Il 13° Rapporto presentato in occasione della Giornata nazionale del malato oncologico promossa da Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), rivela che l’anno appena trascorso ha prodotto una riduzione di due milioni e mezzo di esami di screening rispetto al 2019.
Proprio in quell’anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordava che: “la lotta contro i tumori è uno dei fronti principali della comunità internazionale, con progressi costanti dovuti anche ad una grande partecipazione dei giovani e la prevenzione, gioca un ruolo fondamentale fin dalle scuole”.
“Ripensando a quando iniziammo nel 2011 quest’avventura – così Alberto Vannelli, presidente di Erone e Primario di Chirurgia Generale all’ospedale Valduce – devo riconoscere che fummo buoni profeti nell’auspicare un rinnovato cambiamento della società civile nei confronti dell’oncologia con il messaggio: costruire un’idea per istruire una coscienza oncologica. Il nostro dimostra di essere un modello vincente per tenere vivo il comune senso civico e mantenere Como orgogliosa della propria sanità”.
Prevenzione, screening, chirurgia oncologica, radioterapia, farmaci biologici sono termini entrati nel lessico familiare, ma non è sempre stato così. Gli anni Novanta mostravano dati allarmanti nel nostro territorio: 3.500 nuovi casi di tumore e una mortalità vicina al 50%. Como reagì, unendo le forze. La capacità di fare squadra ha prodotto un’oncologia a vocazione tecnologica, con grande attenzione alle necessità del paziente e dei familiari.
Oggi sono 20.000 i cittadini con una precedente diagnosi di tumore, alle quali si sommano 4.000 nuove diagnosi all’anno. Numeri in crescita soprattutto nella percentuale di guarigione: oltre il 60% dei pazienti può considerare concluso, con esito positivo, il proprio percorso; sono tutti dati superiori alla media italiana.
“Ogni anno – spiega Alessandra Fadigati, fondatrice dell’agenzia di eventi Ivie che collabora da anni con Erone – organizziamo un evento rivolto alla cittadinanza per conoscere la sanità e le innovazioni in campo oncologico del nostro territorio. Seguendo le parole del Presidente Mattarella, abbiamo deciso di cambiare lasciando che siano i giovani, capaci di utilizzare un approccio unico per comprendere la bellezza della vita anche nelle sue manifestazioni più dolorose e spaventose come il tumore, a guidarci in una mostra dove lo strumento dell’immagine diventerà la leva per muovere la nostra coscienza”.
È nata così la mostra: something els(i)e, il più importante evento di arte e salute che si svolgerà presso il parco di Villa Olmo a Como il 29 e 30 maggio. “La mostra è realizzata con la partnership del Como di Como e il patrocinio della Provincia di Como – racconta Antonella Corbisiero Assistente del Laboratorio Artistico e volontaria di Erone – come ogni iniziativa organizzata in questi anni da Erone onlus, sarà gratuita. I cittadini passeggiando nel parco potranno godere delle opere, insieme ai ragazzi della Liceo artistico Paolo Carcano di Como a fare da cicerone. Non parliamo solo di un prodotto artistico, ma di un vero e proprio Pcto (Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), coordinato dai Prof. Giuseppe Vigliotti e Toni D’Angela, prendendo spunto da alcuni versi di W.C. Williams e dalla loro lettura critica. L’ideale di bellezza fisica e morale, secondo la tradizione greca, è racchiuso nell’espressione: kalokagathìa, bello e buono”.
La pandemia ha letteralmente stravolto il nostro mondo: uno tsunami che ha scardinato modelli consolidati di assistenza e priorità di cura.
“Dopo oltre un anno – conclude Vannelli – si avverte l’esigenza di rinnovamento e con questa mostra, prima esperienza italiana sul tema, Como vuole tornare alla normalità e infondere speranza. La sfida è lasciare ai giovani il compito di creare un canone per ispirare la cittadinanza: la kalokagathìa come modello etico di prevenzione. Nei miei dieci anni di attività all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ho imparato quanto sia difficile coniugare la vita come sofferenza illuminata d’amore e accesa di speranza. A Como possiamo dirci molto fortunati, perché tutte le associazioni di volontariato, con i loro valori, tradizioni e ricordi, sono la bandiera della nostra vita, e quella bandiera vola alta sulle speranze dei giovani, sulla volontà̀ degli anziani e anche e soprattutto sul dolore e sulla sofferenza dei cittadini per i quali, noi ogni giorno ci mettiamo al servizio, come medici e fratelli”.