricerca sono fruttuosi

Stefano Covino, invece, ha cercato di far capire il ruolo della ricerca di base, spesso tacciata come “inutile”, e di come sia in grado di portare ricchezza a un territorio. Ha raccontato di come durante la crisi finanziaria di una decina di anni fa, in Italia si volesse tagliare un investimento di circa 60 milioni per la creazione di un telescopio con altri Paesi europei. Per fortuna poi i soldi si trovarono e nei prossimi due-tre anni il progetto verrà completato. Il bello è che, nel frattempo, un pool di imprese italiane ha vinto un appalto di 400 milioni per la realizzazione della parte meccanica del telescopio. «La ricerca di base può sembrare non porti a nulla – ha sostenuto – Invece crea un meccanismo che permette di affrontare il mercato, fanno vincere le competizioni e producono ricchezza». D’altra parte, ha concluso, se i navigatori delle nostre auto ci permettono di andare ovunque, lo dobbiamo alle scoperte di Albert Einstein che mai aveva ipotizzato le sue applicazioni».

Innovazione e Acinque

Acinque è da sempre molto attenta alla ricerca e alle innovazioni. La dimostrazione è nei progetti che porta avanti. «Come quello, partito proprio da Como, sul monitoraggio e la localizzazione delle perdite d’acqua – ha spiegato D’Ettorre – A proposito di innovazione, abbiamo utilizzato una tecnologia di una start-up israeliana che ha fornito dei sensori acustici: in base ai rumori rilevati si può capire se ci sono o meno perdite d’acqua». E di progetti innovativi di questo genere in Acinque se ne stanno testando oltre una decina.

Le start-up

L’incontro si è concluso con la presentazione del servizio ApiTech e di due start-up. ApiTech è un hub di Confapi nata dalle difficoltà delle aziende nel sostenere i costi correlati ai progetti di innovazione e nell’individuare adeguate competenze e professionalità. «Lo scopo di ApiTech – ha spiegato il suo direttore, Carlo Antonini – è di permettere anche alle Pmi l’accesso a competenze e professionalità in grado di aiutarle nella soluzione di problemi tecnologici e/o di individuare nuovi ambiti di sviluppo specifici». Delle due start-up, la prima, la Limenet (Stock CO2), è ancora in fase di sviluppo, focalizzata sulla rimozione e lo stoccaggio della CO2 attraverso una nuova tecnologia. La seconda, invece, la Nuclear Instruments, che ha sede a Lambrugo (CO), è ormai una realtà affermata ed è già salita agli onori delle cronache per aver contribuito al progetto internazionale che ha portato alla realizzazione di un ventilatore meccanico per salvare i malati di Covid-19 durante la fase più dura della pandemia. «Ci occupiamo di ricerca e applicazione della fisica collaborando con i principali istituti di ricerca – ha spiegato Andrea Abba, fondatore della società insieme a Francesco Caponio e Alberto Cusiman – come Enea, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare o la Nasa». Propongono progetti che vanno dal settore nucleare alla medicina, dalla ricerca spaziale fino all’agricoltura, e che hanno positivamente impressionato tutti i presenti.

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