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Acqua dal Ceresio fino a Lanzo Intelvi: come funziona il nuovissimo sistema anti-siccità di Como Acqua

La realizzazione della condotta di adduzione con prelievo dal lago Ceresio e consegna a Lanzo d’Intelvi è un’opera straordinaria che Como Acqua ha realizzato in tempo record, in soli 70 giorni di incessante lavoro. Oggi, il “progetto Ceresio” attiva una linea di adduzione indipendente per far fronte alle esigenze di acqua, sopperendo al calo di portata dei pozzi e delle sorgenti in quota, tramite un’efficiente interconnessione di rete, così da poter contribuire a mitigare eventuali future situazioni di deficit idrico.

“Si tratta di un’opera strategica per il territorio e sicuramente un fiore all’occhiello dell’operatività di Como Acqua di cui sono molto orgoglioso – dichiara il Presidente e Ad di Como Acqua, ing. Enrico Pezzoli – Questo progetto prosegue nel solco di quella prevenzione che guida gli investimenti della Società e che ci ha consentito di gestire prontamente situazioni straordinarie come quella dell’emergenza idrica, non possiamo ancora considerare superata del tutto”.

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L’impianto, posizionato in Val d’Intelvi dove il Belvedere di Lanzo si affaccia sul Ceresio, arrampica da valle a monte con 5 stazioni di sollevamento a coprire un dislivello di quasi 700 metri, necessario a trasportare l’acqua dal lago nel comune di Valsolda, fino alla struttura a monte, situata a quota 907 metri. Le 4 stazioni più alte sono dotate di un serbatoio da 5 metri cubi, più uno adibito alla potabilizzazione con filtri a sabbia e carbone. Tutte le stazioni vengono riempite tramite 5 pompe dotate di inverter in grado di immettere in rete 15 litri di acqua al secondo. Ogni stazione dispone di 3 pompe: 1 di servizio e 1 ausiliaria, oltre a una terza, pronta all’uso in caso di necessità d’interconnessione.

Nella fase iniziale sono stati posati 1,5 km di tubazioni per l’adduzione in pressione di diametri consistenti, 4 km di cavi elettrici e 1,5 di fibra ottica. Contestualmente, è iniziata la realizzazione della piattaforma in cemento armato per la presa a lago. Il cemento è stato trasportato in elicottero fino a livello del lago, dove, tecnici ed operai ne hanno curato la posa. Sulla piattaforma è stato installato il primo gruppo di pompaggio, il cui compito è prelevare l’acqua a una profondità di circa 60 metri. A tale profondità, le basse temperature e la quasi totale assenza di luce, la proliferazione batterica e algale, garantendo le buone caratteristiche dell’acqua prelevata.

In corrispondenza di ciascuna stazione di rilancio sono state installate le tre pompe e il serbatoio di accumulo locale, oltre al sistema di alimentazione e la sensoristica di telecontrollo.
Con l’utilizzo di elicotteri, le condotte sono state trasportate nel luogo di posa, le squadre hanno effettuato l’installazione e la saldatura delle diverse sezioni. Mediante sostegni a bilanciere, alla condotta idraulica sono state affiancate due condotte di diametro minore, a contenimento dei cavi elettrici, da un lato, e, dall’altro, della fibra ottica per il trasporto dei segnali del telecontrollo. In parallelo, sono stati posati 2,3 km di condotta per trasportare l’acqua del Ceresio dalla stazione di controllo fino al serbatoio di Lanzo, dove viene sottoposta ai trattamenti di filtrazione a sabbia e carbone, di sanificazione con impianti UV, e di clorazione.

“Dopo aver appurato che in Valle di Intelvi il progressivo esaurimento dei pozzi e delle sorgenti stava portando a un utilizzo estremo dell’adduttrice che trasporta l’acqua dal pozzo di Argegno al serbatoio di Pigra, abbiamo deciso di dare concretezza al progetto, sfruttando la risorsa resa disponibile dal nostro lago. Una soluzione che doveva essere rapida così da evitare che l’alimentazione idrica di questo territorio continuasse a basarsi su un’unica infrastruttura. Con quest’opera abbiamo dimostrato che il lavoro di squadra, unito a impegno e attenzione verso le esigenze delle singole realtà e anche a una buona dose di coraggio, sono fondamentali per affrontare e gestire anche le situazioni più critiche. Grazie ai Sindaci che ci hanno supportato e sostenuto e a Regione Lombardia che con meticolosità ha seguito le fasi di realizzazione dell’opera”, conclude Pezzoli.

4 Commenti

  1. Sarebbe stato 1000 volte meglio fare delle CISTERNE di raccolta dell’acqua piovana come hanno fatto GLI ANTICHI ROMANI PER CENTINAIA DI ANNI. FAMOSISSIMA È LA CISTERNA SOTTO L’ATTUALE MOSCHEA DI ISTANBUL UN TEMPO SANTA SOFIA.
    SIAMO PROPRIO MESSI MALE SE NON VOGLIAMO COPIARE NEMMENO QUELLO CHE C’È E FUNZIONA DA PIÙ DI 2000 ANNI.

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